Nel 1370, per garantire il buon comportamento di suo padre nei confronti del re di Francia, Carlo fu lasciato come ostaggio alla corte francese di Carlo V[1]. Carlo rimase alla corte del re di Francia fino al 1381[1].
Nel 1378 il conte di Foix catturò alcuni agenti del re di Navarra e provò al re di Francia Carlo V il Saggio, che il re di Navarra, Carlo il Malvagio, nel 1370, poi nel 1372 e infine nel 1378, aveva progettato la divisione del regno di Francia con il re d'Inghilterra e inoltre aveva organizzato un complotto per avvelenare Carlo V. Quest'ultimo senza esitare fece occupare i territori normanni del re di Navarra, proprio mentre Carlo il Nobile si trovava in Normandia per conto del padre, alla testa di una delegazione che avrebbe dovuto parlamentare venne con Carlo V. Carlo il Nobile, che continuava a essere in ostaggio del re di Francia, fu costretto a ripudiare il padre. Nel contempo la Navarra veniva attaccata dal re di Castiglia Enrico II di Trastamara, alleato della Francia, che l'invase, assediò Pamplona e tolse una quindicina di castelli a Carlo il Malvagio, che, sempre nel 1378, dovette subire l'umiliante pace della Castiglia (secondo trattato di Briones), dove riconobbe alla Castiglia la proprietà, per dieci anni, dei castelli conquistati dai castigliani.
Carlo il Nobile succedette al padre come Carlo III, re di Navarra e conte di Évreux, il 1º gennaio 1387[1], quando Carlo il Malvagio morì, avvolto dalle fiamme, a causa di un terribile incidente. Carlo fu incoronato a Pamplona il 13 febbraio 1390[1].
Nel 1390 intervenne nella questione del grande scisma, aperto dalla doppia elezione del papa Urbano VI e dell'antipapa Clemente VII, entrambi eletti nel corso del 1378. Dopo avere inviato, negli anni precedenti, ambascerie a Avignone, Roma e Napoli, per ascoltare tutte le testimonianze dei cardinali presenti all'elezione di Urbano VI, il 6 febbraio 1390, pronunciò il consenso a Clemente VII. Carlo mantenne l'appoggio ai papi di Avignone sino al 1415, quando tolse l'appoggio all'antipapa Benedetto XIII ed inviò i suoi rappresentanti al concilio di Costanza per porre fine allo scisma d'Occidente.
Sempre nel 1390 la moglie Eleonora, con le figlie più piccole, ritornò in Castiglia, per la successione al trono, dopo la morte del fratello, Giovanni I di Trastamara, lasciando però la figlia primogenita, Giovanna, alla corte di Navarra[1], affinché Carlo la potesse educare come erede al trono di Navarra. Solo nel febbraio del 1395 il nuovo re di Castiglia, il nipote Enrico III, costrinse Eleonora a ritornare in Navarra[1].
Nei primi anni di regno Carlo aveva recuperato il rapporto con il cognato, il re di Castiglia, Giovanni I di Trastamara, tanto da partecipare ad alcune spedizioni contro il regno di Granada, pur continuando a mantenere buoni rapporti con il regno d'Inghilterra, tradizionale alleato di suo padre.
Inaugurando poi una politica matrimoniale migliorò i rapporti oltre che con la Castiglia anche con l'Aragona e con i vicini feudi francesi in special modo con i conti di Foix.
Dal 1397 al 1406 Carlo visse alla corte del re di Francia, Carlo VI il Beneamato[1][7], dove subì pressioni affinché rinunciasse definitivamente alle sue pretese sulle contee di Champagne e Brie e cedesse al regno di Francia le contee di Évreux e di Beaumont-le-Roger, finché, a Parigi, il 9 giugno 1404, rinunciò definitivamente alle contee succitate[1], migliorò le relazioni anche con la corte del re di Francia, tanto da ottenere in cambio il Ducato di Nemours[1].
Carlo, tornato definitivamente in Navarra nominò a tutte le più importanti cariche amministrative e di governo navarresi e non più francesi, come aveva fatto suo padre, portando il regno e quindi la casa di Évreux alla navarrizzazione; inoltre tra i suoi interventi si deve annoverare la creazione della «Cort» o tribunale supremo (1413).
Per l'erede al trono del regno di Navarra creò il titolo di Principe di Viana (1423) e il primo principe fu suo nipote Carlo. Protesse le arti, portò a termine la costruzione della cattedrale gotica di Pamplona e fece costruire i palazzi reali di Tafalla e di Olite. Morì a Olite l'8 settembre 1425[1], e fu sepolto nella cattedrale di Pamplona[1], dove raggiunse la moglie Eleonora[1], già deceduta da una decina d'anni.
Discendenza
Carlo ed Eleonora ebbero nove figli; poi Carlo ebbe cinque figli illegittimi da Maria Miguel de Esparza; da un'altra amante, della quale non si conoscono né il nome né gli ascendenti, un figlio.[1][2][3][8]
Goffredo (1394-1429/1432), fu maresciallo del regno di Navarra e conte di Cortes, ma fu privato di tutti i suoi titoli e possedimenti, nel 1429, dalla sorellastra, Bianca e da Giovanni II. Sposò Teresa Ramirez che gli diede due figli;
Giovanna (?-1456), che nel 1396 sposò Íñigo Ortiz de Zúñiga e nel 1420, in seconde nozze, il cugino Luigi de Beaumont, Conte di Lerín;
^Giovanna Núñez di Lara era la figlia di Giovanni Núñez di Lara, detta il Gordo, signore di Lara e sovrano di Biscaglia e di Teresa Álvarez de Azagra Signora di Albarracín. Bianca de La Cerda era ereditiera dei possedimenti della famiglia Lara nonché della signoria di Biscaglia
^Carlo VI, dopo essere stato colto da pazzia, a partire dal 1392 cominciava a essere denominato il Pazzo.