Le origini della diocesi di Leopoli sono poco chiari e confusi, per la scarsità delle fonti storiche a disposizione e per l'apparente contraddittorietà di quelle esistenti.[3]
Dopo che Casimiro il Grande si impadronì della Rutenia Rossa o Rutenia galiziana (1340), si crearono le condizioni favorevoli affinché la Chiesa cattolica potesse operare in questa zona. Il re cercò di rafforzare l'influenza del cattolicesimo nelle aree da lui occupate con la creazione di nuove sedi vescovili. Il 2 gennaio 1363 Casimiro presentò a papa Urbano V un progetto per l'erezione di una diocesi a Leopoli, suffraganea dell'arcidiocesi di Gniezno.[4] Nella lettera apostolicaExhibita nobis pro parte del 6 aprile successivo il papa dette mandato al metropolita di Gniezno di indagare sulle effettive possibilità di erigere una diocesi in questa città.[5] Sconosciuto è l'esito di questa inchiesta. Di certo una sede episcopale a Leopoli non esisteva nel 1375, quando, con la bollaDebitum pastoralis officii, papa Gregorio IX eresse canonicamente le diocesi della provincia ecclesiastica di Halyč, tra cui non vi era la sede di Leopoli.[6] L'assenza di una sede episcopale a Leopoli è documentata anche nella lettera Piis supplicum votis di papa Bonifacio IX del 13 maggio 1389, nella quale il pontefice include la città di Leopoli nella metropolia di Halyč.[7][8][9]
Queste evidenze sembrano contraddette da altri documenti pontifici, che invece attestano l'esistenza di almeno 4 vescovi di Leopoli prima del 1412: Tommaso di Illeye, nominato l'11 gennaio 1359;[10] Giorgio, figlio di Eberardo, nominato il 16 marzo 1390 per la morte di Corrado, suo predecessore;[11] e Herman Wytkind nominato il 7 gennaio (o 3 febbraio) 1401.[8] Gli autori spiegano quest'apparente contraddizione sostenendo la tesi che questi vescovi non erano vescovi residenziali, ma vescovi titolari, nominati ad titulos vagos.[12]
La costruzione della chiesa cattedrale di Leopoli fu iniziata subito dopo la richiesta del re Casimiro a papa Urbano V, tra il 1363 e il 1368. Nel 1405 fu ultimato il presbiterio, consacrato da Maciej Janina, vescovo di vescovo di Przemyśl. L'edificio fu terminato nel 1479 e consacrato due anni dopo.[14]
Nel corso del Seicento l'arcidiocesi comprendeva 7 decanati e poco più di un centinaio di parrocchie. Nel 1669 la sola città di Leopoli aveva 14 parrocchie, 9 monasteri maschili e 6 femminili, per un totale di circa 4.000 fedeli.[15]
Nel 1703 fu istituito il seminario arcivescovile, che nel 1783, per volere del governo austriaco, accolse i seminaristi di tutte le diocesi della Galizia.[16]
In seguito alle spartizioni della Polonia, nel 1795 l'arcidiocesi si trovò completamente all'interno dei territori della monarchia asburgica e assorbì le parrocchie di altre diocesi che si trovavano nelle stesse condizioni geo-politiche, in particolare 10 parrocchie della diocesi di Luc'k e 18 della diocesi di Bacău.[17] Inoltre furono rivisti e modificati i confini tra Leopoli e la diocesi di Przemyśl, con scambio di parrocchie e decanati.[18]
Nel 1814 l'arcidiocesi comprendeva 182 parrocchie, diventate 191 nel 1834, suddivise in 15 decanati; nel 1846 il territorio era suddiviso in 25 decanati con un totale di 221 parrocchie, con 26 monasteri, di cui 9 femminili, e 595 sacerdoti.[19]
All'inizio del Novecento l'arcidiocesi era tra le più grandi dell'Impero austro-ungarico: comprendeva per intero i voivodati di Ternopil' e di Stanisławów e gran parte di quello di Leopoli, oltre al territorio della Bucovina, ed era suddiviso in 30 decanati e 403 parrocchie, per oltre un milione di abitanti. Il progetto di erigere una diocesi separata a Ternopil' non andò in porto per l'opposizione dell'arcivescovo Józef Bilczewski.[20]
Dopo la prima guerra mondiale e la rinascita della nazione polacca, furono intraprese lunghe trattative e discussioni per la divisione dell'arcidiocesi, che non portarono a nessun risultato concreto.[21] Il 28 ottobre 1925 con la bolla Vixdum Poloniae unitas di papa Pio XI furono riorganizzate le circoscrizioni ecclesiastiche polacche di rito latino: l'arcidiocesi di Leopoli mantenne integro il proprio territorio precedente, eccetto piccole modifiche insignificanti,[22] ed ebbe come suffraganee le diocesi di Przemyśl e di Luc'k.
Con la fine del periodo sovietico e la nascita della repubblica indipendente d'Ucraina (1991), fu ristabilita la sede di Leopoli entro i confini attuali, e le furono assegnate come suffraganee tutte le diocesi di rito latino dell'Ucraina. Contestualmente, la parte polacca dell'arcidiocesi fu eretta in amministrazione apostolica, da cui, nel 1992, ha avuto origine la diocesi di Zamość-Lubaczów.
^(PL) Kumor, Granice metropolii i diecezji polskich, Archiwa, Biblioteki i Muzea Kościelne, 19, 1969, p. 328. (DE) Zdzisław Obertyński, Thomas, der erste Bischof von Lwów, Collectanea Theologica, 18/1-2, 1937, p. 534. (PL) Krętosz, Powstanie w 1412 roku metropolii lwowskiej…, p. 323. (PL) Abraham, Powstanie organizacyi kościola lacińskiego na Rusi, vol. I, Lwów, 1904, p. 306 e seguenti.
^(LA) Eubel, Hierarchia catholica, vol. II, p. 284.
^(PL) Krętosz, Powstanie w 1412 roku metropolii lwowskiej…, p. 326.
^(PL) Kumor, Granice metropolii i diecezji polskich, Archiwa, Biblioteki i Muzea Kościelne, 19, 1969, p. 331.