«Non riuscirò mai a chiamarla Fondazione Sciascia, perché mi pare un poco funebre. Proporrei di chiamarlo centro culturale ‘Diego La Matina’: così eretico lui, eretico io.»
Il desiderio di creare un’istituzione dedicata alla conoscenza dello scrittoreracalmuteseLeonardo Sciascia si manifestò per opera degli amministratori di Racalmuto già nel 1984, mentre lo stesso scrittore era ancora in vita.
Nonostante la sua natura schiva, Sciascia comprese l'importanza di promuovere la cultura nella sua Regalpetra e accettò l'onore. Tuttavia, egli si dimostrò inizialmente riluttante a dare il suo nome alla fondazione, avendo preferito maggiormente quello di fraDiego La Matina, a cui aveva dedicato il romanzo “Morte dell’Inquisitore”.[2]
Proprio allo scopo di realizzare una fondazione culturale, il comune di Racalmuto, nel 1987, acquistò un’ex centrale elettrica di proprietà dell’ENEL, costruita attorno agli anni ‘20.
Lo scrittore inviò una lettera al Consiglio comunale il 6 settembre1989, in cui dichiarò di voler donare alla nascente istituzione una raccolta di ritratti di scrittori e tutte le lettere da lui ricevute durante la propria attività letteraria.
Suggerì inoltre di nominare un comitato di organizzazione, costituito in parte da amici nonché da giovani intellettuali locali: direttore letterario venne nominato Antonio Di Grado, mentre al fotografoFerdinando Scianna e all’editore Franco Sciardelli fu affidata la compilazione del catalogo dei ritratti.
Di risposta, il Comune avrebbe assicurato alla Fondazione la concessione gratuita per 99 anni dei locali precedentemente acquistati; lo stanziamento per 9 anni di una somma non inferiore a 100 milioni di lire; un personale che se ne occupasse.[3]
«Al di là del mio valore letterario, è importante lo studio di questi documenti, specialmente per i giovani che hanno il dovere di studiare le cose della nostra vita.»
Al piano terra, la spaziosa sala convegni della Fondazione, con una capienza di circa 200 posti, ospita regolarmente eventi culturali di rilievo, tra cui convegni, mostre, dibattiti e rappresentazioni teatrali.
Circa quindicimila documenti di notevole interesse intellettuale che attraversano la vita politica e letteraria del secolo scorso, moltissimi dei quali ancora inediti. Tale carteggio epistolare, per la sua importanza, è stato dichiarato di “Interesse Culturale”[5], della Soprintendenza Archivistica della Sicilia.
Nella pinacoteca è possibile ammirare inoltre un’esposizione permanente delle prime edizioni dei libri dello scrittore, alcune pubblicazioni curate o promosse dalla Fondazione, quelle in lingua straniera, i registri di classe originali, vergati ai tempi dell’insegnamento nella scuola elementare di Racalmuto.
Duemila volumi sono stati donati dalla stessa famiglia Sciascia.[7][8] L'emeroteca include inoltre una vasta raccolta di articoli di giornale e ritagli di varie testate che narrano momenti cruciali della vita dell'autore e della Fondazione.