L'edificio, già rimaneggiato nel 1571, fu interessato da un nuovo rifacimento nel 1587[1]. Nel XVIII secolo versava però in pessime condizioni, tanto che il vescovo Carlo della Torre di Rezzonico minacciò di chiuderla al culto; si decise quindi di ricostruirla e i lavori iniziarono nel 1782 per poi essere ultimati nel 1802, mentre la consacrazione venne impartita nel 1829 dal vescovo Modesto Farina[1][3].
Tra il 1917 e il 1918, nell'ultimo anno del conflitto, la parrocchiale venne pressoché interamente distrutta; nei primi mesi del dopoguerra le funzioni si tennero in una baracca, mentre poi dal 7 ottobre 1919 si spostarono in una cappelletta in legno realizzata originariamente dagli occupanti austriaci. La chiesa venne riedificata in stile neoclassico tra il 1924 e il 1927 e consacrata il 24 agosto 1934 dal vescovo Carlo Agostini[1].
Nella seconda metà del Novecento la chiesa fu adeguata alle norme postconciliari; tra il 1980 e il 1981 il tetto venne restaurato e negli anni novanta si provvide ad ammodernare gli impianti audio ed elettrico[1].
Descrizione
Esterno
La facciata a capanna della chiesa, rivolta a nordest e scandita da quattro lesene d'ordine composito poggianti su alti basamenti e sorreggenti il frontone dentellato in cui s'apre un oculo, presenta centralmente il portale d'ingresso sormontato dal timpano semicircolare[1].
Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali la statua con soggetto Santa Giustina di Padova, il gruppo con i Santi Rocco e Sebastiano, il bassorilievo ritraente il Battesimo di Cristo e il dipinto raffigurante il Martirio di Santa Giustina, realizzato nel 1928 dal padovano Giovanni Dandolo[3].