L'Era è un fiume della Toscana lungo 54 km. Nasce presso Volterra e sfocia nell'Arno a Pontedera. Ha origine da due torrenti: l'Era Viva, che nasce in località Pignano presso Volterra e l'Era Morta, che nasce in località Montemiccioli.
Ha come affluenti, di sinistra: fiume Cascina, torrente Ragone, torrente Sterza, il torrente Alpino e il botro Rosciano, di destra: torrente Capriggine, torrente Roglio, il torrente Strolla e il torrente Fregione.
Fatti storici
Nella metà del XVI secolo furono corretti alcuni meandri del fiume.
Il Cascina inizialmente sfociava direttamente in Arno ad ovest dell'attuale città di Cascina almeno fino al 1179. Successivamente nel piano di bonifica della intera zona il comune di Pisa deviò il suo corso facendolo confluire presso Ponsacco.
Così lo descrisse Cosimo Ridolfi nel Giornale Agrario Toscano (1832):
«Il fiume Era sotto Capannoli, dove lo traversammo scendendo in più larga vallata, apre una scena più deliziosa per la cultura di quei piani, e non meno ridente per quella delle colline che hanno molti castelli e paesetti sul loro dosso come la Villa Saletta, Forcoli, Treggiaia a dritta, e a sinistra Capannoli, Camugliano, e quindi scendendo nel piano il paese di Ponsacco. Le colline sono coltivate a viti ed olivi e le pianure hanno viti tirate sopra loppi, e sopra olivi, e non di rado sopra alberi (Populus Nigra). Il gran rigoglio che hanno queste viti obbliga quei contadini a potarle assai lunghe, quindi usano molto comunemente tirare quattro capi della vite avvoltati a due a due fra loro ed attaccati ad un bastone pendente, anzi tenute in aria dai medesimi, giacché ai primi col mezzo del bastone si riuniscono i capi della vite vicina, e così si vedono queste specie di festoni in ogni campo riunire una pianta all'altra. Io credo che la spesa di questi pali e bastoni debba esser minima perché in generale si sogliono togliere in inverno, né restano esposti all'intemperie della stagione onde non soffrono come quelli fitti nel terreno. Havvi un danno, e grave, quando i venti di autunno trovano le viti cariche d'uva ed imperversando col loro soffiare sopra questi festoni pendenti guastano una gran parte di raccolta.
Quei terreni presentano tutti i caratteri di una vegetazione vigorosa, e quindi spontaneità, ed abbondanza nelle erbe, e nelle piante arboree, fra le quali le viti sono rigogliosissime.»