Qui, da una testimonianza di Angelo Tasca risulta che Camillo Berneri militava nella Federazione Giovanile Socialista di Reggio Emilia già dal 1912[1].
Dopo essere stato membro del Comitato Centrale della Federazione Giovanile Socialista reggiana, e dopo aver collaborato a l'Avanguardia (organo nazionale della FGS), nel 1915 rassegnò le dimissioni dalla FGS, attraverso una lettera ai compagni, avendo maturato convinzioni anarchiche. Fu colpito dal gesto dei compagni che, nonostante le dimissioni, vollero che presiedesse un'ultima riunione della FGS a Reggio, e dal gesto del mentore Camillo Prampolini, che lo convocò per conoscere le ragioni del suo dissenso. Berneri avrebbe ricordato sempre "i dolci ricordi del mio catecumenato socialista"[2]. Nel 1916 si trasferì ad Arezzo dove frequentò il liceo.
Laureatosi in filosofia, insegnò tale materia per qualche tempo a Camerino. Pronta e decisa si manifestava la sua avversione al fascismo e, dall'Umbria in particolare, egli manteneva i contatti con gli antifascisti fiorentini diffondendo il battagliero giornaletto Non mollare. Molto intensa fu in quegli anni l'attività di Berneri nell'Unione anarchica italiana. Inaspritasi la dittatura fascista, Berneri dovette espatriare clandestinamente in Francia nel maggio 1926 e lo raggiunse poco dopo la moglie con le figlie; sua moglie era Giovanna Caleffi anche lei militante anarchica così come poi le figlie Marie Louise Berneri e Giliana Berneri.
Guerra civile spagnola
Scoppiata la guerra civile spagnola, Berneri fu tra i primi ad accorrere in Catalogna, centro dell'attività di massa libertaria esprimentesi nella Confederación Nacional del Trabajo: qui si trovò a fianco di Carlo Rosselli con tanta parte dell'antifascismo italiano e internazionale.
Al di là della solidarietà militante, a Carlo Rosselli lo legava anche l'atteggiamento critico, e l'apertura mentale verso le prospettive del socialismo: in quegli anni Camillo Berneri collaborò con l'organo clandestino del movimento socialista-liberale "Giustizia e Libertà", argomentando con Rosselli sull'alternativa secca tra socialismo libertario e socialismo dispotico ("Gli anarchici e G.L.", Camillo Berneri e Carlo Rosselli, Giustizia e Libertà, 6 e 27 dicembre 1935).
Inadatto alle fatiche del fronte, si dedicò con entusiasmo all'opera formativa, al dibattito ideale e alle incombenze politiche pubblicando a Barcellona dal 9 ottobre 1936 un proprio periodico dal titolo Guerra di classe che sintetizzava la sua precisa interpretazione del conflitto in corso. In esso Berneri, preoccupato per il crescente isolamento non tanto del legittimo governo repubblicano quanto delle più tipiche realizzazioni rivoluzionarie e libertarie conseguite in Catalogna, Aragona e altre regioni, si batté vigorosamente per la stretta connessione di guerra e rivoluzione, ponendo agli antifascisti e ai suoi stessi compagni anarchici il dilemma: vittoria su Franco, grazie alla guerra rivoluzionaria, o disfatta. Tale la sostanza di numerosi suoi articoli e discorsi come della famosa Lettera aperta alla ministra anarchica della Sanità Federica Montseny che con altri tre anarchici era nel governo di Francisco Largo Caballero.
Molteplici, seppure inascoltati, furono anche i suoi suggerimenti politici per colpire le basi operative del fascismo proclamando l'indipendenza del Marocco, coordinare gli sforzi militari, potenziare gradualmente la socializzazione. L'attivismo di Berneri lo espose alle repressioni condotte dai comunisti ormai prevalsi dopo l'avvento del governo di Juan Negrín, che colpirono combattenti antifascisti non comunisti, anarchici ma anche comunisti non stalinisti, come i miliziani del POUM. L'assassinio di Camillo Berneri, sulle cui esatte circostanze esistono diverse versioni[3], avvenne durante la sanguinosa resa dei conti tra stalinisti e i loro avversari antifascisti conosciuta come le giornate di maggio (Barcellona, maggio 1937). Il 5 maggio Berneri fu prelevato insieme con l'amico anarchico Francesco Barbieri dall'appartamento che i due condividevano con le rispettive compagne. I cadaveri dei due anarchici italiani furono ritrovati crivellati di proiettili. La moglie di Camillo Berneri allevò i figli di Antonio Cieri, anche lui caduto in Spagna.
