Francesco Renard (Firenze, ... – ...; fl. XIX secolo) è stato un ingegnere e architetto italiano.
Biografia
Francesco Renard fu ingegnere granducale sotto Leopoldo II di Lorena e fece parte per trentacinque anni del Corpo degli ingegneri di acque e strade, lavorando al contempo come agrimensore, perito agrario e cartografo.[1][2] Fu l'ultimo dei professionisti toscani impiegati nelle opere di bonifica, nella fase di transizione con il Regno d'Italia.[1]
Fiorentino, si formò all'Accademia di belle arti ed entrò nel corpo ingegneri intorno al 1835.[2][3] Lavorò a stretto contatto con Alessandro Manetti in Maremma e si occupò dei lavori di bonifica della Valdichiana come membro della Soprintendenza idraulica.[1] Nel 1840 scrisse una relazione sul restauro della facciata del duomo di Grosseto.[4] Nel 1844 fu a Livorno per i lavori di ampliamento del porto e del centro abitato; negli stessi anni disegnò dei progetti riguardanti la foce del fiume Arno.[1] Dall'aprile 1854 diresse i lavori di bonifica del lago di Bientina, ricevendo il plauso del granduca che lo definì uomo «di valore» e «diligenza»;[5] i lavori si conclusero ufficialmente dieci anni dopo, con cerimonia ufficiale presieduta dallo stesso Renard nel 1863.[1]
Dopo la fine del granducato e la proclamazione del governo provvisorio toscano nel 1859, fu chiamato a sostituire Manetti quale direttore del Corpo degli ingegneri di acque e strade e allo stesso modo anche dell'Ufficio di bonificamento delle Maremme, per cui aveva già lavorato in precedenza quale aiuto ingegnere.[1] Renard diresse le bonifiche maremmane seguendo le indicazioni degli scienziati Gaetano Giorgini e Antonio Salvagnoli Marchetti, rivali del Manetti e contrari al metodo della colmata che era stato attuato in Maremma.[1]
Dopo l'unità d'Italia fu confermato alla guida del nuovo Circolo tecnico delle bonifiche.[2] Nel 1867 redasse il progetto per la costruzione dell'acquedotto di Grosseto.[1] In seguito alla soppressione dell'ente di bonifica nel 1870, continuò a lavorare per il Genio civile di Grosseto quale ingegnere capo di prima classe.[2]
Ebbe il titolo di cavaliere di Santo Stefano.[2][6]
Note
Bibliografia
- Antonio Angeli, All'ill.mo sig. cavaliere Francesco Renard ingegnere capo dell'uffizio tecnico governativo di Grosseto. Relazione intorno alla memoria del padre Antonelli sullo stagno di Orbetello, Grosseto, Barbarulli, 1870.
- Alfredo Baccarini, Sul compimento delle opere di bonificazione e sulla definitiva regolazione delle acque nelle Maremme toscane, Roma, Sinimberghi, 1873.
- Carlo Cresti e Luigi Zangheri, Architetti e ingegneri nella Toscana dell'Ottocento, Firenze, Uniedit, 1978.
- Carlo Cresti, La Toscana dei Lorena politica del territorio e architettura, Milano, Amilcare Pizzi, 1987.
- Franz Pesendorfer, Il governo di famiglia in Toscana. Le memorie del granduca Leopoldo II di Lorena, 1824-1859, Firenze, Sansoni, 1987.
- Ferdinando Tartini, Memorie sul bonificamento delle Maremme Toscane, Firenze, Giuseppe Molini, 1838.
Collegamenti esterni