Il nome deriva dall'inglesegreased ("unto"), con riferimento ai capelli unti di brillantina per portarli all'indietro. Lo stile Pompadour dei capelli venne imitato da numerosissimi giovani in segno di ribellione al sistema: questi giovani venivano definiti teppisti[1].
I membri di subculture rivali, come ad esempio gli skinhead, usavano riferirsi ai greaser semplicemente come grease ("grasso", "unto").
Stile
Lo stile greaser adottava numerosi indumenti di origine italiana (magliette, scarpe, coltello a serramanico): questo probabilmente perché greaser era il nome dato negli Stati Uniti agli immigrati italiani.
Il guardaroba di un appartenente alla subcultura greaser contemplava:
Quando l'essere greaser divenne una moda, i vestiti (in particolar modo i pantaloni) cominciarono ad essere proposti anche in colori più vivaci.
Molto comuni durante i tardi anni cinquanta, in special modo fra i maschi, erano i tatuaggi, che, uniti all'abitudine di portare con sé un coltello a serramanico, davano alla persona un aspetto tendenzialmente rude e selvaggio.
Revival
La subcultura, dopo un periodo di quiescenza, parve riapparire negli USA negli anni settanta, quando gli ex-rappresentanti del movimento greaser rivestirono i loro panni e parteciparono anch'essi al grande revival dei movimenti dei decenni precedenti.
Greaser nella cultura di massa
Sono stati numerosi i film e gli spettacoli teatrali in cui la subcultura è protagonista o parte integrante:
^Marcus, Daniel. Happy Days and Wonder Years: The Fifties and the Sixties in Contemporary Cultural Politics. New Brunswick: Rutgers University Press, 2004. p. 12.