I diritti civili per le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender in Lituania non sono gli stessi delle persone eterosessuali.
Anche se l'omosessualità è stata decriminalizzata nel 1993, l'eredità storica del regime comunista comporta ancora dei limiti per i diritti LGBT
La protezione contro la discriminazione è stata regolamentata come parte dei criteri per l'adesione all'Unione europea e nel 2010 ha avuto luogo la prima sfilata di orgoglio gay nella capitale, Vilnius.[1]
Al 2024 la Lituania è uno degli ultimi 5 Paesi appartenenti all'Unione Europea a non avere alcuna legge sulle unioni civili o sulle coppie di fatto assieme a Polonia, Bulgaria, Romania e Slovacchia.
Storia del diritto penale lituano
L'omosessualità, illegale nell'Unione Sovietica, è stata legalizzata in Lituania nel 1993, due anni dopo la fine dell'occupazione. Durante l'occupazione sovietica, l'omosessualità è stata considerata una decadenza della borghesia.
L'età del consenso è stata parificata nel 2004.[2]
Protezioni contro la discriminazione
Secondo la legge sulla parità di trattamento del 2005, la discriminazione basata sull'orientamento sessuale è vietata nei settori dell'occupazione, dell'istruzione e dell'accesso ai beni e servizi.
La violenza contro le persone LGBT e altre minoranze è esplicitamente vietata dal codice penale del Paese, sezione 170.[3]
Tutele per le coppie omosessuali
Vi sono diverse disposizioni che vietano il matrimonio egualitario in Lituania. L'articolo 38 della costituzione stabilisce che "il matrimonio è permesso con il libero consenso reciproco di un uomo e di una donna".[4] Il matrimonio dello stesso sesso è anche esplicitamente vietato all'articolo 3.12 del codice civile del paese, affermando che "il matrimonio è permesso con una persona del sesso opposto".[5] Inoltre, il codice civile del paese consente l'approvazione delle istituzioni di partenariato da parte delle autorità legislative, sebbene l'articolo 3.229 del codice li limiti alle coppie eterosessuali.
Identità / espressione di genere
L'articolo 2.27 del codice civile consente a qualsiasi persona non sposata di cambiare genere giuridico se questo è supportato da un intervento chirurgico dei genitali.
Divieti di propaganda
Dopo diverse proposte precedenti[6] il parlamento approva il 1º marzo 2010 una legge che vieta la "promozione delle relazioni omosessuali" nei confronti dei minori.[7]
L'articolo 39.1 della legge sull'informazione pubblica, modificata il 30 settembre 2010 ed entrata in vigore il 18 ottobre dello stesso anno afferma che: "qualsiasi annuncio pubblicitario o un messaggio audiovisivo commerciale non può avere in essa informazioni che umiliano la dignità di una persona, discriminando per motivi di razza, sesso o origine etnica, cittadinanza, religione o fede, handicap o età; questi messaggi non possono rappresentare o promuovere un orientamento sessuale, offendere sentimenti religiosi o convinzioni politiche, promuovere un comportamento pericoloso per la salute, la sicurezza o un comportamento particolarmente dannoso per l'ambiente".[8]
Nel 30 giugno 2011 entra in vigore una nuova legge che modifica l'articolo 39.1 : " La pubblicità e le comunicazioni commerciali audiovisive devono essere dignitose, corrette e chiaramente identificabili. La pubblicità e le comunicazioni commerciali audiovisive vietano la pubblicazione di informazioni che degradano la dignità umana, discriminano o promuovono discriminazioni basate su razza, sesso, orientamento sessuale o origine etnica, nazionalità, cittadinanza, religione o convinzioni personali, disabilità, età o offese ai sentimenti religiosi o all'affiliazione politica. convinzioni che incoraggiano comportamenti pregiudizievoli per la salute o la sicurezza e che sono particolarmente dannosi per l'ambiente".[9]
Ciò fa presupporre che non ci sia più un divieto di propaganda.
Servizio militare
I gay e le lesbiche sono autorizzati a servire apertamente nei militari.
Opinione pubblica
Un sondaggio tra i membri dell'Unione europea, condotto nel 2006, ha mostrato che il 17% della popolazione si diceva a favore del matrimonio egualitario mentre il 12% era favorevole al diritto d'adozione per le coppie omosessuali.
Un sondaggio condotto nel 2009 ha rivelato che solo il 16% dei lituani ha approvato la marcia di orgoglio gay nella capitale del paese mentre l'81,5% degli intervistati considerava l'omosessualità come una perversione o una malattia.[10]