La Prima Categoria 1957-1958 fu il maggiore dei due campionati in cui si articolò l'Interregionale (ex IV Serie), e rappresentò l'unica edizione di questa divisione calcistica.
Il campionato fu il risultato di una lotta di potere fra le varie componenti della FIGC, aggravata dal caos in cui versavano gli organismi dirigenziali federali. Punto di partenza fu il dibattito intorno all'eliminazione dello scalone introdotto dal Lodo Barassi fra la IV Serie e la Serie C, che imponeva la disputa di impronosticabili finali estive per la promozione nel terzo campionato nazionale. Da una parte si trovavano il presidente federale Ottorino Barassi, la Lega Nazionale e le leghe regionali, le quali proponevano lo sdoppiamento della Serie C in due gironi sottraendo club alla IV Serie,[1] dall'altra c'era il presidente della Lega IV SerieDante Berretti il quale, opponendosi al depauperamento del proprio parco societario, propose appunto un campionato elitario di Prima Categoria all'interno della sua lega cui affidare le promozioni in Serie C.[2] Se il campionato di Berretti venne approvato dalla FIGC ed attivato, la situazione venne completamente ribaltata da un successivo colpo di mano del Consiglio Federale che, poco prima dell'inizio della stagione sportiva, reimpose il progetto di Barassi, dando alla Prima Categoria il puro ruolo di torneo estemporaneo di qualificazione.[3] Respinti gli emendamenti[4] ed effettuati i dovuti ripescaggi,[5] venne imposta su tutta la linea la visione del nuovo presidente della Lega Nazionale, Giuseppe Pasquale, il quale volle che i club destinati ad entrare in Serie C fossero scelti su criteri prioritariamente economici ed infrastrutturali, nessun diritto derivando dal merito sportivo.[6] L'unico formale omaggio al defunto regolamento teorico della manifestazione, fu l'impegno che la Lega Nazionale avrebbe scelto le sue nuove affiliate fra le società che avrebbero avuto diritto a partecipare alla Prima Categoria se questa si fosse disputata nel 1958-1959. Le società da selezionare avrebbero dovuto essere 18, poi salite in corso d'opera a 20 in conseguenza del Lodo Pasquale che aveva bloccato le retrocessioni dalla B alla C, ed infine divenute 23 su proposta della FIGC, allargando i due nuovi gironi di Serie C.
Regolamento
Teorico
Promozione in Serie C delle vincitrici dei gironi.
Retrocessione in Seconda Categoria delle ultime tre classificate dei gironi del Nord e delle ultime due del girone del Sud.[7]
Reale
Promozione in Serie C di venti squadre ad insindacabile giudizio della Lega Nazionale basato in primo luogo su criteri finanziari ed infrastrutturali. Non potevano presentare domanda unicamente le squadre che sarebbero state retrocesse se fosse stato applicato il regolamento teorico. La preferenza non vincolante per la selezione va in primo luogo alle sei migliori classificate di ciascun girone.