La famiglia Arconati (poi Arconati Visconti, anticamente Capitanei de Arconate) fu un'importante famiglia patrizia milanese, originaria di Arconate.
Storia
La famiglia degli Arconati trae le proprie origini come ricorda il cognome dal paese di Arconate, in provincia di Milano. Venne ascritta nel patriziato milanese già dal 1277 e col tempo si divise in tre rami distinti: quello dei conti di Lomazzo, quello dei marchesi di Busto Garolfo e quello dei conti di Arconate.
Il primo membro della famiglia ad essere citato in documenti ufficiali, ad ogni modo, appare essere "Giacolo de Arconate", di professione notaio, nel XIV secolo, che fu antenato diretto di Giovanni Battista, tesoriere generale del ducato di Milano nel 1558, insignito del feudo di Cassolnovo. Il figlio di questi, Marcantonio, divenne conte palatino nel 1566 e nel 1568 venne proclamato gentiluomo di camera dal duca Emanuele Filiberto di Savoia. Suo figlio, il giureconsulto Guido Antonio Arconati, divenne governatore della città tedesca di Homburg nel 1614.
Il ramo dei feudatari di Dairago e di Lomazzo discese invece da Giovanni Battista che fu a suo tempo consigliere personale di Ludovico il Moro ed i cui figli presero parte alla battaglia di Ravenna del 1512. Uno di questi perse la vita sul campo ed i suoi eredi ottennero come ricompensa i feudi di Arconate e Inveruno, privilegi poi revocati da Francesco II Sforza quando la famiglia Arconati si schierò coi francesi. Altri discendenti infatti ricoprirono la carica di gentiluomini di camera del re di Francia, ottenendo in feudo dal 1570 la pieve di Dairago e Lomazzo.
Un altro ramo venne insignito del marchesato di Busto Garolfo.
Dal ramo dei "De Capitanei di Arconate", che furono prevalentemente imprenditori e mercanti della seta durante il XVI secolo, discese Galeazzo Arconati al quale si deve il grandioso palazzo di Castellazzo di Bollate.
V. U. Crivelli Visconti, La nobiltà lombarda, Bologna 1972
Stemmario Trivulziano, Biblioteca Trivulziana, Milano, Cod. Trivulziano 1390, seconda metà del secolo XV, a cura di Carlo Maspoli, Niccolò Orsini De Marzo, Milano, 2000, ISBN 88-900452-05