Con il passaggio dalla Divisione Nazionale alla Serie A, primo passo verso il professionismo, si andava chiudendo il periodo più luminoso della storia dell'Alessandria e, in generale, di tutto il calcio della provincia piemontese. Pur avendo la squadra di Carcano saputo reagire ottimamente, nella stagione 1927-28, alla cessione di Adolfo Baloncieri al ricco Torino del conte Cinzano, il divario tra grigi e granata andò aumentando. L'ultimo campionato prima dell'avvento della Serie A a girone unico vide le due squadre inserite nello stesso girone (l'A, dai nomi altisonanti e tecnicamente più valido) e ripresentò un confronto questa volta impari, come dimostrano i risultati degli scontri diretti (nettissima vittoria dei padroni di casa nella gara di andata al Filadelfia, pareggio 3-3 sul neutro di Genova, con tripletta dell'ex attaccante grigio, in quella di ritorno).
Il Torino vinse nettamente il girone, l'Alessandria condivise un buon terzo posto assieme all'emergente Roma. Proprio lo scontro diretto contro i capitolini agli Orti fu turbato da incidenti: agli ospiti era stato assegnato un rigore successivamente a uno scontro di gioco che aveva costretto però all'uscita l'infortunato portiere grigio Morando; nella confusionaria continuazione della gara (a difendere la porta dei grigi andò Ferrari, che non riuscì a parare il rigore), dopo il secondo gol della Roma, il pubblico invase il campo, aggredendo l'arbitro. La partita fu omologata con lo 0-2 per i giallorossi. Il 16 giugno gli Orti ospitarono l'ultima gara dell'Unione Sportiva, che nella stagione successiva si trasferì al Campo del Littorio, ormai pronto per l'inaugurazione.