La fontana fu acquistata a Napoli dall'amministrazione comunale cerretese nel 1812. Precisamente furono acquistate a Napoli le parti in pietra lavica (i delfini e la pigna centrale), mentre le restanti parti in pietra calcarea furono aggiunte a Cerreto Sannita nel 1813 quando il decurionato assegnò al muratore Biagio Ciccarelli i lavori «per la riforma della fontana di S. Martino».[2]
Originariamente era sita nella parte settentrionale della piazza ma nella prima metà del XX secolo fu spostata nella parte meridionale, dove si trova oggi, per far posto al primo monumento ai caduti in guerra.
La fontana è costituita dalla parte inferiore in pietra calcarea lavorata e da una parte superiore in pietra lavica. L'acqua fuoriesce dalle bocche dei quattro delfini mentre al centro vi è una pigna decorativa.
^ Lorenzo Morone, Una passeggiata nella storia, Cerreto Sannita, Pro Loco Cerreto Sannita, 2003, p. 35.
Bibliografia
Vincenzo Mazzacane, Memorie storiche di Cerreto Sannita, Liguori Editore, 1990.
Renato Pescitelli, Documenti di Storia Municipale di Cerreto: Regesto delle deliberazioni del Decurionato degli anni 1808-1813, Cerreto Sannita, TetaPrint, 2011.
Renato Pescitelli, La Chiesa Collegiata di San Martino Vescovo in Cerreto Sannita, Don Bosco, 1990.