È una variante del synth pop con una spiccata enfasi verso sonorità elettroniche.[2] Caratterizzato dal massiccio uso di sintetizzatori, da melodie orecchiabili, testi spesso leggeri e un sound basato su sintetizzatori, drum machine e altri strumenti elettronici. Ha conosciuto la sua prima formazione tra 1978 e 1981. Il termine, che, al livello internazionale, è più comunemente scritto nella forma originaria ingleseelectropop, è entrato nell'uso quotidiano, a partire dagli anni novanta (in Italia, dopo il 2000, si tende a preferire la corrispondente forma italianizzata). L'elettropop ha posto le fondamenta per il cosiddetto synth pop da classifica (in inglese, chart-oriented synth pop), creando un vero e proprio mercato di massa. Sono moltissime le band che da allora hanno portato avanti la tradizione dell'elettropop, facendo attraversare a questo longevo genere musicale l'intero decennio degli anni novanta, fino ad arrivare al nuovo millennio.
Caratteristiche
Il genere è caratterizzato generalmente da suoni di sintetizzatori a bassa frequenza distintivi che può variamente essere descritto come fresco, croccante, gracchiante, confuso, caldo, distorto o sporco.[3] L'elettropop è diverso dal synth pop, con cui si tende a confonderlo. Il synth pop è spesso caratterizzato da un suono freddo e i testi, alienati e impassibili, hanno spesso delle implicazioni fantascientifiche, e non fanno uso del tema romantico-sentimentale più trito, cosiddetto, nella cultura anglofona, "boy meets girl, boy loses girl" (letteralmente: «il ragazzo incontra la ragazza, il ragazzo perde la ragazza»), imperniato sui rapporti d'amore più tradizionali e inflazionati, e comunissimo tra gli artisti che dominano il mercato di massa.
Per la maggior parte i brani elettropop odierni, al contrario, sono essenzialmente pezzi elettronici e pop spesso caratterizzati da ritornelli semplici e orecchiabili, veicolati da ritmi ballabili (danceable), anche se non ancora propriamente "dance". Le canzoni elettropop si differenziano da quelle della musica dance elettronica, che l'elettropop ha influenzato e dei quali ha contribuito allo sviluppo (house, electroclash, aggrotech, ecc.), concentrandosi maggiormente sull'aspetto compositivo delle canzoni piuttosto che sull'enfasi sulla pura ritmica e ballabilità (danceability) che caratterizza la musica dance elettronica.
In seguito, l'elettropop alimentò il movimento britannico dei new romantic che, all'inizio degli anni ottanta, ne incorporò il sound realizzato con i tipici sintetizzatori. Il primo elettropop pose le basi per l'accettazione della successiva musica rave, che fece la sua prima comparsa nel 1983, con il singolo dei New Order "Blue Monday". A circa dieci anni dalla cosiddetta «morte» dell'elettropop, attorno al 1982, il significato culturale dei suoi caratteristici "blips and beeps" («lucine e bip») era stato purificato dalla contaminazione del modernismo, saldandosi fermamente alla "nostalgia new romantic per l'arcaico", tipica della cultura rave[senza fonte].
^abcT. Cateforis, Are We Not New Wave?: Modern Pop at the Turn of the 1980s (Ann Arbor, MI: University of Michigan Press, 2011), ISBN 0472034707, p. 52.
(EN) Depeche Mode & The Story of Electro-Pop è una panoramica storica di 124 pagine, realizzata in collaborazione con la rivista Q/Mojo, pubblicata nel 2005, la quale, pur utilizzando una copertina dei Depeche Mode per attirare i lettori, di fatto tratta, con molta dovizia di particolari, la storia del primo electropop.
(EN) Electronic Music: The Instruments, The Music & The Musicians di Andy Mackay dei Roxy Music, Harrow House, 1981