Lo sciatore sassone ottenne il risultato più prestigioso della sua carriera nel 1961, quando vinse la classica di Adelboden: s'impose infatti nello slalom gigante dell'Internationalen Adelbodner Skitage disputato il 9 gennaio[4] davanti ai più quotati atleti austriaci, svizzeri e italiani. Anche grazie a tale successo venne definito dalla stampa "il miracolo del Fichtelberg"[5]: il nomignolo (in tedescoDas Wunder vom Fichtelberg, dal nome della vetta principale dei Monti Metalliferi dei quali erano originari) identificava tutto il gruppo degli sciatori tedeschi orientali provenienti da quella zona[6]. Nel 1963 si classificò 2º nello slalom gigante delle Drei-Gipfel-Rennen disputato ad Arosa il 23 marzo[7].
Nel 1967 partecipò alla stagione inaugurale della Coppa del Mondo, esordendo il 14 gennaio a Wengen in discesa libera (34º)[9] e conquistando il miglior risultato il giorno successivo nella medesima località in slalom speciale (12º)[10]; nello stesso anno tra le gare non valide per la Coppa del Mondo vinse lo slalom gigante e la combinata di Saalbach[senza fonte] e lo slalom gigante del trofeo Vitranc-Pokal di Kranjska Gora (11 marzo)[11].
Prese per l'ultima volta il via in Coppa del Mondo il 21 gennaio 1968 a Kitzbühel in slalom speciale (32º)[12] e ai successivi X Giochi olimpici invernali di Grenoble 1968, sua ultima presenza olimpica e iridata, Riedel gareggiò per la Nazionale di sci alpino della Germania Est, alla sua unica apparizione olimpica, e ne fu il solo componente; fu 41º nello slalom gigante, 13º nello slalom speciale e non concluse la discesa libera. Il suo ritiro, nel 1969, fu dovuto alla decisione del regime del suo Paese di non investire nello sci alpino, poiché - anche a causa della conformazione geografica della Germania Est, povera di montagne - tale sport (definito "non socialista"[1][6]) non garantiva rientri, in termini di possibili medaglie olimpiche, dei massicci investimenti necessari per la sua promozione[1][5][6]. Riedel prese in considerazione l'ipotesi di proseguire la carriera in Occidente, ma rinunciò principalmente perché avrebbe dovuto lasciare la sua famiglia nella DDR[5]; la sua ultima gara in carriera rimase così lo slalom speciale olimpico del 17 febbraio 1968.
9 ori (slalom gigante nel 1959; discesa libera nel 1961; combinata nel 1962; discesa libera, slalom gigante nel 1963; slalom gigante nel 1967; slalom gigante, slalom speciale, combinata nel 1968)
4 argenti (slalom gigante nel 1961; slalom gigante, slalom speciale, combinata nel 1964)
7 bronzi (slalom gigante nel 1957; slalom gigante nel 1958; slalom speciale, combinata nel 1959; slalom gigante/1, slalom gigante/2 nel 1962; combinata nel 1963)
Riconoscimenti
Iscrizione nella "Place of Fame" di Adelboden (2005)[5]
Note
^abcd(EN) Eberhard Riedel, su olympedia.org. URL consultato il 15 maggio 2024.