Il Blanco Encalada (pennant number DLH-15) è stato un cacciatorpediniere della Marina Militare del Cile, in servizio dal 1987 al 2003. Fu costruito originariamente per la Royal Navy nel 1966, e dopo 21 anni di servizio fu venduto alla marina cilena, ed intitolato Manuel Blanco Encalada (1790-1876) primo presidente della Repubblica del Cile.
Il 12 agosto 1987 l'unità fu trasferita all'Armada de Chile[4] ricevendo la designazione di DLH-15 e il nome di Blanco Encalada. Al suo arrivo in Cile il cacciatorpediniere fu subito portato nel cantiere navale ASMAR (AStilleros y Maestranzas de la ARmada) di Talcahuano per subire importanti lavori di modifica.[5] La sovrastruttura destinata ad ospitare gli allievi fu smantellata, e il ponte di volo allungato fino all'estremità della poppa al suo posto fu installato un hangar e un ponte di volo che potevano ospitare due elicotteri Aérospatiale Alouette III. La nave rientrò in servizio nel maggio 1989. Nel 1991 gli elicotteri Alouette III furono sostituiti dai più grandi Aérospatiale AS.332F-1 Cougar[N 3] equipaggiati con siluri ASW HoneywellMk 46 o missili antinave aria-superficie AérospatialeAM-39 Exocet.
Nel 1996 vennero sbarcati i lanciamissili Sea Cat, sostituiti da due lanciatori verticali a 8 celle per missili superficie-aria IAIBarak 1[N 4] associati al radar di tiro Elta EL/M 22R AMDR (Automatic Missile Detection Radar),[5] e furono installati un sistema di comando e controllo SIS-DFA SP-100,[N 5] un sistema ESM di provenienza israeliana Elisra 9003[N 6] un radar di scoperta aerea Marconi Type 966 in sostituzione del precedente Type 965, un sonar d'attacco ad alta frequenza Kelvin Hughes Type 162M al posto del precedente Type 170, e un sistema di inganno siluri SLQ-25 Nixie.[5]
Il 10 luglio 2001 il Blanco Encalada prese parte, insieme alle unità americane Ticonderoga, un incrociatore lanciamissili e Rodney M. Davis, una fregata, all'operazione SINKEX. Si trattava di un'esercitazione a fuoco che prevedeva l'affondamento della nave da sbarco La Moure County rimasta gravemente danneggiata il 12 settembre 2000 quando aveva urtato una piccola isola rocciosa sulla costa cilena mentre effettuava una esercitazione congiunta con la similare unità cilena Valdivia.[N 7] I danni erano stati considerati così gravi da sconsigliarne sia la riparazione che il trasferimento negli Stati Uniti. A tale esercitazione parteciparono anche i similari cacciatorpediniere cileni Almirante Cochrane e Capitán Prat e il britannico Edinburgh.
Radiata dal servizio il 12 dicembre 2003[N 8] la nave fu venduta per la demolizione nel novembre 2005 e demolita in Turchia presso il cantiere navale Leyal Gemi Sokum nel 2013.
Note
Annotazioni
^La sigla significa Automatic Data Automation Weapon System.
^I dati dell'armamento e dell'elettronica sono riferiti all'entrata in servizio.
^Gli elicotteri erano forniti dall'Escuaron de Helicopteros HS-1 di Viña del Mar, equipaggiato con 7 elicotteri ASuW/ASW Aèrospatiale AS.332F-1 Cougar, sei dei quali dotati di radar di ricerca Thomson-CSF Varan, sonar filabile e sistema ESM Thomson-CSF DR 2000U
^Si trattava di un missile superficie-aria supersonico a corto raggio con guida semiattiva (SAHR).
^Costruito in Cile dal compartimento elettronico dei cantieri navali ASMAR con l'assistenza della ditta inglese Ferranti.
^Vennero anche apportate migliorie all'impianto binato da 114/45, ai contenitori-lanciatori per missili Exocet, resi capaci di operare con i più leggeri MM.40, e ai lanciasiluri trinati, ora equipaggiati solamente con siluri HoneywellMk 46.
(EN) Arthur D. Baker III, The Naval Institute Guide to Combat Fleets of the World 2002-2003, Annapolis, Naval Institute Press, 2002.
(EN) Christopher Chant, A Compendium of Armaments and Military Hardware, Abingdon, Routledge, 2014, ISBN1-134-64668-2.
Marco Drago e Pietro Boroli, Classe County, in War Machine. Tecnica e impiego delle armi moderne, vol. 2, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1992-1994, ISBN non esistente.
Marco Drago e Pietro Boroli, Sea Slug, in War Machine. Tecnica e impiego delle armi moderne, vol. 5, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1992-1994, ISBN non esistente.
(EN) J.J. Colledge e Ben Warlow, Ships of the Royal Navy: The Complete Record of all Fighting Ships of the Royal Navy, London, Chatham Publishing, 2006, ISBN978-1-86176-281-8.
(EN) Jean Couhat, Combat Fleets of the World 1982/83, Annapolis, Naval Institute Press, 1982.
Giuliano Da Frè, L'Armada de Chile nel XXI secolo, in Rivista Italiana Difesa, n. 6, Chiavari, Giornalistica Cooperativa Riviera s.r.l., giugno 2000, pp. 64-71.