Atto primo. Vienna 1860, nel salotto di un albergo. La contessa Adelaide interroga una cartomante sul destino della figlia Arabella, nel cui matrimonio confida per risollevare le disastrate sorti economiche della famiglia. Il conte Waldner, suo marito, ha infatti dilapidato al gioco ogni suo avere. Nel frattempo Zdenka, la sorella minore di Arabella, travestita da ragazzo e da tutti creduta tale – il padre non può permettersi il lusso di mantenere due figlie in società – ha il suo bel daffare nel respingere i numerosi creditori. Zdenka, benché innamorata dell'ufficiale Matteo, favorisce i suoi tentativi di conquistare la mano della sorella. Quest'ultima, reduce da una passeggiata nel corso della quale ha respinto le profferte amorose dei conti Elemer, Dominik e Lamoral, confida tuttavia alla sorella di non volerne sapere di Matteo, ma di essere rimasta folgorata alla vista di un giovane sconosciuto che si aggirava nei pressi dell'albergo. Giungono intanto Elemer, che se non altro ha ottenuto da Arabella il privilegio di accompagnarla al ballo della sera, e con lui il conte Waldner, che avvisa la consorte di aver nuovamente perduto al gioco e di aver perciò scritto al vecchio e ricco compagno d'armi Mandryka per promettergli la mano di Arabella. Annunciato dal cameriere irrompe infatti Mandryka: ma non è il vecchio compagno d'armi di Waldner bensì il nipote, unico erede del cospicuo patrimonio. Accertatosi delle rendite del patrimonio e ottenuta una somma come anticipo per saldare i debiti, Waldner promette che gli presenterà la figlia al ballo della sera. Zdenka intanto rassicura Matteo, promettendogli che durante il ballo riceverà per suo tramite una lettera di Arabella, grazie alla quale avrà definitiva conferma dei suoi sentimenti favorevoli.
Atto secondo. Una sala da ballo pubblica. Arabella ha riconosciuto in Mandryka il bel giovane avvistato la mattina: i due si giurano subito eterno amore. Durante il ballo, tuttavia, Arabella ottiene dall'amante il permesso di rimanere libera per il tempo necessario a congedare i numerosi pretendenti. Intanto Matteo e Zdenka, sempre travestita in abiti maschili, sono intenti a confabulare. Zdenka consegna a Matteo la lettera d'amore firmata da Arabella, ma che ella stessa ha scritto imitando la calligrafia della sorella; inoltre riferisce che l'affascinante Arabella l'attende nella sua camera d'albergo e gli consegna la chiave che permette di introdurvisi indisturbato. Mandryka, non visto, ha casualmente udito il dialogo e, roso dalla gelosia, si mette sulle tracce dell'amata. A lui si uniscono Waldner e Adelaide, altrettanto preoccupati di non vedere la figlia, che ha infatti abbandonato la festa.
Atto terzo. Sala d'ingresso dell'albergo, con scalinata ai piani superiori. Matteo ha appena abbandonato la camera nella quale è convinto di aver avuto un convegno amoroso con Arabella. Ma resta esterrefatto quando si imbatte in quest'ultima appena giunta dal ballo e si sente trattare da lei con freddezza. Giungono anche i coniugi Waldner e Mandryka che, ormai convinto del tradimento dell'amata, sfida a duello il malcapitato ufficiale. Arabella protesta la sua innocenza, ma inutilmente. A sciogliere i nodi dell'intricata situazione è Zdenka, che appare finalmente in vesti femminili e rivela di essere stata lei, da sempre innamorata di Matteo, ad attrarre l'ufficiale nella sua camera con il sotterfugio della falsa lettera. Nello sbigottimento generale Arabella perdona la sorella e può riabbracciare Mandryka, finalmente convinto della sua fedeltà. Matteo e Zdenka si incontreranno nuovamente l'indomani.[1].
Storia
Arabella è la sesta e ultima opera musicata da Strauss su libretto di Hofmannsthal. La composizione dell'opera iniziò nel settembre del 1923; la stesura del libretto fu terminata da Hofmannsthal poco prima della morte (15 luglio 1929); la partitura fu completata da Strauss nell'ottobre del 1932[2]. L'opera fu rappresentata per la prima volta alla Staatsoper di Dresda il 1º luglio 1933, diretta da Clemens Krauss, con il seguente cast:
Arabella è classificata fra le cosiddette "opere minori" di Strauss, al pari del Cavaliere della rosa e Arianna a Nasso, ["opere minori"? questa è un'opinione del tutto discutibile. Der Rosenkavalier e Ariadne auf Naxos sono due dei capolavori di Strauss sia per la musica che per il libretto- sarebbe meglio stare molto più cauti nei giudizi] opere cioè nelle quali il compositore tende a una conciliazione fra la nostalgia del passato, un equilibrio formale perfetto e una natura lirica insofferente della forma[5]. Arabella tuttavia ebbe meno fortune di queste due per la minor frequenza di arie e pezzi d'insieme (in Arabella prevale infatti il dialogo) e per le proporzioni cameristiche dell'orchestra[2]. Per Alberto Arbasino, Hofmannsthal, ma non Strauss, «sembra ormai molto stanco, in Arabella, nell'invenzione e nella messa a punto delle situazioni. Stava per morire»[3].
Organico orchestrale
La partitura di Richard Strauss prevede l'utilizzo di:
1955 Metropolitan Opera - Rudolf Kempe - auf englisch Ralph Herbert (Graf Waldner); Blanche Thebom (Adelaide); Eleanor Steber (Arabella); Hilde Güden (Zdenka); George London (Mandryka); Brian Sullivan (Matteo); Clifford Harvuot (Graf Dominik); Lawrence Davidson (Graf Lamoral); Roberta Peters (Die Fiakermilli) Dante VL 2014-3 (3 CD)
1966 La Fenice di Venezia - Meinhard von Zallinger Georg Schnapka (Graf Waldner); Hanna Ludwig (Adelaide); Melitta Muszely (Arabella); Liselotte Hammes (Zdenka); Hugh Beresford (Mandryka); Willi Brokmeier (Matteo); Georg Paskuda (Graf Elemer); Alexander Malta (Graf Dominik); Erwin Abel (Graf Lamoral); N.N. (Die Fiakermilli) Mondo Musica 10051 (3 CD)
Luigi Colacicchi, «Arabella». In: Dizionario Bompiani delle Opere e dei Personaggi, di tutti i tempi e di tutte le letterature, Milano: RCS Libri SpA, 2006, Vol. I, p. 480, ISSN 1825-7887 (WC ·ACNP)