Esordisce nel mondo della musica a 18 anni, ottenendo un successo immediato. Dopo essersi prodotta per sei anni su scena, abbandona le tournée e i concerti e continua una carriera essenzialmente discografica. Caratterizzato da melodie melanconiche, il repertorio di Françoise Hardy si declina in gran parte sull’elaborazione dei dubbi, delle domande e dell'ansietà che suscitano in lei i tormenti delle relazioni sentimentali e della nostalgia in generale.
Parallelamente alla scrittura di canzoni, si interessa di astrologia, da lei appresa in complemento alla psicologia. È autrice di diversi libri, in particolare sull'astrologia; è stata anche attrice, in ruoli minori o in cameo, talvolta in film di genere musicarello.
Biografia
1944-1960
Al momento della sua nascita, c'era un'allerta aerea in atto, con le finestre della clinica che "esplodevano". Ha raccontato di essere nata in questo contesto violento con il "temperamento anormalmente ansioso" che ha sviluppato da adulta. Sua madre Madeleine Jeanne Hardy (1920-1991), che proveniva da un ambiente normale, ha cresciuto Françoise e sua sorella minore Michèle, nata diciotto mesi dopo di lei, come genitore single. Suo padre Pierre Marie Etienne Dillard (1899-1981), un uomo sposato che proveniva da una famiglia molto più ricca, ha fatto poco per aiutarle finanziariamente ed è stato in gran parte una figura assente nella loro educazione, visitando le bambine solo un paio di volte l'anno. Madeleine Hardy ha cresciuto le sue figlie in modo rigoroso, in un modesto appartamento in Rue d'Aumale.
Hardy ha avuto un'infanzia infelice e travagliata, e si è dedicata principalmente ad attività solitarie, come leggere, giocare con le bambole o ascoltare la radio. Su insistenza del padre, le ragazze frequentarono una scuola cattolica chiamata Institution La Bruyère, sotto la guida di monache trinitarie.
Tra il 1952 e il 1960, Hardy e sua sorella furono mandate ogni estate in Austria per imparare il tedesco, incoraggiate dal nuovo amante di sua madre, un barone austriaco. Dato che suo padre suonava il piano, Hardy fu incoraggiata a ricevere lezioni di pianoforte da bambina, che abbandonò rapidamente dopo aver provato paura del palcoscenico quando avrebbe dovuto mostrare i suoi talenti sul palco della Salle Gaveau.
Françoise è stata una studentessa disciplinata, ha saltato due anni di istruzione secondaria e ha conseguito il diploma di maturità nel 1960 all'età di sedici anni.
1961-1969
Françoise Hardy esordisce nel 1962 con il singolo Tous les garçons et les filles, che interpreta il 21 settembre nel programma Le Petit Conservatoire de la chanson di Mireille Hartuch e che viene ritrasmessa domenica 28 ottobre alla televisione francese in serata, in uno degli intermezzi musicali nel corso di una diretta elettorale di grandissimo ascolto. La canzone diventa la bandiera del disagio adolescenziale e finisce col vendere più di due milioni di copie in tutto il mondo (nella versione italiana ha il titolo Quelli della mia età e nel Paesi Bassi arriva al quarto posto). Françoise, suo malgrado, diventa uno dei simboli della generazione yéyé e comincia a mietere successi a 45 giri.
Nel 1963 partecipa all'Eurovision Song Contest con L'amour s'en va e si classifica al quinto posto. Nella sua carriera ha cantato spesso in inglese, italiano, spagnolo e tedesco. In Italia ebbe un grande successo nel 1963 con le canzoni È all'amore che penso e L'età dell'amore, che arriva prima in classifica, e con le cover delle sue canzoni francesi Quelli della mia età, che raggiunge la prima posizione per tre settimane, e L'amore va. Nel 1966 ha partecipato anche al Festival di Sanremo con Parlami di te cantata in coppia con Edoardo Vianello. Fra le sue canzoni c'è La Maison où j'ai grandi, cover di Il ragazzo della via Gluck di Adriano Celentano.
Nel 1967 esce la compilation Antoine & Françoise (Vogue/Jolly LPJ 5077) con 6 canzoni di Antoine (sul lato A) e 6 canzoni di Françoise (sul lato B) e nel 1969 esce Il pretesto (CGD FGS 5052), versione italiana dell'album Comment te dire adieu. Nel 1970 nel video musicale Il Pretesto compare anche un giovane Renato Balestra, noto stilista italiano, già famoso all'epoca. Nel 1967, la Hardy crea la propria casa di produzione, la "Asparagus" e rinnova il contratto con la Disques Vogue. Escono quindi 3 album: Ma jeunesse fout le camp... (1967), En anglais (1968, cantato in inglese) e Comment te dire adieu (1968).
