San Crisogono è una delle più antiche chiese di Roma, essendo il Titulus Chrysogoni incluso nell'elenco dei tituli già nell'elenco del 499. La prima chiesa venne costruita nel IV secolo, sotto papa Silvestro I (314-335), ma venne ricostruita prima nel XII secolo e poi ancora nel 1626, su progetto di Giovanni Battista Soria, per volere del cardinale Scipione Caffarelli-Borghese, il cui nome campeggia sul fronte e i cui emblemiaraldici (aquila e drago alato) si ripetono ovunque. Sotto l'attuale chiesa sono visibili i resti della prima, scoperti nelle indagini archeologiche del 1907 e nei successivi scavi. La basilica è stata per secoli chiesa nazionale dei Sardi e dei Còrsi residenti a Roma: ivi sono sepolti diversi corsi già al servizio del papa nella Guardia corsa papale. Attualmente la basilica è affidata ai religiosi dell'Ordine della Santissima Trinità.
Descrizione
Esterno
L'esterno della basilica di San Crisogono è caratterizzato dalla facciata principale, che dà su viale Trastevere, ricostruita in stile barocco per volere del cardinaleScipione Caffarelli-Borghese nel 1626. Essa è preceduta da un pronao che si apre all'esterno con quattro colonnetuscaniche che sorreggono un cornicione sormontato da sculture di aquile e canestre di fiori. Ai lati, vi sono due ingressi minori al portico, ciascuno dei quali è costituito da un'arcata a tutto sesto. La parte superiore della facciata termina in alto con un frontonetriangolare idealmente sorretto da quattro leseneioniche; al centro della facciata si apre un finestrone.
L'interno della basilica è a pianta basilicale semplice con tre navate separate da due file di colonneioniche lisce; risale alla ricostruzione del XVII secolo, sebbene molti elementi risalgano alle precedenti chiese. Le ventidue colonne sono spolia di antiche costruzioni. È presente un pavimento cosmatesco e l'altare principale è pure dell'epoca (1127).
Il ciborio dell'altar maggiore, sorretto da quattro colonne di alabastro, è opera dello stesso Giovan Battista Soria.
Vi è conservata anche una lapide posta dal cardinale sardo Benedetto Cao nel 1068 in memoria degli avi. Successivamente nel 1333 i discendenti Quintilio ed Annibale Cao posero nella Basilica un monumento con lo stemma della famiglia. Ancora successivamente, nel 1501 un altro discendente della famiglia, Francesco Cao, cameriere segreto del papa Alessandro VI appose in basilica un'ulteriore lapide in memoria dei suoi predecessori.
I resti della chiesa di epoca costantiniana sono accessibili dalla sacrestia, e si trovano sopra precedenti case romane di epoca tardo repubblicana. L'abside conteneva le reliquie di san Crisogono di Aquileia, e si trovava in testa all'unica navata della basilica, che terminava nelle pastophoria, stanze di servizio comuni nelle chiese orientali; quella a destra potrebbe essere stata un diakonikon, una sorta di sacrestia, mentre l'altra avrebbe svolto funzioni di protesis, il luogo in cui erano tenute le reliquie.
La forma particolare della chiesa, con una sola navata invece di tre, e la presenza di diverse vasche fa supporre la possibile riconversione a luogo di culto di un precedente locale commerciale, forse una fullonica destinata alla tintura dei tessuti, non fuori contesto in un'area corrispondente a un distretto commerciale dell'epoca.
Sono stati ritrovati affreschi dell'VIII e XI secolo, che includono un Papa Silvestro che cattura il drago, San Pantaleone che guarisce il cieco, San Benedetto che guarisce il lebbroso e Salvataggio di san Placido.
Luciano Zeppegno, Roberto Mattonelli, Le chiese di Roma, Roma, Newton Compton, 1996, ISBN88-7983-238-7.
Graziano Fronzuto, Organi di Roma. Guida pratica orientativa agli organi storici e moderni, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 2007. ISBN 978-88-222-5674-4