Il duomo di San Nicolò o chiesa madre di San Nicola di Bari è il principale luogo di culto della cittadina di Roccavaldina.[1][2][3]
Una chiesa è descritta al tempo di Federico III d'Aragona. Costruzione Verosimilmente edificata ad opera di Giovanni Rocca, primo feudatario del paese appartenente della famiglia pisana dei Rocca.
Il tempio attuale fu costruito approssimativamente sull'area delle rovine di un preesistente luogo di culto intitolato a "Gesù e Maria", aggregato costituito da chiesa, chiostro e strutture. Fabbriche atterrate da un terremoto documentato nei primi anni del XV secolo.
Ampliamenti, rifacimenti e perfezionamenti nelle forme attuali operati dai componenti della famiglia Valdina.[4]
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La facciata dalle connotazioni rinascimentali presenta una parte centrale raccordata con vele ai poderosi cantonali laterali. Gli accessi sono costituiti da due portalini laterali sormontati da timpani triangolari inframezzati da portale caratterizzato da grosso architrave reggente un timpano spezzato con edicola intermedia, quest'ultima sormontata da arco e arricchita da volute laterali. Nella nicchietta è collocata una statuetta marmorea della Vergine. Due finestre garantiscono l'illuminazione delle navate laterali, due oculi ovoidali a quella centrale. Uno, due e tre gradini, rispettivamente per portale, raccordano il piano stradale al piano di calpestio interno lievemente rialzato.
Lato sinistro: sepolture di Vincenzo Vajola e consorte e di Domenico Vajola, rispettivamente del 1836 e del 1850; Lato destro: sepolture di Rosa Grillo e Corrao (1787), del sacerdote Alberto Corrao (1817) e di Francesco Duca Passalacqua.
La torre in stile rinascimentale presenta un poderoso corpo con un doppio ordine di celle campanarie sovrapposte. La cella inferiore presenta una coppia di monofore rivolte verso ponente. L'ultimo ordine mostra le logge aperte sui quattro lati. Sul prospetto d'occidente caratterizzato da tre paraste in conci e ripartito da marcapiano, nel livello centrale sono presenti tre quadranti: quello intermedio è adibito ad orologio.
Impianto basilicale con tre absidi rivolte ad oriente. Interno ripartito in tre navate per mezzo di colonne arricchite da capitelli corinzi. Come il castello di Roccavaldina presenta una rara combinazione di stile fiorentino (tuscanico) che si innesta su particolari rinascimentali e barocchi.
Due affreschi con episodi della vita del Santo. Oggi resta visibile solo l'affresco di sinistra che rappresenta l'episodio di San Nicola in carcere.
Manufatto collocato in un ambiente dietro l'altare maggiore, restaurato nel 2012.
Sulla porta d'ingresso è collocata la tavola d'ignoto autore raffigurante San Nicola di Bari.
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