Quest'ultimo album contiene la canzone Comment te dire adieu, traduzione di Serge Gainsbourg della canzone "It Hurts to Say Goodbye", che sarà uno dei grandi successi del 1969; la Hardy interpreterà questa canzone anche in italiano, col titolo Il pretesto (nel 1968), e in tedesco, col titolo Was mach' ich ohne dich (nel 1970).
Nel 1968, dopo un'ultima tournée in Sudafrica e a Kinshasa, la Hardy abbandona le tournée e i concerti; d'ora in poi le apparizioni in pubblico saranno sul palco di emissioni televisive e radiofoniche. Nel suo tempo libero, la Hardy comincia ad appassionarsi dapprima di psicologia e poi di astrologia, e su quest'argomento ha pubblicato alcuni libri (da sola e in collaborazione con altri autori) ed ha partecipato ad emissioni radiofoniche.
1970-1988
Nel 1970, dopo la rottura con Disques Vogue, pubblica tre compilation in Sudafrica con la sua nuova società di produzione "Hypopotam", distribuite da World Record Co. : Françoise in German (ORC 6071), Françoise in Italian (ORC 6072) e Françoise in French (ORC 6073).
Nel 1970 con la nuova etichetta discograficaSonopresse e la "Hypopotam", la Hardy pubblica una raccolta dal titolo Françoise e il decimo album dal titolo Soleil. L'anno seguente (1971) esce La Question e un altro album in inglese, dal titolo If you listen (quest'ultimo prodotto da Edition Kundalini, società creata dalla Hardy), che esce dapprima in Sudafrica e poi in Francia. Nel 1972 esce Et si je m'en vais avant toi, sempre con Hypopotam/Sonopresse.
Nel 1978, sull'"onda" della disco music, la Hardy pubblica l'album "Musique saoule", scritto da Michel Jonasz su musiche di Alain Goldstein e Gabriel Yared, dalle tonalità jazz e funk; benché questi generi non siano quelli privilegiati della Hardy, il singolo J'écoute de la musique saoule è un successo di vendite e resta in classifica quasi un anno.
Nel 1981 e nel 1982 escono rispettivamente À suivre... e Quelqu'un qui s'en va, entrambi prodotti da Gabriel Yared e pubblicati da WEA/Flarenasch. Nel 1988, dopo 26 anni di carriera musicale, la Hardy pubblica il suo 21º album, Décalages, e dichiara che questo sarà l'ultimo della sua carriera; nel frattempo il contratto con la Flarenasch si era concluso con questo album.
L'anno seguente (il 4 ottobre 1997), è invitata a salire sul palco da Julien Clerc, con il quale canta in duetto Mon ange, una canzone scritta dalla Hardy per Clerc (uscita nell'album Les Aventures à l'eau del 1987). Nel 2000, esce Clair-obscur, che le vale il "Grand Prix" della SACEM e due nominations alle Victoires de la musique.
Nell'ottobre 2008 l'artista ha pubblicato la sua autobiografia, Le désespoir des singes... et autres bagatelles (Éditions Robert Laffont, Paris 2008).[2] Nel 2010 esce l'album La Pluie sans parapluie, l'anno seguente è nominata alle "Victoires de la musique" come "artiste interprète féminine".
Nel novembre 2012, la Hardy compie 50 anni di carriera musicale, dalla pubblicazione del primo album, nel novembre 1962. Per celebrare questo anniversario escono in contemporanea il nuovo album studio L'Amour fou e il romanzo L'Amour fou (Éditions Albin Michel)[3]. Con questo album la Hardy ottiene due nominations alle Victoires de la musique del 2013.
Il 5 marzo 2015 esce il saggioAvis non autorisés...[4], nel quale si esprime sulla società contemporanea, sulle sue passioni e le sue opinioni, e il 3 novembre 2016 esce Un cadeau du ciel...[5], nel quale racconta della sua ospedalizzazione dell'anno precedente.
