Il clan Mazzarella è un sodalizio camorristico operante in diversi quartieri di Napoli[1]. L'organizzazione è storicamente considerata una delle più potenti di tutta la Camorra. Fondata dagli Zaza negli anni '40 e poi passata sotto il controllo dei fratelli Mazzarella, attualmente è divisa in diversi rami, con un reggente per ciascuno di essi.[2]
Il patriarca della famiglia è Francesco Mazzarella (1922 — 16 febbraio 1998), padre di 7 figli (quattro maschi e tre femmine). Tutti avuti da Nunzia Zaza (1923).
I figli di Ciro Mazzarella (Napoli, 2 aprile 1940 – Napoli, 2 settembre 2018) detto 'o scellone e Assunta Presutto (1941) sono:
I figli di Giovanna Mazzarella e Gennaro Ottaviano sono:
I figli di Salvatore Mazzarella (1945 — 28 maggio 1995) a suo tempo incensurato e impiegato al comune, sono:
I figli di Gennaro Mazzarella (Napoli, 25 settembre 1949) detto 'o schizzo e Anna Cirelli (Napoli, 15 novembre 1951) sono:
Il figlio di Luisa Mazzarella (15 ottobre 1952) e Mario Barile:
I figli di Vincenzo Mazzarella (Napoli, 8 maggio 1956 – Milano, 5 novembre 2018) detto 'o pazzo sono:
i 6 avuti con la moglie Antonietta Virenti (Napoli, 20 luglio 1958) sono:
Esistono anche altri Mazzarella: tra cui, i cugini di Francesco Mazzarella (1922 – 16 febbraio 1998) che sono storici contrabbandieri del gruppo di Portici: Gaetano, Vincenzo, Ciro (1929) e Luigi.
I fratelli Vincenzo Mazzarella (1949) detto 'o vichingo e Salvatore Mazzarella (Napoli, 5 aprile 1953) detto o'cuntrario, figli di un fratello del capostipite Francesco Mazzarella (1922 - 16 febbraio 1998).
Poi ci sono anche i cugini di Ciro 'o scellone, Salvatore, Gennaro 'o schizzo e Vincenzo 'o pazzo che sono: Domenico Mazzarella (Napoli, 19 dicembre 1952) e Alfonso Mazzarella (Portici, 11 giugno 1962).[42]
Un altro cugino Ciro Mazzarella detto 'o luongo (noto contrabbandiere) figlio di un cugino del capostipite Francesco Mazzarella (1922 - 16 febbraio 1998).
Una cugina: Anna Mazzarella (Napoli, 31 maggio 1972).
Infine vi sono: Alfonso Mazzarella (Napoli, 16 febbraio 1986) e Ciro Mazzarella (Napoli, 11 ottobre 1990).
I figli di Gaetano Mazzarella:
I figli di Luigi Mazzarella:
I figli di Vincenzo Mazzarella (25 settembre 1949)[43]detto 'o vichingo:
Il figlio di Domenico Mazzarella (Napoli, 19 dicembre 1952):
I figli di Salvatore Mazzarella (Napoli, 5 aprile 1953) detto o'cuntrario e Antonietta Buonomo (Napoli, 23 dicembre 1956):
Il figlio di Franco Mazzarella (Napoli, 6 dicembre 1961), che è a sua volta figlio di Ciro Mazzarella (Napoli, 2 aprile 1940 - Napoli, 2 settembre 2018) 'o scellone:
La figlia di Luciano Mazzarella (Napoli, 7 luglio 1966):
Il figlio di Salvatore Mazzarella (Napoli, 20 luglio 1974):
Il figlio di Roberto Mazzarella (Napoli, 6 gennaio 1978), a sua volta figlio di Salvatore, deceduto nel 1995:
Santa Lucia, Mercato, Poggioreale, i cui rispettivi capi per ciascuna zona sono i fratelli Ciro, Gennaro e Vincenzo.
San Giovanni a Teduccio: era il quartiere di provenienza della famiglia Mazzarella e si spartivano i proventi illeciti equamente i tre fratelli Ciro, Gennaro e Vincenzo, poi dopo la vittoria sulla N.C.O. e dopo l'arresto dei fratelli Zaza, Salvatore e Michele, ognuno dei fratelli decise di diventare il boss del quartiere dove risiedeva (Santa Lucia, Mercato e Poggioreale) e, visto che il clan si era ormai ingrandito a tal punto , dovettero affidare la gestione degli affari illeciti nelle mani dei Formicola e dei Rinaldi, che all'epoca erano dei clan satelliti che facevano capo a loro, oggi invece i Formicola e i Rinaldi si sono ritagliati una fetta di spazio loro, i Formicola nel quartiere Bronx o Taverna del Ferro e i Rinaldi nel Rione Villa, i due clan si sono alleati e pertanto sono entrambi in contrasto con il clan Mazzarella soprattutto dopo l'omicidio di Vincenzo Di Pede avvenuto nel 2012. Attualmente per conto dei Mazzarella a San Giovanni a Teduccio opera un gruppo formato dai figli di Salvatore Mazzarella (1945 - 1995) fratello dei capi, Ciro, Gennaro e Vincenzo, anche se lui era estraneo agli affari di famiglia, i suoi figli Francesco e Roberto, hanno deciso di intraprendere la carriera criminale degli zii.
