La chiesa della Santissima Trinità era un edificio religioso che si trovava sulla piazzetta della chiesa di Santo Spirito, e che venne sconsacrato durante la Repubblica Cisalpina e distrutta agli inizi del XX secolo.
Storia
La chiesa intitolata alla Trinità era posta sulla piazza di Santo Stefano, posizione favorevole, trovandosi all'incrocio tra via Pignolo e via Torquato Tasso. L'edificio era la sede di due confraternite, quella dei bianchi della Maddalena[1] e dei Rossi della Trinità che facevano parte delle confraternite dei Disciplinati di Bergamo dediti alla pratica della flagellazione e che vestivano l'abito rosso durante le adunate e le processioni con disegnata la Trinità[2][3], e che erano stati riuniti in un'unica compagnia nel 1336 dal vescovo Cipriano degli Alessandri.
La chiesa fu elencata nella visita pastorale di san Carlo Borromeo nel 1575 come ausiliaria della Chiesa di Sant'Alessandro della Croce[4].
I disciplini della congregazione, chiamati Schola dei rossi, avevano un rapporto molto stretto con i canonici della chiesa di Santo Spirito che vi celebravano giornalmente le funzioni religiose. Nel XVI secolo si aggregarono alla basilica romana di San Giovanni in Laterano come i Canonici Lateranensi della chiesa attigua[2].
La congregazione venne soppressa nel 1801. La chiesa inizialmente fu trasformata in magazzino militare e poi distrutta nel 1917. Alcune opere d'arte andarono perdute, altre furono recuperate e acquistate da privati o da altre chiese.[3]
Descrizione
Da un portichetto esterno, che doveva servire di riparo ai fedeli,[3], e tre portali le cui cornici in pietra erano state disegnate da Pietro Isabello, si accedeva all'unica navata a pianta rettangolare della chiesa. Una grata e un tavolato dipinto la divideva in due parti, considerato che la chiesa non aveva caratteristiche monastiche, si ritiene che lo spazio diviso fosse adibito alla flagellazione, pratica che veniva abitualmente eseguita dai disciplini pubblicamente.
^abcChiesa SS Trinità Demolita (PDF), su territorio.comune.bergamo.it, Territorio comune di Bergamo. URL consultato il 17 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2018).