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«L'idea di un tour con un gruppo rock sulle prime mi spaventò, ma il rischio ha sempre il suo fascino: forse in una vita precedente ero un pirata, e così una parte di me mi diceva di accettare. In più ero tormentato da interrogativi sul mio ruolo, sul mio lavoro, sull'assenza di nuove motivazioni. E la PFM mi risolse il problema, dandomi una formidabile spinta verso il futuro. La tournée con loro è stata un'esperienza irripetibile perché si trattava di un gruppo affiatato con una storia importante, che ha modificato il corso della musica italiana. Ecco, un giorno hanno preso tutto questo e l'hanno messo al mio servizio.»
Il progetto di arrangiare le canzoni musicalmente di De André in chiave rock colpì molto la critica e il pubblico che assistette nel 1979 ai concerti tenuti dal cantautore con il gruppo progressive italiano PFM. Dai concerti fu tratto un album a cui seguì, l'anno dopo, la pubblicazione del Volume 2.
Il sodalizio tra De André e la band peraltro risaliva agli anni sessanta quando Mussida, Di Cioccio e soci, che si facevano chiamare ancora Quelli, avevano suonato nell'album La buona novella. Successivamente Mauro Pagani, tra i componenti originari della PFM, diventerà uno dei collaboratori De André, a partire dalla realizzazione dell'album Crêuza de mä (1984), e gli stessi Mussida e Premoli prenderanno parte, in occasioni diverse, ai successivi lavori di studio del cantautore.
Alcuni dei cosiddetti puristi storsero il naso all'uscita dell'album con la PFM. L'accusa a De André di aver ceduto a compromessi commerciali suonando con un gruppo rock arrivò con oltre un decennio di ritardo rispetto a un altro celebre "tradimento", quello del folk singer Bob Dylan che a metà degli anni sessanta iniziò ad utilizzare strumenti elettrici. Altri apprezzarono invece la svolta musicale del cantautore genovese. Fino ad allora, in Italia, i cantautori erano, almeno secondo alcuni cliché, più interessati ai testi che non alla musica. Il minimalismo negli arrangiamenti era considerato sintomo di qualità. Secondo i detrattori del genere questo minimalismo era semplice trascuratezza, era "suonar male". Con l'incontro De André/PFM finalmente anche le splendide canzoni del cantautore poterono essere valorizzate musicalmente.[senza fonte]
In ogni caso, dopo il live con la PFM, il tabù fu rotto: anche i cantautori iniziarono a realizzare dischi riccamente arrangiati e suonati da musicisti di prim'ordine. Lo stesso Francesco Guccini, che già da anni si contornava di ottimi musicisti (Vince Tempera, Ares Tavolazzi e molti altri), realizzò, sempre nel 1979, un disco dal vivo con I Nomadi (Album concerto) di sapore più rock rispetto ai suoi lavori in studio della seconda metà degli anni settanta.