Forcella: i Mazzarella si impossessarono di Forcella dopo il matrimonio nel 1996 tra Michele Mazzarella e Marianna Giuliano.
Somma Vesuviana: vi è un clan satellite che fa capo ai Mazzarella, il clan De Bernardo.
Chiaia, Torretta e Fuorigrotta: di dominio del clan Zaza, imparentati con i Mazzarella e strettamente legati a loro negli affari.
San Giorgio a Cremano e Portici: fazione di stanza nel territorio vesuviano facente capo alla costola del clan Mazzarella, Luongo-D'Amico.
I Mazzarella sono divisi tra di loro in tre fazioni (si può dire che non c'è un unico capo)[46]: La famiglia di Ciro 'o Scellone (Napoli, 2 aprile 1940 – Napoli, 2 settembre 2018) gestisce la zona di Santa Lucia e anche parte del Pallonetto (in quest'ultima zona si sono distaccati e comandano ora gli Elia) anche se inizialmente si insediò a San Giovanni a Teduccio. Questa famiglia fu la prima che instaurò le cosiddette "paranze" del contrabbando che andavano da Borgo Santa Lucia a Posillipo e da Bagnoli a Pozzuoli. Ciro 'o Scellone era un boss atipico, si può dire che non teneva un suo clan vero e proprio.
La famiglia di Gennaro 'o Schizzo (Napoli, 25 settembre 1949) gestisce la zona di Porta Nolana e zone limitrofe come Mercato/Case Nuove, Soprammuro o quartiere Vicaria e Tribunali, ricevendo le quote da San Giovanni a Teduccio.
La famiglia di Vincenzo 'o Pazzo (Napoli, 8 maggio 1956 – Milano, 5 novembre 2018) gestisce la zona di San Giovanni a Teduccio, Poggioreale, Rione Luzzatti (quartiere di Poggioreale), Forcella ed ha anche il controllo della Maddalena, le zone limitrofe come San Gaetano, Duchesca, via Duomo, San Biagio dei Librai, Porta Anticaglia, San Giovanni a Carbonara, Carriera Grande, Porta Capuana e la zona della Ferrovia, anche se inizialmente si insediarono nel solo Rione Luzzatti, dove hanno sempre comandato e dove tuttora comandano. Negli ultimi anni il loro raggio di azione si è esteso anche nei comuni di San Giorgio a Cremano e Portici. Mentre attualmente sono all'assalto dei Quartieri Spagnoli[56] e del Rione Sanità[57]. La famiglia di Vincenzo è quella più importante perché possiede il controllo di molte più zone rispetto a quelle dei fratelli, inoltre si può dire che al suo interno è spaccata in due fazioni, ma non divisa tra di loro come con le altre famiglie dei fratelli, ma suddivisa solamente per gestire meglio le zone che nel frattempo erano diventate troppo vaste, quella facente capo a San Giovanni a Teduccio e quella che ha il controllo di Forcella (un tempo feudo dei Giuliano), tutto questo perché la famiglia di Vincenzo si è ingrandita a tal punto con l'unione in matrimonio di Michele Mazzarella (figlio di Vincenzo) e Marianna Giuliano (figlia di Luigi Giuliano) ed ha assunto il controllo di zone come la Maddalena, la Duchesca, San Gaetano e per l'appunto Forcella. Inoltre la famiglia si è allargata ulteriormente negli ultimi anni perché si è creata una costola o per meglio dire un'articolazione del clan Mazzarella nei territori di San Giorgio a Cremano e Portici, i Luongo-D'Amico; esiste un legame di parentela tra le due cosche, i D'Amico e i Mazzarella, perché il capoclan Fabio D'Amico è il genero di Vincenzo Mazzarella.
