Posto strategicamente, vede nascere il torrente Petronio dal monte San Nicolao (810 m) che passando ha scolpito la roccia, creando particolari effetti paesaggistici e naturalistici. L'altitudine del territorio varia dai 120 m ai 1.094 m s.l.m., spaziando dalle vaste aree di macchia mediterranea a lecceti, castagneti, pinete e abetaie. Di pregio naturalistico le grotte del Frascarese e il sito archeologico-minerario del monte Loreto.
Tra le vette del territorio il monte Alpe (1094 m), il monte Pù (1001 m), il monte Groppi (869 m), la Cima Stronzi (845 m), il monte Taversa (834 m), il monte Merelle (801 m), il monte Bastia (761 m), il monte Arpecella (641 m), il monte Crosa (615 m), il monte Tassea (528 m), il monte Su Campegli (511 m), il monte Brana (426 m), il monte Groppe (411 m), il monte Frascati (369 m).
Storia
Noto già in epoca romana, il territorio comunale di Castiglione Chiavarese[5] probabilmente segnava il confine fra la cultura ligure e quella degli Etruschi. Tracce dei Romani sono evidenti sul territorio con i resti di ponti, oggetti e cave di calce; da fonti letterarie riguardanti le sue frazioni come Velva, fu proprio in quest'ultimo sito che l'imperatore romano Traiano ne fece un municipio che si trovava sulla Via Sara (strada romana di collegamento tra Sestri Levante e Ghiare di Berceto, nel parmense).
Fu quindi possedimento della locale abbazia del Connio che vi fondò le chiese di Campegli, Fiume, di Casali di Sopra e di Missano.
Divenne dominio della famiglia Fieschi di Lavagna che nel 1276 vendettero il feudo alla Repubblica di Genova. Il borgo (allora denominato semplicemente Castiglione) fu sottoposto alla podesteria di Sestri Levante, all'interno del capitaneato di Chiavari, e solo successivamente il territorio di Castiglione fu elevato al rango di podesteria autonoma, sempre nella maggiore giurisdizione chiavarese, includendo l'attuale municipalità di Maissana (ora nel territorio provinciale spezzino).
Nel 1747 la repubblica genovese vi costruì una serie di fortificazioni da porre come contrapposizione all'esercito austriaco.
Nel 1797 con la dominazione francese di Napoleone Bonaparte rientrò dal 2 dicembre nel dipartimento dell'Entella, con capoluogo Chiavari, all'interno della Repubblica Ligure. Dal 28 aprile 1798 Castiglione rientrò nel III cantone, come capoluogo, della giurisdizione del Gromolo e del Vara e dal 1803 centro principale del VII cantone del Gromolo nella giurisdizione dell'Entella. Annesso al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel dipartimento degli Appennini.
«D'azzurro, alla torre d'argento, aperta e finestrata dello stesso, fondata sulla catena di sei monti di verde, e sostenuta da due leoni d'oro, affrontati. Motto: Impavide. Ornamenti esteriori da Comune.[7]»
Oratorio di San Bernardino nei pressi della parrocchiale di Sant'Antonino. Fu, secondo alcuni ritrovamenti archeologici, la probabile sede dell'antico hospitale di Sant'Antonio. Al suo interno si conservano ancora le antiche misure in marmo per l'olio e il vino.
Santuario di Nostra Signora di Loreto nella frazione di Masso. Sorge sull'omonimo colle, da cui si gode di un ampio panorama sulla val Petronio. Il primo documento attestante la presenza di un edificio di culto risale al 1582. L'attuale struttura è del XIX secolo. I solenni festeggiamenti in onore di Nostra Signora di Loreto hanno luogo ogni anno la terza domenica di maggio.
Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta nella frazione di Missano. Al suo interno si può ammirare in particolare il pregevole altare in marmo intarsiato del 1773, la statua della Madonna del Rosario proveniente dall'abbazia del Connio Vecchio, attribuita alla bottega del Maragliano.
Chiesa di San Benedetto d'Avenio, situata nelle vicinanze del paese di Missano, è attestata sin dal 1310 e ne sono oggi visibili solo i resti. Vi era annesso l'ospedale (ospizio per pellegrini) di San Benedetto.
Abbazia del Connio Vecchio. Sita nei pressi della località del Connio Vecchio, poco distante dell'abitato frazionario di Missano, alcune fonti locali attestano la sua presenza (o proprio una sua edificazione) già nell'alto Medioevo. Dedicata alla Madonna del Rosario nel 1664, con inglobato un caratteristico borgo medievale ligure, si presenta attualmente in stato di rudere.
