Chiesa di Regina Pacis (Forlì)

Chiesa di Regina Pacis
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneEmilia Romagna
LocalitàForlì
IndirizzoViale John Fitzgerald Kennedy, 4, 47121 Forlì
Coordinate44°12′47.6″N 12°02′46.12″E
Religionecattolica
TitolareMadonna
Diocesi Forlì-Bertinoro
Consacrazione1965
ArchitettoGiancarlo Cevenini
Inizio costruzione1963

La chiesa di Regina Pacis di Forlì è una chiesa dedicata alla Madonna, facente parte della Diocesi di Forlì-Bertinoro, nel quartiere Spazzoli-Campo di Marte-Benefattori. La chiesa è intitolata a Maria Regina della Pace ed è la chiesa parrocchiale dell'omonima parrocchia della Diocesi.

La chiesa è degli anni '60 e presenta uno stile eclettico che prevede una struttura con materiali moderni associata a vetrate artistiche e decorazioni in ferro battuto e ceramica nell'interno.

Storia

Il piano regolatore del 1941 progettato da Saul Bravetti prevedeva ci fosse in questa zona, oltre l'uscita dai giardini pubblici un nuovo luogo di culto, ma solo con gli anni '50, per interessamento del vescovo Paolo Babini, si inizia a pensare concretamente alla realizzazione di una chiesa per quello che sta diventando un nuovo quartiere in espansione. Il primo progetto, dell’ingegner Ferruccio Gavelli, non viene accettato dalla Pontificia commissione centrale per l’Arte Sacra e viene preferita la proposta dell'ingegner Giancarlo Cevenini che poi esegue i lavori, approvati da una commissione il 26 giugno del 1962. Il progettista lavorerà poi a Roma nella Chiesa della Sacra Famiglia di Nazareth, che presenta alcuni tratti in comune con Regina Pacis. I lavori cominciano l'anno seguente con la posa della prima pietra e finiscono nel 1965 anno in cui la nuova chiesa viene inaugurata[1].

Descrizione

La pianta è centrale ed elabora in forme complesse la base ottagonale, ben riscontrabile dall'interno, che nell'esterno diventa un alternarsi di otto moduli di due differenti forme, rettangolari o trapezoidali. Il campanile e la pensilina che doveva circondare la chiesa, pur presenti nel progetto, non sono mai stati realizzati.

Il materiale utilizzato abbina il mattone a vista con il moderno cemento armato, mentre il pavimento è in marmo e le decorazioni in materiale molto vario che va dal vetro al ferro battuto.

Opere in ceramica e terracotta

Le opere in ceramica e terracotta sono le prime a essere eseguite. Il Crocifisso del 1968 si compone di una croce in legno di pino, proveniente dagli alberi del podere della famiglia Cimatti e di una scultura in terracotta dell'artista faentino Gaetano dal Monte[2], commissionata dal notaio Eugenio de Simone. La tipologia rappresentativa è quella del Christus Patiens e il materiale si presta bene a dare un effetto di magrezza e lacerazione della carne.

La Madonna della Pace, anch'essa del 1968 e realizzata da Gaetano dal Monte, rappresenta Maria che presenta il Bambino ai fedeli. Sullo sfondo le piastrelle sono opera di Giovanni Nanni.

Giannantonio Bucci e Leandro Lega sono gli autori della Cappella dei Santi.

Opere in ferro battuto

Le opere in ferro battuto sono realizzate da Mario Pozzebon e Carlo Rossi, nel 1980. Pozzebon si concentra sulla resa stilizzata della figura umana che appare filiforme e allungata, sul modello di Alberto Giacometti. Questo avviene nel tabernacolo e nell'ambone, oltre che nelle ringhiere della cappella del fonte battesimale e della cappella della Madonna della Pace.

Le vetrate policrome

Le vetrate sono realizzate a Sesto Fiorentino fra il 1982 e il 1985. Il disegno è opera di Piero Mincheri e la realizzazione avviene mediante la tecnica brevettata negli anni '60 chiamata "Dallas" che prevede di sagomare il vetro su un disegno preparatorio e legarlo insieme mediante resina tedesca molto resistente. Il telaio intorno è realizzato in ferro. Le vetrate sono state assemblate e poi messe in opera nelle finestre della chiesa per le quali sono state appositamente realizzate tenendo conto delle misure e del progetto iconografico. Alcuni vetri sono sbeccati per creare effetti particolari di luce.

Le vetrate seguono un progetto iconografico pensato dal primo parroco, don Michele Fusconi a eccezione di quelle della cappella dell'adorazione, volute da don Roberto Rossi. I temi riguardano la figura di Cristo e di Maria, l'eucaristia, i patroni della città di Forlì e le virtù teologali e cardinali.

La Via Crucis

La Via Crucis viene commissionata da don Michele Fusconi, primo parroco della chiesa all'artista forlivese Carmen Silvestroni. La prima committenza arriva alla fine degli anni '60 e una prima versione del ciclo viene realizzata in terracotta con quattordici stazioni che però non soddisfano l'artista, risultando troppo piccole per lo spazio da occupare. Pertanto la Silvestroni procede a realizzare una seconda serie di dimensioni dieci volte maggiori fra il 1970 e il 1972[3]. La scelta iconografica è molto particolare perché alle scene legate alle stazioni della Via Crucis sono uniti temi contemporanei di dolore e sofferenza che vengono associati al dolore patito da Cristo nell'andata al Calvario[4].

Note

Bibliografia