Nacque a Perugia da Andrea Pensuti e Marianna Speranza, quest'ultima di origine abruzzese.[1] Alla scomparsa del padre, quando aveva solo due anni, si trasferì presso la famiglia materna all'Aquila dove frequentò le scuole e rimase fino al 1907. Nel capoluogo abruzzese ebbe come padre adottivo Carlo Patrignani, militare poliedrico, affine alle arti e allo sport, e che con il giovane Pensuti realizzò una delle prime automobili cittadine.[1]
Negli anni seguenti, Pensuti continuò a lavorare per la Caproni effettuando in breve tempo oltre tremila voli e collaudando 41 apparecchi, guadagnandosi una certa notorietà e le lodi di alcuni personaggi di spicco, tra i quali Guglielmo Marconi e Gabriele D'Annunzio.[1][2] Per la sua abilità, fu spesso arruolato dall'aeronautica militare italiana per delicate operazioni belliche, tra cui il bombardamento di Pola del 1917.[2]
Il 18 aprile 1918, mentre effettuava un volo nell'area della Malpensa, si verificò un incendio sul suo velivolo; Pensuti riuscì a portare a termine l'atterraggio consentendo al copilota, il tenente Mario Galassini, di salvarsi mentre lui morì a causa delle ustioni.[1][2]
Dediche e riconoscimenti
A lui sono dedicati:
il monumento bronzeo realizzato da Angelo Montegani e situato in piazza Vittorio Veneto a Somma Lombardo;