Santuario di Nostra Signora della Misericordia, situato in località Connio Nuovo, nella frazione di Missano. Fu edificato all'inizio del XVII secolo come cappella della famiglia Vietti in ringraziamento alla Vergine per la guarigione miracolosa della giovane figlia, muta fin dalla nascita. Ampliato successivamente, l'edificio sacro è stato recentemente restaurato.
Chiesa succursale di Sant'Andrea nella località di Mereta, nella frazione di Missano. Già parrocchiale del borgo nel XV secolo, perso il titolo nella seconda metà del Cinquecento divenne cappella soggetta al giuspatronato di Sant'Antonino in Castiglione e, successivamente, di Santa Maria Assunta in Missano. Al suo interno sono conservate due statue marmoree databili al XIX secolo e provenienti da una cappella che sorgeva in località Valle di Velva.
Chiesa parrocchiale di San Pietro apostolo nella frazione di San Pietro Frascati. Nel suo interno si può ammirare l'opera attribuita alla scuola di Perin del Vaga, raffigurante la Madonna col Bambino, l'offerente e i santi Antonio abate e Martino di Tours.
Chiesa parrocchiale di San Martino di Tours nella frazione di Velva. La sua parrocchia fu tra quelle comunità parrocchiali che, nel 1519, passarono dalla diocesi di Brugnato all'arcidiocesi di Genova in seguito a permuta. L'elevazione al titolo di prevostura fu concessa dall'arcivescovo di Genova, cardinal Placido Maria Tadini, il 3 luglio del 1834. Sulla torre campanaria è installato un buon concerto di cinque campane, intonato sulle prime altrettante note della scala maggiore di MI bemolle 3, realizzato dalla fonderia Francesco Picasso di Recco nel 1898.
Palazzo del Fiume, dal XVI secolo Casa Albertoni, la cui origine monastica sembra essere testimoniata da un antico rudere in pietra, forse cappella del cenobio.
Palazzo Costa-Zenoglio, del XVII secolo, con l'attigua cappella.
Reperti romani
Nel territorio comunale vi è la possibilità di visitare antichi ponti e strade dell'epoca romana ed inoltre si può ammirare una stazione di rifornimento cavalli e osteria dell'epoca romana, una cosa rara perché vi sono pochi ritrovamenti di tale opere lungo le strade romane in questo caso lungo la Via Aurelia o Via Aemilia Scauri, come propriamente chiamata. Tale opera è stata mantenuta sino ad oggi grazie all'inserimento nel vecchio complesso di una chiesa di stile romanico - dedicata a san Nicolao - santo che dà il nome anche alla montagna dove dopo i frati con Carlo Magno l'hanno trasformata in hospitale per i viandanti che andavano in pellegrinaggio a Roma.
Nel territorio si possono altresì trovare mulattiere create dai Romani, per portare lo sviluppo economico nell'entroterra ligure fino a Velleia, centro nodale dei traffici e dell'affermazione romana in Italia. Nella valle Frascarese, vi è la possibilità di ammirare un'area in cui veniva estratta la pietra colombina da parte dei Romani (che permetteva la creazione della calce da impiegare per l'edilizia).
Gli antichi ponti, dislocati lungo il fondovalle, oltrepassavano il torrente Petronio, (nome datogli di chiara provenienza romana, infatti nel territorio, passò anche l'imperatore Nerone), questi ponti rispecchiano la piena architettura romana, poi modificati leggermente lungo gli anni, hanno ancora oggi tuttavia la base e la chiara tecnica romana. Nel territorio vi sono anche nomi di zone, dati dagli abitanti anziani, che possono fare capire la presenza romana, uno fra tutti è "da-a strà roman-na", cioè dalla strada romana, intendendo l'Aurelia.
Tutto questo ed altre emergenze sparse sul territorio, come la famosa scala di epoca romana e le canalizzazioni delle acque di fondo valle per permettere l'irrigazione dei campi fanno di Castiglione uno dei più romanizzati e ricchi della convivenza fra Roma e le popolazioni locali, perché è da far conoscere che il territorio era fra il popolo dei Tigulli (zona alta val di Vara) e il popolo di Segesta Tigullorum (gli odierni abitati di Sestri Levante e Trigoso) e aveva verso il monte Alpe - monte Pù il confine con i veri Liguri, coloro che si contrapposero fino alla morte contro Roma; i Liguri del monte Penna (in val d'Aveto e in particolare nella zona di Amborzasco) Liguri originari, di origini celtiche e aventi molti riti druidici.
