Deriva dal nome greco Κλυτια (Klytia), femminile di Κλυτιος (Klytios); si basa sul termine κλυτος (klytos), "famoso", "illustre", "nobile"[1], e ha quindi significato analogo ai nomi Berta, Shohreh, Aneirin, Nabil e Clelia.
È un nome di tradizione classica, portato nella mitologia greca da Clizia, la ninfa innamorata del sole (Apollo o Elio) e non ricambiata e che si trasformò in eliotropio, il fiore che - secondo la tradizione - segue inclinandosi gli spostamenti del sole[1][2]. Da lei prende il nome 73 Klytia, un asteroide della fascia principale.
"Clizia", secondo alcune tradizioni[3], è anche il nome della regina della Lidia, moglie prima di Candaule e poi di Gige, citata da Erodoto nelle sue Storie.
Clizia è il nome della figura femminile nella raccolta di poesie Le occasioni (1939) di Eugenio Montale, che riveste un ruolo e una funzione allegorica analoga a quella di Beatrice per Dante.