La congregazione fu eretta da papa Benedetto XV con breveOrdo a Divo Benedicto del 20 febbraio 1920 per riunire le abbazie francofone del Belgio (originalmente, infatti, era detta Congregazione Belga).[1]
La congregazione assunse presto un carattere internazionale: nel 1927 si unì alla congregazione il monastero di Trinidad, sorto nel 1915, e fu fondato un monastero a Glenstal, in Irlanda, elevato ad abbazia nel 1957; nel 1931 si unirono i monasteri portoghesi di Cucujães (soppresso pochi anni dopo) e Singeverga (elevato ad abbazia nel 1938); alcuni giovani polacchi iniziati alla vita religiosa a Saint-André nel 1939 restaurarono il monastero di Tyniec, presso Cracovia, elevata ad abbazia nel 1969.[1]
Missioni
La congregazione curò anche la diffusione del monachesimo benedettino nei paesi di missione e l'evangelizzazione delle popolazioni locali: dal 1910 i benedettini di Saint-André lavorarono in Katanga, dove nel 1947 fu fondato il monastero di Notre-Dame des Sources per gli indigeni; nel 1933 si aprirono missioni in Angola e nel 1958, a opera dei monaci di Maredsous, in Ruanda.[2]
Nel 1929 i benedettini di Saint-André raggiunsero la Cina e, dopo l'espulsione dal paese, si dedicarono all'apostolato presso i cinesi negli Stati Uniti d'America e fondarono un monastero a Valyermo, in California;[2] altre missioni vennero fondate in India (1952) e Perù (1968).[3]
Per diffondere la conoscenza dell'attività missionaria della congregazione è stata creata la rivista Bulletin des missions, che nel 1953 è stata rinominata Rythmes du monde.[3]
Opere intellettuali
A numerosi monasteri della congregazione sono annessi collegi per la formazione dei ragazzi.[2]
Notevole è anche il lavoro di ricerca scientifica in campo storico e letterario. I monaci della congregazione pubblicano numerose riviste come il Bulletin d'ancienne littérature chrétienne latine, il Bulletin d'histoire bénédictine e Recherches de théologie ancienne et médiévale.[2]
Il più illustre esponente della spiritualità della congregazione fu il monaco irlandese Columba Marmion, terzo abate di Maredsous, beatificato nel 2000.[4]
^Atlas O.S.B., editio II, Romae 2004 (ZIP), su atlas.osb-international.info. URL consultato il 15 agosto 2011 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2011).