Xavier Vallat, decimo di undici figli, crebbe in un ambiente profondamente cattolico. Militò nell'Association catholique de la jeunesse française[3]
prima di diventare un simpatizzante del «nazionalismo integrale» dell'Action française dal 1908.
Laureato in lettere, insegnò per due anni al collegio cattolico di Aix-en-Provence; nell'ottobre 1913 fu chiamato al servizio militare, prese parte alla Grande Guerra e fu ferito una prima volta il 26 agosto 1914.
Fu poi gravemente ferito durante un combattimento, ferita che gli fece perdere una gamba.
L'ex combattente cattolico militante a destra
Nel 1919 fu eletto deputato dell'Ardèche nel gruppo dei ventisette Indipendenti presieduto dal suo mentore, Hyacinthe de Gailhard-Bancel, al fianco di Léon Daudet, che difese anche come avvocato, nel 1923.
Appoggiò per breve tempo Le Faisceau di Georges Valois, vicino in origine all'Action française, poi si allontanò anche dall'Action française dopo la condanna pontificia del 1926. Tuttavia alla fine del 1930 partecipava ad incontri con Charles Maurras (con il quale manterrà dei rapporti fino a dopo la guerra), lodando la sua azione anticomunista e pacifista.
Sconfitto alle elezioni legislative del 1924, militò nella Fédération nationale catholique[4]
ed entrò l'anno successivo nel suo comitato esecutivo, divenendo il quarto oratore più importante dell'associazione: difensore dell'insegnamento cattolico partecipò a numerosi congressi diocesani tra il 1925 e il 1939, combattendo la politica anticlericale del Cartello delle sinistre.
Dal 1928 (quando fu rieletto) al 1935 fu particolarmente attivo nella Ligue franc-catholique e in varie altre istanze antimassoniche: vicepresidente del gruppo parlamentare di Difesa contro la massoneria costituito nel 1934, divenne anche membro del comitato direttivo dell'Unione antimassonica di Francia alla sua fondazione nel 1935.
Veterano mutilato, membro del comitato direttivo dei Legionari decorati a rischio della vita, aderì nel 1928 alla Croix-de-Feu[5]
poi ruppe con il colonnello de La Rocque nel 1936.
Difese l'Action française e anche il duca Joseph Pozzo di Borgo contro La Rocque nel 1937. Quando questo cattolico giunse a consigliare il suicidio al capo del Partito sociale francese suscitando un violento scandalo, Vallat si dimise dal comitato direttivo della Fédération nationale catholique, nel dicembre 1937. Difese anche diversi personaggi accusati nell'affare della Cagoule nel 1937-38, come Joseph Darnand o Jacques Corrèze.
Rieletto deputato nel 1928, alle elezioni uninominali, fu rieletto deputato in Ardèche al primo turno delle elezioni del 1932. Fu relatore generale aggiunto della commissione parlamentare che indagava sul caso Stavisky, dimettendosi nel febbraio 1935. Fu ancora rieletto deputato nel 1936 come membro della Fédération républicaine, alla quale aveva aderito nel 1933, divenendone uno dei rappresentanti di spicco.
In tempi in cui l'abilità oratoria era una delle armi più temibili della politica, Vallat fu definito dal suo avversario, Ludovic-Oscar Frossard, nel 1937, «l'oratore più temibile della destra».
Antisemita, attaccò violentemente Léon Blum (che aveva apostrofato come "sottile talmudista", come "la voix d'Israël " e così via
[6].
Nel gennaio 1940 fu eletto vicepresidente della Camera, pur ottenendo, tra i sei vicepresidenti, il minor numero di voti (256 su 418).
Il 6 luglio 1940 firmò con altri diciannove parlamentari una mozione presentata dal deputato Gaston Bergery, che mirava all'instaurazione di un partito unico. Il 9 luglio 1940, votò il progetto di risoluzione relativo alla revisione delle leggi costituzionali e, il giorno successivo, i pieni poteri al maresciallo Pétain.
Inizialmente associato al governo di Vichy come segretario generale ai veterani, e a questo titolo responsabile della Légion française des combattants[7],
nel marzo 1941 Vallat si mise a capo del "Commissariato generale per le questioni ebraiche", e fondò l'"Union générale des israélites de France"[8].
In questo ruolo si circondò di antisemiti provati, come i suoi colleghi avvocati Félix Colmet-Daâge o Robert Castille, il suo ex vice, e di storici membri delle organizzazioni antimassoniche come Louis Darquier de Pellepoix.