«Se l'anarchico Berneri fosse caduto su una barricata di Barcellona, combattendo contro il governo popolare, noi non avremmo niente da dire, e nella severità del suo destino ritroveremmo la severa legge della rivoluzione. Ma Berneri è stato assassinato, e noi dobbiamo dirlo»
(Pietro Nenni, Nuovo Avanti, Parigi, 28 giugno 1937)
Altri scritti
Tra gli scritti di Berneri ricordiamo:
Lettera aperta ai giovani socialisti di un giovane anarchico, Orvieto, 1920
I problemi della produzione comunista, Firenze, 1920
Le tre città, Firenze, 1925
Un federalista russo. Pietro Kropotkin, Roma, 1925
Mussolini normalizzatore, Zurigo, 1927
Lo spionaggio fascista all'estero, Marsiglia, 1929[4]
Le peché original, Orléans, 1931
Nozioni di chimica antifascista, s.l., 1934
Mussolini gran actor, Valencia, 1934
L'operaiolatria, Brest, 1934
Le Juif antisémite, Paris, 1935
El delirio racista, Buenos Aires, 1935
Mussolini a la conquista de las Baleares, Barcelona, 1937
ll lavoro attraente, Ginevra, 1938
Guerre de classes en Espagne, Nîmes, 1938
Ed ancora:
Mussolini normalizzatore
La donna e la garçonne (1926)
Pensieri e battaglie
Il cristianesimo e il lavoro (1932)
Le Léonard de S. Freud - Cahiers Psychologiques n°1 (anche in italiano)
Note
^Mussolini - Psicologia di un dittatore", Camillo Berneri, a cura di Pier Carlo Masini, Edizioni Azione Comune, Milano, 1966, p. 109
^Mussolini - Psicologia di un dittatore, Camillo Berneri, a cura di Pier Carlo Masini, Edizioni Azione Comune, Milano, 1966, pag 115-117)
^Mirella Serri, I profeti disarmati. 1945-1948, la guerra fra le due sinistre, Milano, Corbaccio, 2008.
^Cfr. Nicola Fedel, Introduzione e criteri di edizione in Camillo Berneri, Lo spionaggio fascista all'estero, a cura di Nicola Fedel (prefazione di Mimmo Franzinelli), Fondazione Comandante Libero, Milano, 2016, pp. XVII-XIX
Bibliografia
Aa. Vv., Enciclopedia UTET.
Camillo Berneri, Anarchia e società aperta, a cura di Pietro Adamo, M&B Publishing, Milano 2006.
Stefano D'Errico, Anarchismo e politica. Nel problemismo e nella critica all'anarchismo del Ventesimo Secolo, il "programma minimo" dei libertari del Terzo Millennio. Rilettura antologica e biografica di Camillo Berneri, Mimesis, Milano 2007.
Roberto Gremmo, Bombe, soldi e anarchia: l'affare Berneri e la tragedia dei libertari italiani in Spagna, Storia Ribelle, Biella 2008.
Mirella Serri, I profeti disarmati. 1945-1948. La guerra tra le due sinistre, Milano, Corbaccio, 2008.
Flavio Guidi, "Nostra patria è il mondo intero". Camillo Berneri e "Guerra di Classe" a Barcellona (1936-37), pubblicato dall'autore, Milano 2010.
Giampietro Berti, Giorgio Sacchetti (a cura di), Un libertario in Europa. Camillo Berneri: fra totalitarismi e democrazia. Atti del convegno di studi storici, Arezzo, 5 maggio 2007, Archivio famiglia Berneri A. Chessa, Reggio Emilia 2010.
Camillo Berneri, Lo spionaggio fascista all'estero, a cura di Nicola Fedel (e prefazione di Mimmo Franzinelli), Fondazione Comandante Libero, Milano, 2016, ISBN 978-88-906018-9-7