Nacquero con l'uscita di Michel Fokine dai Ballets Russes di Sergej Djagilev e tentavano di offrire al pubblico parigino uno spettacolo diverso e, senza dubbio, meno impressionante dei balletti russi, ma neanche così innovatore, sotto l'impulso del coreografoJean Börlin.
Il più grande successo dei Ballets suédois fu certamente Le Marchand d'oiseaux di Germaine Tailleferre, che venne rappresentato più di trecento volte nel corso di tre stagioni consecutive e la cui ouverture venne ripresa da Sergej Djagilev per il prologo dei Ballets Russes.
In quattro anni, Jean Börlin firmò 24 coreografie, delle quali la maggior parte incomprese dal pubblico, tali da rimettere in discussione la definizione stessa di danza. I critici gli rimproverarono di non « danzare » affatto. Ma questa nuova filosofia verrà integrata nella corrente della danza moderna qualche anno più tardi.