Il diabete (dal greco antico διαβήτης, diabètes, derivato di διαβαίνω, diabàino, «passare attraverso»[1]) è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina[2].
Comunemente il termine è utilizzato per indicare una malattia cronica, inquadrabile nel gruppo delle patologie note come diabete mellito, caratterizzata da un'elevata concentrazione di glucosio nel sangue, che viene a sua volta causata da una carenza (assoluta o relativa) di insulina nell'organismo umano, o da un'alterata funzionalità dell'insulina stessa, ormone che stimolando l'assunzione del glucosio nelle cellule muscolari e adipose ne diminuisce la concentrazione nel sangue[3].
Si è universalmente accettato che il termine greco sia stato utilizzato in idraulica, indicando principalmente il sifone attraverso cui passa l'acqua; il termine medico alluderebbe quindi al frequente passaggio di urina provocato dalla malattia.
A questa spiegazione si è opposto il linguista Émile Benveniste, facendo osservare come il verbo greco significhi sì attraversare, ma non è stato mai riferito ai liquidi, perché ha il senso proprio di tenere le gambe allargate, divaricate (alludendo alla posizione dell'urinare), tanto è vero che con diabetes si indicano anche vari strumenti come il compasso, la livella perpendicolare o il sifone stesso, fatto appunto a U.
Da quest'ultima accezione si è tratto il nome metaforico della malattia perché, come lo strumento applicato a un vaso che, quando il recipiente è pieno fino all'orlo, fa colare il liquido, così il diabete causa l'impulso intrattenibile a urinare; questa metafora venne spiegata in questi termini dal medico greco Sorano d'Efeso, quando la voce entrò nel vocabolario greco.
Diabete mellito[4]: condizione patologica eterogenea caratterizzata da persistente aumento dei livelli di zucchero (glucosio) nel sangue. Ne fanno parte:
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