Il campionato del mondo rally 2020 è stata la 48ª edizione del campionato del mondo rally e si è svolta dal 22 gennaio al 6 dicembre 2020.
Le squadre e gli equipaggi avrebbero dovuto gareggiare in tredici eventi, tuttavia il calendario previsto è stato pesantemente condizionato dalla pandemia del Coronavirus, diffusasi in tutto il mondo dall'inizio di marzo, portando all'annullamento e/o al rinvio di più eventi. Come nelle precedenti stagioni, verranno assegnati i titoli iridati piloti, copiloti e costruttori. Gli equipaggi competerono in auto conformi ai regolamenti World Rally Car e Gruppo R.[1] La serie era ancora una volta supportata dai campionati World Rally Championship-2, che nella precedente stagione si chiamava World Rally Championship-2 Pro, dal World Rally Championship-3, nel 2019 denominata World Rally Championship-2, e dal Junior World Rally Championship a turni selezionati.[2][3]
Parteciparono al campionato tre dei quattro team che si erano contesi il titolo nel 2019, ovvero M-Sport con la Ford Fiesta WRC, Toyota con la Yaris WRC, la cui gestione venne sempre affidata alla squadra Toyota Gazoo Racing, e Hyundai con la i20 Coupe WRC; alla partenza non fu presente la Citroën che alla fine della passata stagione annunciò il ritiro delle competizioni. Gli estoniOtt Tänak e Martin Järveoja erano i campioni in carica dopo aver conquistato il loro primo titolo in carriera nella passata stagione al Rally di Catalogna, ultima gara dell'anno; Hyundai Motorsport era invece il campione uscente nei costruttori. Per la prima volta dal 2005 non fu quindi un francese a difendere il titolo dopo il dominio di Sébastien Loeb e Sébastien Ogier, vincitori di quindici titoli consecutivi dal 2004 al 2018.
I titoli piloti e copiloti 2020 sono stati vinti dai francesi Sébastien Ogier e Julien Ingrassia alla guida di una Toyota Yaris WRC del team ufficiale Toyota, al loro settimo alloro iridato dopo i sei conquistati consecutivamente dal 2013 al 2018; Ogier, con i successi ottenuti per Volkswagen, M-Sport e Toyota, eguagliò inoltre Juha Kankkunen, assieme a lui l'unico nella storia del mondiale ad esser stato capace di aggiudicarsi l'ambita corona con tre costruttori diversi (Peugeot, Lancia e Toyota); la conquista matematica è avvenuta proprio alla settima e ultima gara, il Rally di Monza, dove giunsero al primo posto, sopravanzando l'allora leader della classifica, il compagno di scuderia Elfyn Evans, finito fuori dai punti.[4]. L'alloro iridato marche è stato conquistato dalla scuderia sudcoreanaHyundai Motorsport, la quale iscrisse quindi per la seconda volta consecutiva il suo nome nell'albo d'oro costruttori del mondiale rally[5].
Il campionato, con i suoi quattordici appuntamenti, avrebbe dovuto toccare per la prima volta nella sua storia tutti i continenti (fatta l'ovvia eccezione per l'Antartide), con otto gare da disputarsi in Europa, due in America del sud, una in Africa, una in America del nord, una in Asia e una in Oceania.[1][9]
Il Rally del Cile, la cui seconda edizione avrebbe dovuto svolgersi ad aprile, è stato cancellato dagli organizzatori locali a causa degli eventi di protesta generalizzata che hanno avuto inizio a ottobre del 2019 e che sono ancora in corso.[10][11].
Il calendario iniziale è stato inoltre pesantemente condizionato dalla pandemia del Coronavirus, diffusasi in tutto il mondo dall'inizio di marzo, portando all'annullamento e/o al rinvio di più eventi.
Inserito a metà agosto[21], cancellato il 30 ottobre[22].
Cambiamenti nel calendario rispetto alla stagione 2019
Dopo l'annullamento dell'appuntamento cileno, gli organizzatori decisero di mantenere il programma a tredici gare, reintroducendo nel calendario mondiale il Safari Rally, che mancava dal 2002, collocandolo a luglio come settima prova iridata, il rally della Nuova Zelanda, assente dal 2011 e da svolgersi ai primi di settembre come decimo appuntamento dell'anno, e il rally del Giappone, la cui ultima edizione iridata si svolse su terra nel 2010 mentre quest'anno chiuderà il campionato con una gara da disputarsi interamente su asfalto.[23][24][25] A far spazio ai tre ritorni saranno il Tour de Corse, il rally di Catalogna e il rally d'Australia.