Aree naturali
Nei pressi della località di Ciappe di Sotto, nella val Frascarese, sono presenti due grotte considerate dagli studiosi in materia come raro esempio di carsismo nella Riviera di levante. Nella prima grotta - detta Prima Ciappa - sono stati rinvenuti alcune tracce di insediamenti preistorici come utensili, punte di freccia, punteruoli in osso e altri oggetti usati nella vita quotidiana dell'uomo primitivo che abitò nella val Frascarese. Inoltre sono stati trovati frammenti e cocci di vasi in ceramica risalenti, secondo alcuni studi, a circa 2.500 prima di Cristo. La grotta fu utilizzata, oltreché come dimora, anche come sepolcreto molto probabilmente nell'Età del rame.
La seconda grotta - detta Tana delle Fate - fu invece utilizzata per lo più come dimora e riparo per oltre seimila anni di storia; nel rifugio, infatti, sono state rinvenute tracce risalenti al Neolitico Medio, all'Età del Rame e al Medioevo. Oggi i diversi reperti preistorici sono custoditi ed esposti presso il museo archeologico di Chiavari.
Il territorio, comprende tantissime tipologie di vegetazione, dalla tipica macchia mediterranea, alla bosco di latifoglie, alla pineta, alla bosco di conifere; con vere e proprie abetaie, capaci durante tutto l'anno di favorire atmosfere tipicamente trentine.
Nel territorio comunale è altresì presente e preservato un sito di interesse comunitario, proposto dalla rete Natura 2000 della Liguria, per il suo particolare interesse naturale e geologico. Il sito, denominato "Punta Baffe - Punta Moneglia - Val Petronio", è collocato tra i territori comunali di Casarza Ligure, Castiglione Chiavarese, Sestri Levante e Moneglia dove è segnalato un particolare territorio formato, nella zona costiera, da strapiombi sul mare, piccole spiagge e macchia mediterranea; nella zona più interna, risalendo il torrente Petronio, si evidenziano ampie zone boscose formate da castagneti e pinete.
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2022, i cittadini stranieri residenti a Castiglione Chiavarese sono 116[10], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[11]:
Nella frazione di Velva, nei pressi della locale chiesa parrocchiale, è stato creato il museo della civiltà contadina nei locali dell'antico oratorio dei Bianchi. Il museo descrive e raccoglie reperti etnografici e antropologici dell'alta val Petronio, in particolari oggetti del lavoro contadino databili tra l'inizio del XIX secolo e la prima metà del XX secolo.
Il 28 settembre 2013 è stato inaugurato e ha aperto al pubblico il polo archeominerario di Castiglione, ricavato negli spazi in precedenza occupati dall'ex edificio scolastico della frazione di Masso, che assieme al museo archeologico e della città di Sestri Levante costituisce un unico sistema museale del territorio della val Petronio.
Il complesso del polo museale di Masso, nell’area di monte Loreto, si compone di tre parti: il museo archeominerario ospitato nella vecchia scuola del paese, il sito archeologico dove si trovano la miniera di rame di età preistorica e la miniera ottocentesca, la galleria XX Settembre attrezzata per l’estrazione a fine Ottocento e inizio Novecento. Sfruttata dal 1855 al 1910, il suo primo tratto è visitabile.
A tutt'oggi, il sito archeominerario di monte Loreto costituisce la più antica testimonianza di miniere di rame dell'Europa occidentale. Le attività di estrazione sono collocabili all'inizio del IV millennio a.C. e proseguono con fasi databili al periodo tardoantico fino alla fase industriale ottocentesca.[12] Caratteristica peculiare del sito è la sua estensione, che interessa gran parte della superficie dell'altura e la piena leggibilità delle diverse fasi di coltivazione che si sono succedute senza sovrapporsi in maniera distruttiva.[13]
Geografia antropica
Il territorio comunale comprende, oltre al capoluogo, le frazioni di Campegli, Casali, Masso, Mereta, Missano, San Pietro Frascati e Velva[14] storicamente riconosciuti dalla comunità e dallo statuto comunale per un totale di 29,75 km2.
L'economia comunale è prevalentemente agricola. Nel comune sono presenti un crescente numero di aziende familiari, che si occupano di agricoltura e tutela del territorio. Si ha una forte produzione di vino, registrato anche geograficamente con la DOP (denominazione origine protetta), si produce olio extravergine di oliva attraverso gli antichi mulini presenti sul territorio. Vi è inoltre una forte raccolta di castagne, frutti di bosco e funghi.
Un'altra importante economia è quella basata sull'artigianato. Nel territorio comunale sono presenti ancora persone che creano con le loro mani cesti e cestini in legno; antichi salumifici e panettieri fanno da cornice al paese.
La frazione di Masso è attraversata dalla strada provinciale 60, che si collega a valle con la strada statale 523 del Colle di Cento Croci ed a monte con la strada statale 1 Via Aurelia, in località Bracco nel comune di Moneglia.
^Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni, Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.