Arbuzov nacque a Mosca da padre russo e madre greca.[1]
Nel 1914 la sua famiglia si trasferì a Pietrogrado. A dieci anni, abbandonato dal padre e con la madre molto ammalata, fu cresciuto dalla zia materna.[1] A 14 anni iniziò come comparsa del Teatro Mariinskij, a 16 frequentò la scuola di recitazione di Pavel Gaydeburov, diplomandosi nel 1927.[1] Nel 1928 frequentò una compagnia di giro, poi il teatro di un sovchoz nell'area di Mosca, per il quale scrisse la sua prima commedia, La classe (Класс, 1930), nel senso della classe operaia.[1]
Nel 1935 presentò La lunga via, il suo primo successo.
Nel 1939 con il regista Valentin Nikolaevič Pluček, allievo di Mejerchol'd, aprì a Mosca una scuola drammatica[1] mentre il regista Andrej Lobanov portò in scenaTanja al Teatro della Rivoluzione[2] con Maria Bobanova nella parte di una giovane donna divisa tra l'amore e l'impegno politico.
Negli anni della seconda guerra mondiale Arbuzov e Pluček portarono in scena gli spettacoli per i soldati diretti al fronte,[1] tra i quali le sue novità Città all'alba (1940), L'immortale (1942), Una casa a Čerkizovo (1943).[3]
Nel secondo dopoguerra presentò Anni di vagabondaggio (1950), che considerava il suo miglior lavoro,[1]Alla vigilia, riduzione dell'omonimo romanzo di Ivan Turgenev, e Una storia a Irkutsk (1959), sui giovani nel periodo del disgelo post-staliniano alla fine degli anni Cinquanta, che nel periodo 1959-64 è stato replicato per oltre 9 000 volte. La prima italiana è stata il 1º dicembre 1961 al Teatro dell'Officina di Torino, per la regia di Italo Alfaro,[4] mentre al Festival internazionale del teatro di Venezia, nel settembre 1962, è stata presentata la versione originale del Teatro Vachtangov di Mosca per la regia di Evgenij Simonov.[5]
La prima moglie è stata l'attrice Tat'jana Evteeva (1903-1978), da cui ha avuto la prima figlia Galina (n. 1935), sceneggiatrice.La seconda moglie è stata Anna Bogačëva, da cui ha avuto Varvara (n. 1940), produttrice, e Kirill (n. 1950), attore.[senza fonte]
La critica
Avril Pyman ha scritto: «Il fascino del suo lavoro risiede nel suo atteggiamento scaltro ma affettuoso verso il prossimo; vede attraverso le debolezze umane il desiderio fondamentale di condurre una vita buona e utile, e crea plausibili, persino simpatici, caratteri positivi».[11]
La tedesca orientale Erika Stephan, nella rivista specializzata Theater der Zeit (1965), aveva osservato: «Arbuzov è diventato da tempo per noi l'esempio di una caratterizzazione dei personaggi sensibile e psicologicamente profonda».
Secondo Susanne Rödel, Arbuzov «preferisce quelle persone che hanno il coraggio di cambiare completamente la propria vita, di mettere alla prova le proprie capacità al limite e di vedere le fantastiche bellezze nella vita di tutti i giorni».[12]
Gianlorenzo Pacini, slavista e traduttore, ha osservato: «Fin dalle sue prime opere Arbuzov si è preoccupato d'interpretare il dramma vissuto dal "nuovo" cittadino sovietico, e soprattutto dei giovani. [...] I protagonisti di Arbuzov sono spesso giovani che, in preda a forze e aspirazioni contrastanti che essi non sono in grado di razionalizzare né di dominare, cercano a lungo e tormentosamente la via d'uscita da una situazione umana addirittura tragica per l'inconciliabilità tra le aspirazioni individuali alla felicità eall'autorealizzazione personale e la repressione di tali aspirazioni richiesta dal modello sociale imposto. L'abituale lieto fine della vicenda riesce appena a velare la drammaticità della situazione umana da essi vissuta».[13]
Teatro
La classe (Класс, 1930)
Idillio (Идиллия, 1931)
Sei amanti (Шестеро любимых, 1935)
La lunga via (Дальняя дорога, 1935)
Tanja (Таня, 1939)
La città all'alba (Город на заре, 1941)
L'immortale (Бессмертный, 1942)
Una casa a Čerkizovo (Домик в Черкизове, 1943)
Incontro con la gioventù (Встреча с юностью, 1948)
Anni di vagabondaggio (Годы странствий, 1950)
Cronaca europea (Европейская хроника, 1952)
Alla vigilia (Накануне, 1955)
La dodicesima ora (Двенадцатый час, 1959)
Una storia di Irkutsk (Иркутская история, 1959)
La notte prima dell'immortalità (Ночь перед бессмертием, 1960)
Il figlio perduto (Потерянный сын, 1961)
Stiamo aspettando da qualche parte... (Нас где-то ждут…, 1962)
E ancora - un incontro con i giovani (И вновь — встреча с юностью, 1964)
La promessa (Мой бедный Марат, 1965)
Confessione notturna (Ночная исповедь, 1967)
Giorni felici di un uomo infelice (Счастливые дни несчастливого человека, 1968)
Favole del vecchio Arbat (Сказки Старого Арбата, 1970)
La scelta (Выбор, 1971)
In questa dolce vecchia casa (В этом милом старом доме, 1972)