Il padre, Ulric van den Bogaerde (1892–1972), di origine fiamminga, era grafico del Times, la madre, Margaret Niven (1898-1980), una raffinata attrice. Prestò servizio militare in guerra sia sul fronte europeo sia sul Pacifico raggiungendo il grado di capitano con incarichi di intelligence. Fu con i primi reparti alleati che entrarono nel lager di Bergen-Belsen scoprendone gli orrori. Di questa esperienza Bogarde serberà un ricordo indelebile e molti anni dopo avrà a dire che piuttosto che trovarsi in ascensore con un tedesco, preferiva fare le scale a piedi. Paradossalmente, alcuni dei suoi ruoli più significativi sono proprio di personaggi tedeschi.
Tornato in patria, a 26 anni, fu la madre a introdurlo nel mondo dello spettacolo. Grazie al suo aspetto fisico venne ingaggiato dalla Rank Organisation, maggior industria cinematografica britannica. Il suo primo ruolo da protagonista fu quello del giovane criminale Riley in I giovani uccidono (1950) di Basil Dearden; i ruoli successivi rischiarono di ingabbiarlo nella figura del criminale disadattato e dal cuore d'oro, ma il ruolo che gli diede la definitiva popolarità fu quello del giovane medico nella commedia Quattro in medicina (1954), di cui verranno girati ben sei sequel.
Uomo molto dolce ed elegante, pur essendogli state attribuite molte relazioni con donne (celebre la sua storia sentimentale con l'attrice francese Capucine), rimase sempre celibe, e la lunga convivenza con il suo manager Anthony (Tony) Forwood ha spesso fatto sì che circolassero voci sulla sua omosessualità. Queste voci sono sempre state smentite dall'attore, che ha parlato del suo convivente sempre come un buon amico, con cui ha condiviso due residenze (prima in Inghilterra, poi in Francia) e che ha assistito fino alla morte, sopravvenuta nel 1987 per complicanze legate alla malattia di Parkinson. Nel 2004 il fratello di Bogarde in una intervista ha infine rivelato che tra i due c'era molto più di un'amicizia platonica e che Dirk era gay.[1]
Con il film Simba (1955), si parlò di un suo grande amore con l'attrice Nora Ricci, mentre con il film Un dottore in altomare (1955) la stampa montò un suo flirt con una giovanissima Brigitte Bardot, in uno dei suoi primi ruoli. Ciò contribuì a fare di Bogarde lo scapolo d'oro inglese degli anni cinquanta, ma il ruolo cominciò a stargli stretto e l'attore cercò ruoli più complessi, per mettere alla prova le proprie capacità drammatiche.
Nel 1961 fece scalpore il suo ruolo di tormentato avvocato omosessuale in Victim di Basil Dearden, primo film britannico che affrontò in modo serio il tema dell'omosessualità; un simile ruolo avrebbe bloccato all'epoca la carriera di chiunque, ma Bogarde lo affrontò con coraggio dimostrando le sue doti d'attore. La sua convincente interpretazione porterà anche a un mutamento del costume, poiché il Parlamento del Regno Unito sarà costretto, dal movimento d'opinione creatosi dopo il film, a cancellare alcuni reati legati all'omosessualità.
Negli anni successivi, più volte Bogarde impersonò personaggi ambigui e controversi per grandi registi: in Ombre sul palcoscenico (1963) recitò accanto a Judy Garland in uno dei suoi ultimi ruoli cinematografici. Seguì l'interpretazione forse più difficile di tutta la sua carriera ne Il servo (1963), firmato da Joseph Losey, e successivamente Per il re e per la patria (1964) dello stesso regista. Nello stesso anno apparve poi nel film d'avventura Il sole scotta a Cipro (1964).
Da ricordare inoltre la sua proficua collaborazione con il cinema italiano: Luchino Visconti non ebbe dubbi nell'assegnargli le parti dello spietato capitalista Frederick Bruckmann ne La caduta degli dei (1969) e dell'attempato e infelice professore Gustav von Aschenbach nel capolavoro Morte a Venezia (1971), mentre Liliana Cavani gli affidò l'interpretazione del perverso Max, l'ex militare nazista de Il portiere di notte (1973).
Altri suoi ruoli di rilievo furono quello del borioso avvocato Claude in Providence (1977) di Alain Resnais, e quello del pericoloso dissociato in Despair (1978) di Rainer Werner Fassbinder. Dopo il film Daddy Nostalgie (1990) di Bertrand Tavernier, si ritirò dal cinema. Scrisse sette romanzi e una monumentale autobiografia. Morì per attacco cardiaco all'età di 78 anni. Era il prozio della cantautrice britannica Birdy.
1960 - Lyrics For Lovers con Eric Rogers And His Orchestra
1993 - A Short Walk From Harrods
Doppiatori italiani
Giuseppe Rinaldi in Il giardiniere spagnolo, Colpo di mano a Creta, La dinastia del petrolio, Il vento non sa leggere, Verso la città del terrore, La sposa bella, Estasi, Ombre sul palcoscenico, Il servo, Modesty Blaise - La bellissima che uccide, Il portiere di notte
Renzo Palmer in Il coraggio e la sfida, Victim, Troppo caldo per giugno, Il sole scotta a Cipro, Tutte le sere alle nove
Gualtiero De Angelis in Tragica incertezza, I giovani uccidono, La colpa del marinaio