Nel corso degli anni la famiglia di Vincenzo Mazzarella ha inglobato altri clan come i Misso e i Sarno formando così uno dei cartelli più influenti dell'epoca: i Misso-Mazzarella-Sarno (che poi in seguito si sarebbero ingranditi a tal punto, come se già di per sé non bastassero, fino a diventare un mostro a "quattro teste": i Misso-Mazzarella-Sarno-Di Lauro, alleati anche con i Giuliano per un breve lasso di tempo, come svelato dal pentito Salvatore Giuliano), di cui vi era a capo proprio Vincenzo Mazzarella dopo l'arresto di Giuseppe Misso[10]. Si allearono poi con i Buonerba-Del Prete durante la faida con i Sibillo-Giuliano (2013-2015), con i Luongo-D'Amico[76] (costola degli stessi Mazzarella operante a San Giorgio a Cremano) per la faida con i Vollaro nelle zone di San Giorgio a Cremano e Portici (attualmente)[77] ed infine con i Sequino della Sanità per il controllo del Rione Sanità (da parte dei Sequino) e dei Quartieri Spagnoli (da parte dei Mazzarella).[78]
Esistono inoltre gli Zaza, del quartiere Fuorigrotta, ramo della famiglia Mazzarella.[79]
L'ultimo capo del ramo Zaza, Salvatore Zaza, era coinvolto in un ampio piano di traffico internazionale di cocaina dal Perù verso l'Europa, con l'intenzione di acquisire il controllo totale del porto di Callao; uno dei suoi contatti era Gerald Oropeza, uno dei maggiori trafficanti di droga in Perù.[80] Secondo la DEA, Zaza gestiva oltre 500 milioni di dollari all'anno nelle spedizioni di cocaina attraverso i porti del paese verso l'Europa.[81] Zaza è stato arrestato a Barcellona nel 2009.[82]
Nel 2014, l'agenzia antimafia ha sequestrato 400 milioni di euro che appartenevano al clan Zaza, secondo gli inquirenti i soldi erano investiti in macchine, ristoranti, alberghi, ditte edili, sale scommesse e cavalli. I sequestri sono stati effettuati principalmente a Roma, ma anche a Genova, Gorizia e Caserta. Le indagini si sono concentrate su Ciro Smiraglia, referente per le attività economiche del clan sulla capitale.[83][84]
Nel 2016, sono stati sequestrati beni per un valore di 3 milioni di euro al boss Zaza. Tra i beni finiti sotto sequestro ci sono quattro magazzini di circa venticinque metri quadrati, un magazzino di quaranta metri quadrati, un appartamento, una Smart Fortwo Coupé, una motocicletta Mv Agusta Brutale 800 Dragster, quindici conti correnti, patrimoni aziendali e le quote societarie di diverse società.[85]
Nacque come un gruppo malavitoso dedito al contrabbando di sigarette. I Mazzarella iniziarono ad imporsi sulla scena criminale negli anni cinquanta, quando la famiglia instaurò le cosiddette "paranze" del contrabbando da Santa Lucia a Posillipo, da Bagnoli a Pozzuoli. Negli anni cinquanta, sessanta e settanta erano attivi soprattutto i fratelli Zaza, zii dei Mazzarella, con a capo Michele Zaza. Dopo diversi anni la gestione dell'impero passò ai nipoti di Michele Zaza, i fratelli Mazzarella, i figli di Francesco Mazzarella: Ciro, detto 'o Scellone, Gennaro, detto 'o Schizzo, e Vincenzo, detto 'o Pazzo. Questi ultimi durante gli anni ottanta e novanta finirono coinvolti in molte guerre di camorra che portarono alla morte di decine e decine di affiliati, tra cui anche il mammasantissima Francesco, che morì in un agguato all'uscita del carcere di Poggioreale nel 1998[93] (l'obiettivo era allora il figlio Vincenzo e i mandanti furono i vertici dell'Alleanza di Secondigliano).
Negli anni settanta l'avvento di Raffaele Cutolo iniziò a smuovere gli equilibri di potere in città e giocoforza la famiglia Zaza/Mazzarella dovette schierarsi. Cutolo fece la richiesta a Michele Zaza di una tangente di cinquantamila lire su ogni cassa di sigarette dando così il via alla guerra con la federazione della Nuova Famiglia, ai vertici della quale vi erano anche i fratelli Mazzarella. Dopo che Michele Zaza si fece da parte, i tre fratelli cominciarono ad apparire indipendenti, anche sotto il profilo geografico d'influenza: Vincenzo si era insediato nel Rione Luzzatti, nel quartiere di Poggioreale, Gennaro si insediò nella zona del Mercato e Ciro si collocò fra San Giovanni a Teduccio e il Pallonetto di Santa Lucia, dedicandosi soprattutto al contrabbando di sigarette. Nel maggio del 1995 viene ucciso Salvatore Mazzarella, 50 anni, fratello di Ciro, Gennaro e Vincenzo. Nel 1996 Marianna Giuliano, figlia di Luigi Giuliano, sposò Michele Mazzarella, figlio di Vincenzo Mazzarella: quell'unione servì a rafforzare i rapporti tra i due clan più importanti del centro storico e della periferia orientale. Alla fine degli anni novanta, la famiglia Mazzarella entrò in guerra con l'Alleanza di Secondigliano, in particolare contro la famiglia Contini del Vasto-Arenaccia; questa faida portò a decine di morti fra i quali anche il patriarca Francesco[94], con una escalation nel mese di febbraio del 1998 che portò a dieci morti in nove giorni[94]. Negli anni duemila il clan si è esteso anche alla provincia nord di Napoli, in comuni come Acerra, Marigliano, Mariglianella e Brusciano, grazie all'alleanza con le famiglie locali. A Napoli città, invece, la famiglia Mazzarella iniziò a far parte del potente cartello denominato dagli inquirenti Misso-Mazzarella-Sarno[95] (che ingloba comunque altre famiglie minori). Tuttavia, nel 2008, questa forte alleanza venne spezzata dal clan Sarno, portando la zona periferica orientale di Napoli ad una nuova e sanguinosa guerra.
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