Franco Michelini Tocci
Franco Michelini Tocci (Cagli, 28 febbraio 1899 – Monte Grappa, 27 ottobre 1918) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale.
Biografia
Nacque a Cagli, provincia di Pesaro, il 28 febbraio 1899, figlio di Agostino e di Antonietta Mochi, all'interno di una nobile famiglia marchigiana.[2] Conseguì il diploma di scuola superiore presso il Liceo classico Ennio Quirino Visconti di Roma e si iscrisse al primo anno della facoltà di matematica dell'Università di Roma.[3][4]
Chiamato a prestare servizio militare nel Regio Esercito all'età di diciotto anni, venne inviato a frequentare il corso per allievi ufficiali di complemento alla Scuola militare di Caserta.[4] Il 22 aprile 1917 ottenne la nomina ad aspirante ufficiale nel 6º Reggimento alpini e nel mese di ottobre, assegnato al battaglione alpini "Monte Berico", che raggiunse ad Auzza, sull'Isonzo, in quello stesso mese, assegnato alla compagnia complementare.[4] Promosso sottotenente, nell'aprile 1918 e trasferito al 7º Reggimento alpini, venne destinato alla 68ª Compagnia del battaglione alpini "Pieve di Cadore", schierato nella zona dell'altipiano.[2] Nel luglio, dopo una breve licenza, raggiunse la sua compagnia in prima linea a Doss Casina, e poi venne inviato sul Monte Grappa all'inizio della battaglia di Vittorio Veneto.
Il 24 ottobre con la sua compagnia si diresse verso la zona di combattimento e passò la notte a Col dell’Orso sotto un intenso bombardamento nemico, ed il 25 mattina scese a Cason del Sol in attesa di ricevere gli ordini.[2] Il mattino del 27 ottobre, alle ore 9:00, giunse l'ordine di portarsi all'attacco delle munite posizioni austro-ungariche del Valderoa.[4] Alla testa dei suoi soldati riuscì a giungere a pochi metri dalla trincea avversaria.[4] Sotto il fuoco concentrato delle armi nemiche, condusse con grande slancio e sprezzo del pericolo i suoi alpini superstiti alla conquista della posizione, cadendo mortalmente ferito colpito da una scheggia di bomba a mano, riuscendo a mormorare Avanti, alpini ! Cadore !.[4]
Con Regio Decreto del 19 agosto 1921 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3]
Onorificenze
« Educato ai più nobili ideali, ebbe ancora giovinetto, sicura coscienza e ferma fede nei gloriosi destini della Patria. Ogni suo pensiero ed ogni sua azione furono un inno all’italia, principio e fine del suo vivo amore. Nominato ufficiale degli alpini esultò di poter dare forza col braccio alla sua fede ed alla prima prova col nemico; comandante di un’ondata d’assalto contro una formidabile posizione, conduceva con grande slancio e sprezzo del pericolo i suoi soldati, nonostante l’intenso fuoco avversario di mitragliatrici e di bombe a mano, producente gravissime perdite. Costretto ad una prima sosta, raccolti i superstiti, si slanciava nuovamente all’assalto e giungeva primo sulla trincea nemica, ove cadeva eroicamente, rifiutando il soccorso dei suoi soldati e rincuorandoli, dicendo loro: “Non pensate a me, alpini! ci sorride la vittoria ! “. Fulgido esempio di alte virtù civili e militari. Monte Valderoa, 27 ottobre 1918. [5]» — Regio Decreto 19 agosto 1921.
Note
Bibliografia
- Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Roma, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
- Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
- Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
- Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
- Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1918, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 188.
Voci correlate
Collegamenti esterni
|
|