Il nome della tribù deriva da un suo genere (Arctotis L., 1753) che a sua volta deriva da due parole greche: "Arktos" (= orso), e "Otis" (= orecchio); è forse un riferimento alla forma delle scaglie del pappo.[3][4]
Il nome scientifico della tribù è stato definito per la prima volta dal conte Alexandre Henri Gabriel de Cassini (1781 – 1832), botanico e naturalista francese, nella pubblicazione "Journal de Physique, de Chimie, d'Histoire Naturelle et des Arts - 88: 159. Feb 1819." del 1819.[5]
Le foglie lungo il caule hanno una disposizione alternata; la forma è intera o da lobata a pennatosetta; alcune specie sono spinose, altre non lo sono. La superficie (specialmente quella inferiore) normalmente è ricoperta da peli lanosi (talvolta sono presenti delle striature longitudinali pubescenti). In alcune specie sono presenti anche peli di tipo ghiandolare.
I fiori sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori periferici normalmente sono femminili, a volte sono sterili (oppure sono ermafroditi); talvolta sono presenti degli organi staminoidi. I fiori centrali sono ermafroditi oppure funzionalmente maschili.
Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
Corolla: le corolle dei fiori periferici sono raggianti a forma ligulata (zigomorfi) terminati con tre o quattro lobi. I fiori centrali, quelli del disco, sono tubulosi (attinomorfi) con delle corolle che terminano con 5 lobi a volte profondamente incisi oppure appena visibili. I lobi sono generalmente venati in modo continuo.
Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[12] Le appendici apicali delle antere sono brevi e arrotondate (sode o soffici). Le teche sono speronate con coda (Gorteriinae) o senza coda (Arctotidinae). Il tessuto dell'endotecio è provvisto di ispessimenti polari (Gorteriinae) o radiali (Arctotidinae). Il polline in genere è echinato.
Gineceo: lo stilo è filiforme, mentre gli stigmi dello stilo sono due divergenti. L'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo è ingrossato all'apice e con peli concentrati in un anello appena sotto la biforcazione stigmatica. Gli stigmi sono corti o lunghi secondo la specie.
Il frutto è un achenio con un pappo. Gli acheni hanno delle forme asimmetriche più o meno obovoidi, sono costoluti e a volte alati; la superficie può essere sericea o glabra. Il pappo è formato da squame disposte su una o due serie, raramente è coroniforme o composto da setole o assente.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti le brattee dell'involucro possono agganciarsi ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Distribuzione e habitat
La distribuzione della tribù è relativa soprattutto all'Africa meridionale (alcune specie si trovano anche in Australia).
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[13], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[14] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[15]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1]
Filogenesi
Le piante di questa voce appartengono alla sottofamiglia Vernonioideae. Questa assegnazione è stata fatta solo ultimamente in base ad analisi di tipo filogenetico sul DNA delle piante.[2] Precedenti classificazioni descrivevano queste piante nella sottofamiglia Cichorioideae.[16][17] Le specie di questo gruppo sono distribuite fra due sottotribù (Arctotidinae e Gorteriinae) e un genere "incertae sedis" Heterolepis.
Le analisi filogenetiche utilizzando alcune regioni del DNA dei cloroplasti e del DNA nucleare non hanno ancora fornito dati sicuri sulla tribù sia in relazione con le altre tribù della sottofamiglia che all'interno della tribù stessa. Il cladogramma a lato, tratto dalla pubblicazione citata e semplificato, mostra una possibile filogenesi per questo gruppo (il cladeLiabeae/Vernonieae non è stato ancora risolto chiaramente rispetto alla tribù Arctotidinae). Alcuni generi che in passato erano inseriti nella sottotribù delle Gundeliinae Benth. (ora esclusa dalla tribù Arctotidinae - il suo genere tipo, Gundelia L. ora è descritto all'interno della sottotribù Scolyminae, tribù Cichorieae)[18] hanno attualmente la seguente posizione tassonomica:[19]
Per Ola Karis, Vicki A. Funk, Robert J. McKenzie, Nigel P. Barker and Raymund Chan, Arctotideae Cap. 25 (PDF), in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae[collegamento interrotto], Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009, pp. pp.385-410.