Il 27 maggio 1828 si laurea in diritto e in seguito diventa avvocato[1]. Si sposa a Les Barattes con Caroline Albertine Cauvin (1832 - 10 luglio 1899). La coppia ha un figlio, Eugene Levet, capitano del Genio, cavaliere della Légion d'honneur
Carriera politica sarda
Si interessa di politica e diventa consigliere provinciale e poi consigliere divisionale per il Genevese[1][2].
Aimé Levet, dopo essere stato componente del consiglio sindacale di Annecy (vice-sindaco dal 7 aprile 1849), divenne sindaco (25 marzo 1852), sostituendo Albert-Eugène Lachenal[1][3][4].
La Statuto Albertino apre nuovi orizzonti politici nel regno di Sardegna. In occasione elezioni suppletive del 27 giugno 1848 (I legislatura) Levet è eletto nel collegio di Annecy in rappresentanza dei conservatori, superando al ballottaggio il barone Livet[1][5][6]. Alle elezioni riceve 133 voti rispetto agli 87 di Livet, su 559 iscritti[5].
Nella seconda legislatura, nel 1849, non si ricandida ed è eletto al suo posto Antoine Mathieu[1][5].
Al momento del dibattito sul futuro del ducato di Savoia, si schiera con la tendenza liberale et anticlericale savoiarda, a favore dell'annessione del ducato alla Francia. Si esprimi in tal senso alla Camera:
(FR)
«N'oubliez pas la Savoie a sa langue, ses mœurs, sa nationalité enfin, et qu'elle a droit de vivre de sa vie propre, de son existence individuelle. Rappelez-vous qu'entre le Piémont et la Savoie s'élèvent les Alpes, aussi bien qu'entre l'Allemagne et l'Italie»
(IT)
«Non dimenticate che la Savoia ha la sua lingua, i suoi costumi, e infine la sua nazionalità e che ha il diritto di vivere la sua vita propria, la sua esistenza individuale. Ricordate che tra il Piemonte e la Savoia si levano le Alpi, come anche tra la Germania e l'Italia.»
Dopo l'annessione prosegue sua carriera politica. È nominato sindaco di Annecy l'11 giugno 1860, dopo l'annessione, e rimane nella carica fino al 1864[1][4]. Il suo ruolo nel passaggio della Savoia alla Francia gli fa ottenere la onorificenza di cavaliere della Legion d'onore[1][8].
È eletto consigliere generale del cantone di Annecy, e in seguito è il primo presidente del consiglio generale della Alta Savoia. Il si oppone alla nuova denominazione del dipartimento, preferendo quello di "Mont-Blanc", ricordando in particolare che "Alta Savoia" era stato il nome di un'antica provincia, con Albertville come capoluogo.
Un voto in questo senso sarà espresso dall'assemblea, e anche dal municipale di Annecy[9][10].
^Niccolò Rodolico, Giuseppe Sardo, Domenico Novacco, Storia del Parlamento italiano: Le assemblee elettive del 48, collana Storia del Parlamento italiano, volume I, S.F. Flaccovio, 1963, p. 402.
^ Comité historique du centre-est, CNRS, Université de Clermont-Ferrand I., Université des sciences sociales de Grenoble, Université de Lyon II, Université Jean Moulin, Université de Saint-Étienne, Centre universitaire de Savoie, Revue "Cahiers d'histoire", 1995, p. 135..