Il nome scientifico del genere è stato definito per la prima volta dal botanico Carl Ludwig von Blume (1796-1862) nella pubblicazione " Bijdragen tot de Flora van Nederlandsch Indie" ( Bijdr. Fl. Ned. Ind. 15: 889) del 1826.[3]
Descrizione
Le specie di questo genere sono delle piccole erbacee con cicli biologici annuali (principalmente) o perenni con altezze massime 2-6 dm. Spesso sulla superficie di queste piante sono presenti peli asimmetrici, o peli simmetrici a “T” e anche tricomi.[4][5][6][7][8][9]
Le foglie sono disposte in modo alterno oppure rosulate (a rosetta). Sono picciolate (i piccioli sono più o meno alati) con una lamina intera a forma da strettamente lanceolata a ovata, deltata o spatolata con basi cuneate e apici da arrotondati a acuti; la consistenza è membranacea. Le facce adassiali variano da scabre a glabre; quelle abassiali sono densamente pelose-irte e punteggiate di resina. Le venature normalmente sono pennate. I margini sono continui e seghettati. La superficie può essere pubescente.
L'infiorescenza è formata da numerosi capolini (fino a 100) discoidi peduncolati in formazioni corimbiformi. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro a forma da campanulata a spiraliforme o emisferica composto da circa 30 squame (o brattee) disposte su 3 - 5 serie embricate che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori di tipo tubuloso. Le brattee dell'involucro, persistenti e cartacee con margini interi e apici spinosi, a volte sono divise in esterne e interne: quelle interne hanno forme lanceolate; quelle esterne hanno forme da subulate a lanceolate. Il ricettacolo normalmente è sprovvisto di pagliette (ricettacolo nudo). Diametro dei corimbi di capolini: 6-15 cm. Diametro dell'involucro: 4-5 mm.
Corolla: la corolla è pubescente per peli diritti; i lobi, lanceolato-lineari, possono essere sericei o spinosi. I tubi sono più lunghi delle gole imbutiformi. Il colore varia da lavanda a rosa o violaceo.
Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[11] Le antere sono prive di code. Il polline è del tipo triporato (con le fessure di germinazione costituite da tre pori)[12]; con polline triporato la parte più esterna dell'esina è sollevata a forma di creste e depressioni (echino-"lophato").
Gineceo: lo stilo è filiforme con base con larghi nodi o protuberanze. Gli stigmi dello stilo sono due lunghi e divergenti; sono sottili, pelosi e con apice acuto. L'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli. Gli stigmi hanno la superficie stigmatica interna (vicino alla base).[13]
I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni hanno 5 coste oppure sono affusolati (non nervati). Sulla superficie degli acheni sono presenti dei tricomi oppure dei tubercoli; all'interno si può trovare del tessuto di tipo idioblasto e rafidi di tipo subquadrato da corti a elongati; non è presente il tessuto fitomelanina. Il pappo è formato da più o meno 20 snelle squamelle capillari persistenti o caduche.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Distribuzione e habitat
Le specie di questo gruppo si trovano dall'Africa centro-meridionale all'Australia passando per l'Asia meridionale-tropicale.[2] Queste piante probabilmente di origine paleotropicale, sono ora ampiamente stabilite nelle regioni tropicali e temperate calde come ruderali naturalizzate.[9]
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[14], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][7][8]
Filogenesi
Le specie di questo gruppo appartengono alla sottotribù Erlangeinae descritta all'interno della tribù Vernonieae Cass. della sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[17] Da un punto di vista filogenetico in base alle ultime analisi sul DNA la tribù Vernonieae è risultata divisa in due grandi cladi: Muovo Mondo e Vecchio Mondo. I generi di Erlangeinae appartengono al subclade relativo all'Africa tropicale e meridionale (l'altro subclade africano comprende anche specie delle Hawaii) frammisti ai generi di altre sottotribù; si tratta quindi di un clade non ancora ben risolto filogeneticamente.[8]
La sottotribù, e quindi i suoi generi, si distingue per i seguenti caratteri:[7]
le specie della sottotribù sono principalmente di origine Africana;
nella pubescenza sono presenti peli da asimmetrici a simmetrici a forma di "T";
alcune specie hanno delle foglie pennate divise in segmenti;
le infiorescenze in genere non sono sottese alla base da brattee fogliacee;
il polline varia da triporato a tricolporato;
gli acheni possono avere da 4 a 12 coste;
il pappo è cupoliforme.
In precedenza la tribù Vernonieae, e quindi la sottotribù di questo genere, era descritta all'interno della sottofamiglia Cichorioideae.[8]
I caratteri distintivi per le specie di questo genere sono:[7]
l'habitus delle specie è annuale o formato da specie piccolo-perenni;
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.