L'edificio noto come Casa di Jacopo (o Nicola[1]) di Notar Nanni è un palazzo storico dell'Aquila.
Storia
Si tratta di una delle abitazioni della famiglia di Notar Nanni che, originaria di Civitaretenga, si stabilì all'Aquila, e precisamente nel quarto di Santa Maria, nel XV secolo[2]. Il presunto proprietario era un mercante di bestiame, seta e zafferano assai conosciuto in città; grande amico di Bernardino da Siena, Jacopo di Notar Nanni gli costruì a sue spese il mausoleo dove ancora oggi riposa il santo nella basilica a lui dedicata.
Viene considerato uno dei rari esempi in città di architettura mista medievale (per l'articolazione interna e l'utilizzo di elementi quali la cornice marcapiano e i capitelli ionici) e rinascimentale (per la presenza del cortile e di bifore e logge prettamente cinquecentesche)[3]. Della tipologia della casa a blocco, rappresenta dunque lo stile residenziale di passaggio tra le abitazioni unifamiliari che avevano caratterizzato il medioevo aquilano e i palazzi seicento-settecenteschi[4].
L'edificio si presenta complesso sia in pianta che in prospetto ed è costituito da due case contigue. Al pian terreno, di gusto prettamente medievale, è il portone principale che si apre su via Bominaco abbellito, nel concio di chiave, dallo stemma della casata vale a dire da due torri che inquadrano il trigramma bernardiniano[2]. Il piano nobile, evidenziato da una cornice a tortiglione, è caratterizzato da bifore di stile gotico-rinascimentale. Infine il terzo piano, che si sviluppa su una porzione dell'edificio, presenta una loggia con tre archi a tutto sesto, aperta su due lati e abbellita dallo stemma della famiglia[3].
Da un ingresso secondario, situato sempre su via Bominaco, si accede, attraverso un porticato sormontato da un'altana, al cortile di forma quadrangolare, forse il più antico della città[3]. All'interno sono conservati, tra le altre cose, il dipinto olio su tela Ritratto di bambino attribuito a Teofilo Patini e un'incisione su rame raffigurante la Madonna con San Giovanni Battista, San Luca e San Pietro Celestino, riproduzione di una più famosa opera di Marcantonio Franceschini[5].