Altri cambiamenti minori riguardarono l'inversione tra il rally di Turchia e quello di Germania, quest'ultimo traslato dalla sua classica collocazione estiva ad ottobre.
Cambiamenti principali a campionato in corso
Il rally di Svezia è stato accorciato a causa della scarsità di neve sul percorso, passando a un percorso di 171 km diviso in 11 tappe, rispetto al percorso originale di 301 km in 19 tappe.[26]
L'itinerario del rally del Messico è stato ridotto in corso di svolgimento; sono state infatti cancellate le ultime tre prove speciali, da disputarsi domenica 15 marzo, per via delle restrizioni imposte sui viaggi dovute alla pandemia del Coronavirus e la manifestazione si è pertanto conclusa anticipatamente con la giornata di sabato 14.[27]
Il Rally d'Argentina, in programma dal 23 al 26 aprile e la cui data era già stata anticipata di una settimana rispetto al calendario originario[11], è stato rinviato sempre a causa della pandemia da Coronavirus.[15] Stessa sorte era toccata al Rally del Portogallo, previsto dal 21 al 24 maggio, prima rinviato[28] e poi definitivamente cancellato dal calendario 2020[16], e al Rally d'Italia Sardegna, in programma dal 4 al 7 giugno, anch'esso rinviato[28]. Il 15 maggio venne annunciata anche la cancellazione del Safari Rally, inizialmente previsto dal 16 al 19 luglio[17], mentre il 3 e il 4 giugno rispettivamente sono stati cancellati anche il Rally di Finlandia[18] e il Rally della Nuova Zelanda[19]. Il 9 giugno è stato cancellato ufficialmente anche il Rally di Gran Bretagna[20].
Il 2 luglio è stato ufficializzato l'aggiornamento del calendario, con l'annullamento definitivo del rally d'Argentina e lo spostamento del rally d'Italia-Sardegna in autunno, da svolgersi nel week-end lasciato libero dal già cancellato appuntamento britannico. La novità più importante sarà invece il debutto del Rally d'Estonia, per la prima volta nel mondiale e da disputarsi come "gara di riapertura", dopo sei mesi di stop, ai primi di settembre.[12] Pochi giorni dopo ferragosto venne rimosso dal calendario anche il Rally del Giappone, sostituito dal Rally di Ypres, gara che si svolge in Belgio sempre su asfalto e anch'esso al debutto nel campionato del mondo[21]; pochi giorni dopo anche il rally di Germania venne annullato, portando a sette il totale degli eventi in programma, mentre il rally di Sardegna venne nuovamente spostato nella prima decade di ottobre[13]. Il 9 ottobre è stato aggiunto al calendario il Rally di Monza, da disputarsi su asfalto dal 4 al 6 dicembre come gara di chiusura del campionato e con prove speciali ricavate prevalentemente all'interno dell'autodromo di Monza e sulle strade ad esso adiacenti[14]. Il 30 ottobre infine è stato definitivamente cancellato il Rally di Ypres, introdotto soltanto dopo ferragosto per sostituire il rally del Giappone, a causa del considerevole aumento dei casi di COVID-19 in Belgio[22].
La serie Junior WRC era stata invece ridotta da cinque a quattro appuntamenti[29] prima della defezione dell'appuntamento tedesco. A fine settembre la serie è stata riportata a quattro gare inserendo nel programma anche l'Ypres Rally, che avrebbe avuto inoltre un coefficiente di 1,5 nell'assegnazione dei punti per il campionato[30], ma quest'ultimo è stato annullato il 30 ottobre[22] per cui il suo posto venne preso dal Rally di Monza, ultima gara del campionato[31].
Cambiamenti nel regolamento
Regolamento sportivo
Rispetto alla precedente stagione, nel 2020 vennero apportate alcune modifiche nel regolamento sportivo, di seguito le principali:
Nel caso in cui un equipaggio si ritiri nel corso di un evento e si avvalga della regola del Rally 2 per ripartire il giorno successivo, la penalità comminata sarà indistintamente di 10 minuti per ogni prova speciale o super speciale non disputata.[32]
Le vetture di classe R5 verranno rinominate Rally2, le R2 verranno chiamate Rally4 e le R1 diventeranno Rally5, in accordo con la nuova nomenclatura decisa dalla FIA.
