Nelle lingue protosemitiche nordoccidentali esistevano ancora tre fricative sorde: l'uvulareḫ, la glottaleh, e la faringaleḥ. Nella scrittura Wadi el-Hol, queste apparivano espresse dalle derivative di
Inoltre, in molte pronunce ebraiche varianti la lettera può rappresentare una occlusiva glottidale sorda. In posizione finale di parola, He viene usata per indicare una vocale-a, usualmente quella di qamatz (ָ), come nella seguente parola (qamatz in rosso):
Una preposizione, col significato di articolo determinativo, o dei pronomi relativi "quello/a", o "chi/che" (come in "un ragazzo che legge"). Per esempio: yeled, un ragazzo; hayeled, il ragazzo.
Un prefisso, che indica una frase interrogativa. (Per esempio, Yadata, tu sapevi; Hayadata?, sapevi?)
He è una lettera ebraica spesso usata per rappresentare il nome di Dio, poiché sta ad indicare Hashem, che significa Il Nome ed è un modo di pronunciare Dio senza in realtà dirne il nome. Nella scrittura, Hashem è scritto come He con un apostrofogheresh: ה׳ .
Nella ghematria, He simbolizza il numero cinque e, quando usato all'inizio degli anni ebraici, indica 5000 (cioè, התשנ״ד in numeri sarebbe la data 5754).[2]
Nell'alfabeto siriaco, la quinta lettera è ܗ — Heh (ܗܹܐ). Viene pronunciata come una [h]. A fine parola con un punto in testa, rappresenta il suffisso di terza personafemminilesingolare. Senza il punto, rappresenta l'equivalente maschile. Da sola con una lineetta in apice, è l'abbreviazione di hānoh (ܗܵܢܘܿ), che significa 'questo è' o 'quello è', o anche halelûya (ܗܵܠܹܠܘܼܝܵܐ). Come numerale, He rappresenta il numero 5, come per l'ebraico.[3]
Note
^abLadefoged, Peter & Ian Maddieson (1996), The sounds of the world's languages, Oxford: Blackwells. ISBN 0-631-19814-8