Tali influenze possono essere individuate già in alcune fresche e originali scelte stilistiche del suo primo film, Shooting Stars (1928), sul quale, per quanto accreditato solo come aiuto regista di H.V. Bramble, Asquith assunse il pieno controllo produttivo[3]. I successivi film muti Underground (1928) e A Cottage on Dartmoor (1930) sono ricchi di omaggi all'espressionismo tedesco. Nel frattempo, nel 1926, si era recato a Hollywood, stringendo una stretta amicizia con gli attori Douglas Fairbanks e Mary Pickford.
Questa eccentrica figura di origini aristocratiche, che sul " set vestiva come un elettricista e, se è possibile, anche peggio"[6], era stato il primo regista britannico ad iscriversi a un sindacato industriale. Durante la seconda guerra mondiale, nella qualità di presidente della Association of Cinematograph and Television Technicians (ACTT), carica che avrebbe rivestito per 30 anni, condusse una determinata ed incisiva battaglia contro la smobilitazione degli studi cinematografici[7].
Dopoguerra
Mentre conduceva un'altra dura lotta personale contro l'alcolismo, che "già all'inizio del decennio aveva cominciato a costituire una seria preoccupazione per amici e collaboratori"[8], diresse alcune tra le sue più raffinate e popolari opere, anch'esse tratte da drammi di Rattigan: in particolare Tutto mi accusa (1948) e Addio Mr. Harris (1951). Prima di "iniziare una fase sostanzialmente declinante"[9], Asquith adatto' per lo schermo L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde, opera di "confezione squisita, recitato con eleganza infallibile"[10]. Merita ancora di essere segnalato il film "più noto del decennio sul tema dello spionaggio a sfondo bellico"[11], Ordine di uccidere (1958).
Asquith, fu un alcolizzato. Elegante e riservato omosessuale, non si sposò mai. Alla sua morte, nel 1968, il Primo Ministro britannico Harold Wilson ebbe a definirlo "una figura unica ed insostituibile per tutto il cinema britannico"[13].