Squadre e piloti
Iscritti WRC
Sono al via del campionato tre dei quattro costruttori protagonisti della precedente stagione; mancherà infatti la squadra Citroën che alla fine del 2019 annunciò il ritiro delle competizioni[33].
Toyota Gazoo Racing WRT: la casa giapponese, continuando ad affidare la gestione della propria squadra alla scuderia Toyota Gazoo Racing WRT, si presentò ai nastri di partenza del mondiale 2020 con uno schieramento piloti totalmente nuovo: i vincitori dei titoli piloti e copiloti Ott Tänak e Martin Järveoja si accasarono infatti alla Hyundai mentre non vennero rinnovati i contratti per Jari-Matti Latvala, che per la prima volta dal 2007 si ritrovò senza un volante ufficiale[37], e Kris Meeke. Il direttore sportivo Tommi Mäkinen riuscì comunque a mettere a segno tre ingaggi importanti, assicurandosi il sei volte campione mondiale Sébastien Ogier, lasciato libero dal ritiro della Citroën dal mondiale, il galleseElfyn Evans, strappato alla M-Sport, e il promettente finlandese Kalle Rovanperä, figlio dell'ex-pilota Harri e fresco vincitore del titolo piloti WRC-2 Pro con Škoda Motorsport[38]. Una quarta Yaris WRC verrà invece affidata al giapponeseTakamoto Katsuta anche se non potrà marcare punti per la classifica costruttori[39]. I copiloti che affiancheranno Ogier, Evans, Rovanperä e Katsuta saranno, come nella passata stagione, Julien Ingrassia, Scott Martin, Jonne Halttunen e Daniel Barritt.
M-Sport Ford WRT: la scuderia inglese dell'ex pilota Malcolm Wilson, che ha affidato la direzione sportiva a Richard Millener, non riuscì a trattenere Elfyn Evans, passato alla Toyota, e ingaggiò il finlandese Esapekka Lappi, anch'egli lasciato a piedi dall'abbandono di Citroën al termine del 2019, che si assicurò quindi l'ultimo volante rimasto a disposizione tra le squadre ufficiali; vennero confermati alla guida della Ford Fiesta WRC il finlandese Teemu Suninen e il britannicoGus Greensmith. Il trittico di piloti M-Sport rappresentò inoltre lo schieramento più giovane del mondiale con 28 anni per Lappi, 25 per Suninen e 23 per Greensmith.[40] I navigatori saranno come sempre Janne Ferm per Lappi, Jarmo Lehtinen per Suninen e Elliott Edmondson per Greensmith.
Hyundai 2C Competition: una quarta scuderia, la francese 2C Competition, si iscrisse al campionato in vista del Rally d'Estonia, quarto appuntamento stagionale e il primo dopo il blocco post-pandemia, facendo correre il giovane talento francese Pierre-Louis Loubet, navigato dal connazionale Vincent Landais, su una Hyundai i20 Coupe WRC; l'impegno venne poi confermato anche per il successivo Rally di Turchia.
Nel campionato cadetto, chiamato da questa stagione WRC-2 (nel 2019 era denominato WRC-2 Pro) si registrò l'abbandono in veste ufficiale di Škoda Motorsport, detentrice del titolo costruttori di categoria; tuttavia la casa ceca continuerà a supportare interamente i propri clienti nella fornitura e nello sviluppo della Fabia Rally2 Evo (sino allo scorso anno denominata R5 e dal 2020 chiamata Rally2 per allinearsi alla nuova nomenclatura del regolamento FIA), evoluzione introdotta a metà dello scorso anno della vettura di classe RC2[48]; la scuderia tedesca Toksport WRT partecipò infatti all'appuntamento svedese con una Fabia guidata da Pontus Tidemand e a partire dalla quarta gara una seconda vettura venne affidata al norvegeseEyvind Brynildsen. Anche Citroën, ritiratasi dalle competizioni a fine 2019, non si iscrisse al campionato e il suo posto venne preso dalla scuderia francese PH Sport, con il norvegese Mads Østberg alla guida di una Citroën C3 R5.
