In architettura, un'esedra (dal greco antico ἐξέδρα, "sedile esteriore") è un incavo semicircolare, sovrastato da una semi-cupola, posto spesso sulla facciata di un palazzo (ma usato come apertura in una parete interna).
Storia
Il significato greco originale (un sedile all'esterno della porta) afferiva a una stanza che si apre su un portico, circondata tutt'intorno da banchi di pietra alti e ricurvi: un ambiente aperto destinato a luogo di ritrovo e conversazione filosofica. Un'esedra può anche risaltare da uno spazio vuoto ricurvo in un colonnato, magari con una sede semicircolare.
Nell'architettura nuragica è lo spazio antistante le tombe dei giganti, delimitato da due ali di muro generalmente costituite da lastroni di pietra, più o meno lavorati, di altezza decrescente dal centro verso l'esterno, conficcati a coltello nel terreno e con, nel mezzo, una stele centinata monolitica o più sovente bilitica con altezza maggiore rispetto alle ali. L'area era presumibilmente adibita allo svolgimento di riti funerari.