Il 9 febbraio 2018 è annunciato il suo nuovo (e 28º) album: Personne d'Autre, che esce il 6 aprile. Il primo singolo Le Large – parole e musica di La Grande Sophie – è disponibile dal 16 febbraio e il video del singolo – realizzato da François Ozon – è pubblicato il 20 marzo su YouTube. L'album – prodotto da Erick Benzi – contiene 11 canzoni, di cui 8 scritte dalla Hardy, più un riadattamento in francese (Dors mon ange) della canzone Sleep del gruppo finlandese Poets of the Fall; le altre tre canzoni sono state scritte da Yael Naim (Your're My Home), Michel Berger (si tratta della reinterpretazione della canzone Seras-tu là ? del 1975) e da La Grande Sophie (Le Large).
Malattia e morte
Nel gennaio 2004 le era stato diagnosticato un linfoma; da allora si è battuta contro la malattia; in particolare è stata ricoverata per diverse settimane della primavera del 2015, in gravi condizioni (tre settimane in stato di incoscienza con otto giorni di coma).[6]
Muore a Parigi l'11 giugno 2024 all'età di 80 anni a causa della malattia.[7]. La notizia è stata annunciata da il figlio Thomas Dutronc nel social media, con queste semplici parole : "Mamam est partie..." ("Mia mamma se ne è andata...)"[8]
Françoise Hardy è stata la compagna del cantante e attoreJacques Dutronc dal 1967 al 1988. La coppia ha avuto un figlio, Thomas Dutronc, nato il 16 giugno 1973, e si è sposata il 30 marzo 1981 a Monticello in Corsica. Dopo la loro separazione, sono rimasti in buoni rapporti e non hanno divorziato; lei viveva a Parigi e lui a Monticello, dal 1997 con una nuova compagna.
Thomas Dutronc è un noto chitarrista jazz e cantante francese che ha tra l'altro collaborato con lei in alcuni album: Clair-obscur, Tant de belles choses e Parenthèses, e col padre Jacques Dutronc nell'album Brèves Rencontres.
Influenze e omaggi
1964: La Hardy è citata in una poesia di Bob Dylan, For Françoise Hardy at the Seine's Edge, riportata sulla cover dell'LP Another Side of Bob Dylan.
1965: Il poeta Jacques Prévert ha scritto un testo intitolato Une plante verte per il programma del secondo passaggio della Hardy all'Olympia nell'ottobre 1965.
1968: Lo scrittore Paul Guth le rende omaggio nel suo libro Lettre ouverte aux idoles, nel capitolo Lettre ouverte à Françoise Hardy (pagine da 51 a 63).
1974: La cantante giapponese Yumi Arai ha scritto e registrato la canzone La mia Françoise (私のフランソワーズ?, Watashi No Françoise), una canzone in omaggio a Françoise Hardy, contenuta nell'album Misslim (ミスリム?, Misslim).
1995: Carla Bruni e Laurent Voulzy reintrerpretano Tous les garçons et les filles de mon âge nello spettacolo (e poi nel CD) Les Enfoirés à l'Opéra-Comique (Les Enfoirés).
2007: Il gruppo statunitense Shawn Lee's Ping Pong Orchestra la cita nella canzone Françoise Hardy, pubblicata nell'album Voices and Choices.
2008: La cantante britannica Sharleen Spiteri ha scritto e registrato in omaggio la canzone Françoise, pubblicata nell'ambum Melody.
2009: Il cantante britannico Robbie Williams ha interpretato la canzone You Know Me, traduzione (reprise) in inglese della canzone della Hardy Voilà.
1963 – L'età dell'amore/È all'amore che penso – Disques Vogue (J 35035) – versioni italiane di Le Temps de l'amour e C'est à l'amour auquel je pense
1963 – L'amore va/Il tuo migliore amico – Disques Vogue (J 35041) – versioni italiane di L'amour s'en va e Ton meilleur ami
1963 – Vorrei capirti/Il saluto del mattino – Disques Vogue (J 35043) – versioni italiane di Saurai-je ? e Le premier bonheur du jour
1964 – La tua mano/Vorrei essere lei – Disques Vogue (J 35055) – la seconda è la versione italiana di J'aurais voulu
1965 – Devi ritornare/La notte sulla città – Disques Vogue (J 35067) – versioni italiane di Only You Can Do It e La Nuit est sur la ville
1966 – Parlami di te/Nel mondo intero – Disques Vogue (J 35087) – la seconda è la versione italiana di Dans le monde entier
1966 – Non svegliarmi mai/Ci sono cose più grandi – Disques Vogue (J 35099) – la prima è la versione italiana di Non, ce n’est pas un rêve
1966 – La maison où j'ai grandi/Il est des choses – Disques Vogue (J 35104) – versioni francesi di Il ragazzo della via Gluck e Ci sono cose più grandi
1967 – Gli altri/I sentimenti – Disques Vogue (J 35137) – versioni italiane di Voilà e Et même
1968 – La bilancia dell'amore/Io conosco la vita – CGD (N 9697) – versioni italiane di Tiny Goddess e La fin de l'été
Françoise Hardy non ha realizzato alcuna colonna sonora di film, tuttavia molte sue canzoni sono state usate in film e/o inserite nella colonna sonora del film:
2003 – Le invasioni barbariche di Denys Arcand, la canzone L'amitié, la Hardy viene indicata come un'icona sessuale degli anni sessanta, è citata nei "ringraziamenti".
