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I testi e le musiche sono di Alberto Fortis, gli arrangiamenti e la direzione d'orchestra sono a cura di Claudio Fabi. Tra i musicisti che prendono parte alla registrazione c'è la Premiata Forneria Marconi al completo[4][6][7].
Edito da Intersong Italiana e prodotto da Alberto Salerno (al suo esordio come produttore).
I brani
La poetica di alcune canzoni contenute nell'album, proiettarono il cantante di Domodossola all'attenzione del pubblico italiano.
A voi romani
Il brano A voi romani, come ribadito più volte dal suo autore, è una critica al potere, del quale la Capitale è centro nevralgico. Inoltre la canzone può essere un attacco a tutte le forme di potere. Rimane comunque un testo sincero e sentito, un punto di vista personale, condivisibile o meno, inequivocabile in versi come:
«Io vi odio a voi romani io vi odio tutti quanti distruttori di finanze e nati stanchi siete un peso alla nazione siete proprio brutta gente io ti odio grande Roma decadente»
Milano e Vincenzo
Milano e Vincenzo riprende la tematica del controllo del potere da parte di persone che non comprendono la natura dell'arte, ma quella degli interessi economici. Vincenzo Micocci, fondatore e direttore generale di un'importante casa discografica, la IT, è il bersaglio polemico del testo.
«Vincenzo io ti ammazzerò sei troppo stupido per vivere Vincenzo io ti ammazzerò perché perché non sai decidere»
Allo stesso tempo è anche una dichiarazione d'amore verso la sua città adottiva, Milano
«Milano sono tutto tuo Vincenzo no, non mi rinchiude più Oh Milano sii buona almeno, almeno tu [...] Ti devo tanto come uomo lavoro insieme ai figli tuoi Oh Milano, fa' di me quello che vuoi»
Il Duomo di notte
Il Duomo di notte prende spunto dalla chiesa principale di Milano, per avventurarsi nell'animo disilluso di molti giovani di allora.
«Piroette di sabbia e le guglie del Duomo differenza tra pietre e le voglie di un uomo che ha per vita una gabbia liberata dal sesso gonfia di verità partorita con gioia nel lontano ricordo con le doglie sincere di una maternità che alla luce di notte ha donato confusa il suo figlio balordo»
In soffitta
Tra i brani più emblematici dell'album vi è In soffitta; dal significato enigmatico ed intimista.
La sedia di lillà
Il brano è incentrato su una persona (lo zio di Fortis) rimasta a seguito di un banale incidente domestico sulla sedia a rotelle, e contiene temi comuni a tutto l'album come l'amore come fonte di sofferenza e l'amicizia tradita.
Il finale tragico della canzone (il suicidio) non riguarda il parente di Alberto, che pur manifestando ogni tanto la voglia di farla finita ha tenuto duro, non arrivando a compiere il gesto che è invece l'epilogo del brano musicale.
«ma vedevo un'ombra appesa/la vedevo dondolare/l'ombra non voleva stare/sulla sedia di lillà»
Nel 2003 è stato campionato dal dj Danijay, del quale Fortis è a sua volta zio, il quale vede anche la sua stessa partecipazione per il brano I fiori di lillà successivamente remixato da Gabry Ponte mentre nel 2011 il brano originale di Fortis è stato inciso in una nuova versione.
Nuda e senza seno
Nuda e senza seno è un brano dal testo particolare e le sue parole, tra l'ironico e il non sense, raccontano la storia di due innamorati.
La pazienza
La pazienza è un brano da carattere strutturale più semplice rispetto dal altri brani del disco; nonostante ciò il testo è molto profondo e da una visione della pazienza vista non come un aspetto positivo, ma come la proroga di azioni importanti causate da una debolezza di spirito che limita la vita. Il brano contiene anche diverse allusioni religiose.
Sono contento di voi
Sono contento di voi è un'analisi di una serie di problemi di attualità, osservati però dal punto di vista che se ne avrà quando si diventerà più anziani.
L'amicizia
L'amicizia, brano che conclude il disco, è una malinconica riflessione sulla vita, sulle esperienze che segnano tutte le vite umane e sulle delusioni e ricerche amorose.