Dopo che ebbe difeso un altro mazziniano, poiché la polizia lo aveva individuato come soggetto troppo vicino alla Giovine Italia e fortemente ostile ai Savoia, su suggerimento di amici si recò in volontario breve esilio in Sicilia.
Tornò a Genova nel 1835 dedicandosi esclusivamente all'avvocatura e acquisendo fama di principe del foro.
Succeduto a Bixio alla presidenza del Circolo Nazionale - essendosi attenuata la sua ostilità ai Savoia - invitò tutti i patrioti ad appoggiare lo sforzo militare del Piemonte contro gli austriaci e contribuì alla organizzazione di corpi di volontari.
Divenuto deputato difese sempre gli interessi di Genova dai banchi della sinistra costituzionale.
Nel 1862 fu nominato professore ordinario alla cattedra di diritto civile dell'Università di Genova e nel 1870 fu eletto rettore della medesima università; in quello stesso anno venne nominato senatore del regno d'Italia.
Cabella fu anche per diversi anni consigliere comunale.
Nel 1874 fu il primo presidente del consiglio dell'ordine degli avvocati di Genova costituito in forza della legge forense e ricoprì la carica sino al 1888 anno della sua morte.[1]
Partecipò al voto quando si decise l'annessione dell'ex Stato Pontificio all'Italia.
A Cabella è stata dedicata una via a Genova nel quartiere di Castelletto a Genova.