2004 – Se devo essere sincera, un elemento caratteristico del film è la presenza di vari brani di Françoise Hardy nella colonna sonora, in particolare vi sono: Ce petit cœur, La bilancia dell'amore (Je ne sais pas ce que je veux), Gli altri (Voilà), Tous les garçons et les filles, Comment te dire adieu ?, I sentimenti (Et même).
2013 – Giovane e bella, la storia si sviluppa in quattro capitoli, a loro volta corrispondenti alle quattro stagioni e scanditi da quattro canzoni di Françoise Hardy: L'amour d'un garçon (1963), A quoi ça sert (1968), Première rencontre (1973) e Je suis moi (1974).
2021 – Vortex di Gaspar Noé, la canzone Mon amie la rose ha una sua centralità nei primi minuti della pellicola.
Scrittrice
Françose Hardy ha scritto numerosi libri: autobiografie (Je chante donc je suis, Notes secrètes, Le Désespoir des singes), romanzi (L'amour fou), saggi (Avis non autorisés, Un cadeau du ciel) e trattati sull'astrologia (Le grand livre de la Vierge, L'Astrologie universelle, Entre les lignes entre les signes, Les rythmes du zodiaque).
Fotoromanzi
1966 – Parlami di te, in italiano, nel settimanale Sogno, dal nº 9 giovedì 24 febbraio 1966 al nº 20 del giovedì 12 maggio 1966, con Françoise Hardy e Edoardo Vianello, foto di Carlo De Marchi, Regia di Giuliano Lonati.
1968 – Françoise or not Françoise, in francese, 6 pagine nel mensile Salut les copains, nº 74 dell'ottobre 1968.
12 ottobre 1963: "Edison Award" alla migliore registrazione dell'anno nella categoria «Jeunesse», consegnato dallo scrittore Godfried Bomans, durante il "Grand Gala du Disque" al Kurhaus di Scheveningen.
28 agosto 1965: "Diapason d'argento" al Premio Diapason per la musica; evento musicale organizzato all'ippodromo Breda di Padova.
marzo 1966: "Otto d'argento", trofeo attribuito alla seconda cantante più popolare eletta dai lettori della rivista tedesca "BRAVO".
luglio 1967: Nastro d'onore della canzone francese.
6 ottobre 1968: "Prêmio Galo de Ouro", al III Festival Internacional da Canção Popular a Rio de Janeiro, per la canzone À quoi ça sert ?, composta e interpretata da Françoise Hardy, accompagnata dall'orchestra di André Popp.
17 febbraio 2001: è nominata due volte alle "Victoires de la musique", come "artiste interprète féminine" (album Clair-obscur) e come "video-clip" Puisque vous partez en voyage.
2010: «Hardy (Françoise), chanteuse et auteure-compositrice», è una delle nuove 50 personalità inserite nell'edizione 2011 de Le petit Larousse illustré.
1º marzo 2011: è nominata alle "Victoires de la musique", come "artiste interprète féminine" per l'album La Pluie sans parapluie.
8 febbraio 2013: è nominata due volte alle "Victoires de la musique", come "artiste interprète féminine" e "album de chansons" per l'album L'Amour fou.
Opere letterarie
(FR) Françoise Hardy, Je chante, donc je suis, une autobiographie de Françoise Hardy, recueillie par Claude Dufresne, a cura di Claude Dufresne, Parigi, Union générale d'éditions, 1964, bnf:33038325 .
(FR) Béatrice Guénin e Françoise Hardy, Le grand livre de la Vierge, Parigi, Tchou, 1979, ISBN2-7107-0205-3, bnf:34643756 .
«"Il y a eu un moment où les médecins ont informé Thomas [Dutronc] que c'était la fin et qu'il fallait qu'il prévienne tout de suite son père [Jacques Dutronc]"»