La squadra britannica M-Sport confermò invece la propria presenza anche nel 2020 con la Ford Fiesta R5 Mk2, evoluzione che debuttò a metà dello scorso anno e che nel corso del 2020 verrà rinominata Fiesta Rally2, la quale venne affidata al francese Adrien Fourmaux e al britannico Rhys Yates.
Hyundai Motorsport, detentrice del titolo costruttori WRC, decise invece di cimentarsi anche nella categoria WRC-2 in veste ufficiale, affidando le proprie i20 R5 al russoNikolaj Grjazin e al norvegese Ole Christian Veiby.
Prima dell'emergenza COVID-19, che ha determinato l'annullamento di diversi eventi, per il campionato WRC-2 ogni scuderia avrebbe dovuto partecipare ad almeno otto gare (a scelta, ma uno avrebbe dovuto essere extra-europeo), schierando almeno una vettura e sino a un massimo di due.[53]; in seguito alla rivisitazione del calendario rimasero soltanto sette appuntamenti da disputare, tutti europei.
Classifiche piloti e copiloti
Prima dell'emergenza COVID-19, per la classifica finale erano validi soltanto i migliori otto risultati ottenuti sui tredici in totale a disposizione. In seguito, con soltanto sette appuntamenti rimasti in calendario, furono validi soltanto i migliori cinque piazzamenti totalizzati.[53][54]
Inizialmente per il campionato WRC-3 erano validi soltanto i migliori sei risultati ottenuti nei primi sette rally disputati da ciascun contendente sui tredici in totale a disposizione. Quando il campionato venne ridotto a soli sette appuntamenti per via della pandemia da COVID-19, i piazzamenti validi si ridussero a quattro e ottenuti nei primi 5 appuntamenti disputati. Un'altra importante regola stabiliva infine che qualora i contendenti avessero preso parte a più di sette gare (cinque dopo le modifiche post-pandemia), in quelle eccedenti essi non avrebbero potuto marcare punti né toglierne agli altri equipaggi.[53]
Per il JWRC vale lo stesso sistema di punteggio degli altri campionati con l'aggiunta che ogni equipaggio totalizzerà un punto in più per ogni prova speciale vinta. La serie era stata ridotta da cinque a quattro appuntamenti in quanto il rally di Gran Bretagna, previsto inizialmente come ultima gara, è stato annullato a causa della pandemia da COVID-19; l'appuntamento finale in Sardegna avrebbe avuto un coefficiente di 1,5 (anziché di 2 come previsto a inizio campionato) per l'assegnazione del punteggio purché i contendenti avessero disputato almeno due eventi in stagione[29]. In seguito all'annullamento del rally di Germania la serie era ridotta a tre gare ma a fine settembre venne riportata a quattro inserendo nel programma anche il Rally di Ypres, che divenne quindi l'ultima gara stagionale ed ereditò dal rally di Sardegna il coefficiente di 1,5[30]. Il 30 ottobre, infine, il rally di Ypres venne annullato e il suo posto venne preso dal Rally di Monza[31].
I punti per la posizione finale in ogni appuntamento vengono assegnati tenendo in considerazione soltanto i migliori tre risultati ottenuti, regola non valida invece per quelli conquistati a seguito delle speciali vinte, accumulabili in tutti e quattro gli eventi.
^(EN) Citroën to leave WRC, su wrc.com, WRC Promoter GmbH, 20 novembre 2019. URL consultato il 16 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2020).
^(EN, ES, FR) Tänak quits Toyota, su wrc.com, WRC Promoter GmbH, 30 ottobre 2019. URL consultato il 18 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2020).
^abIl rally di Svezia è stato accorciato a causa della scarsità di neve sulle strade, passando da un percorso di circa 301 km costituito da 19 prove speciali a uno di 171 km suddiviso in 11 prove, le quali hanno mantenuto la stessa numerazione rispetto all'itinerario originale; sono inoltre state cancellate la PS1 e la PS16 per analoghi motivi.
^abRally del Messico: sono state cancellate le ultime tre prove speciali della domenica per via le restrizioni imposte sui viaggi dovute alla pandemia del Coronavirus e il rally si è pertanto concluso anticipatamente sabato 14 marzo.