Si deve a Vallat in particolare il secondo statuto degli Ebrei (più restrittivo di quello dell'ottobre 1940 già indurito dal maresciallo Pétain e Pierre Laval) e il loro censimento (2 giugno 1941) nonché la legge del 22 luglio 1941 che organizzava l'appropriazione e la liquidazione dei beni degli ebrei da parte del regime di Vichy. Mal visto dai tedeschi (che gli vietarono di recarsi nella zona occupata) perché si opponeva all'uso della stella gialla, fu sostituito sotto la loro pressione nel maggio 1942 dall'antisemita Louis Darquier de Pellepoix, prima dell'inizio delle deportazioni degli ebrei.
Dal 29 giugno al 19 agosto 1944, su richiesta di Pierre Laval Vallat sostituì Philippe Henriot, dopo l'esecuzione come collaborazionista di quest'ultimo, al microfono di Radio-Paris.
Il dopoguerra
Vallat fu arrestato il 26 agosto 1944 a Vichy. Trasferito a Parigi, fu incarcerato nel penitenziario di Fresnes in dicembre. Tre anni dopo, nel dicembre 1947, Xavier Vallat fu processato e condannato a dieci anni di reclusione e all'indegnità nazionale a vita dall'Alta Corte di Giustizia.
Tra i testimoni a discarico ebbe Antoine Pinay, l'avvocato Edmond Bloch, il dottor Gaston Nora, di confessione ebraica, che aveva lo aveva operato nel 1918
[9].
Xavier Vallat fu trasferito nel carcere di Clairvaux nel marzo 1948. Nel dicembre 1949, beneficiò di una liberazione condizionale con divieto di soggiorno a Parigi decisa dal guardasigilli René Mayer; nel 1952 ritrovò la sua totale libertà di movimento grazie all'intervento di Antoine Pinay, e fu finalmente amnistiato nel 1954.
Dopo la guerra, ridivenne attivamente monarchico, restò profondamente anticomunista, collaborò a diverse pubblicazioni cattoliche e di destra.
Note
^La Federazione Repubblicana (1903-1948) è stata un grande partito della destra repubblicana liberale e conservatrice durante la Terza Repubblica. L'altro grande partito della destra liberale, più laico e centrista, era l'Alleanza democratica.
^Il Commissariat général aux questions juives (Commissariato generale per le questioni ebraiche (CGQJ) è stato un organismo amministrativo creato sotto il regime di Vichy, incaricato di preparare e applicare la politica discriminatoria nei confronti degli ebrei di Francia, durante l'occupazione della Francia da parte della Germania nazista. Fu diretto da Xavier Vallat e, a partire dal maggio 1942, al momento della messa in atto della deportazione in Francia occupata, da Louis Darquier de Pellepoix.
^L'Association catholique de la jeunesse française(ACJF) fu fondata nel 1886 dal legittimistaAlbert de Mun, contrario al liberalismo e al socialismo e difensore delle riforme sociali in un'ottica conservatrice e corporativa; l'Associazione fu sciolta dall'episcopato francese nel 1956.
^La Federazione Nazionale Cattolica (FNC) è un'associazione cattolica francese, fondata nel 1924, attiva tra le due guerre e, in misura minore, anche dopo la seconda guerra mondiale, creata dal generale Édouard de Castelnau in risposta al Cartello delle sinistre. Gruppo di pressione di massa, si radicava nella rete delle diocesi e delle parrocchie, e quindi riuniva unioni diocesane, unioni cantonali e unioni parrocchiali. Al suo primo congresso, nel febbraio 1925, furono rappresentate 77 diocesi.
^L'associazione Croix-de-Feu (Croce di Fuoco) (1927-1936), fu in origine un movimento di veterani francesi della Grande Guerra che si trasformò poi in organizzazione politica nazionalista (anche fascista secondo alcuni storici), diretta dal 1931 dal colonnello François de La Rocque (1885-1946). L'associazione, sciolta nel 1936 dal governo del Fronte Popolare, si trasformò poi in Partito Sociale Francese (PSF).
^Laurent Joly, in Antisémites et antisémitisme à la Chambre citato, p. 84, descrive così la retorica antisemita di Vallat: "Per la prima volta, un deputato di livello nazionale, e non più un marginale tipo Baudry d'Asson, Denis o Delahaye, difende apertamente, argomentandola, un'analisi dell'antisemitismo non razziale. Per la prima volta, l'antisemitismo parlamentare è diretto contro un politico ebreo, non più sotto forma di sviluppi generali o insulti volgari dall'emiciclo, ma sotto forma di un attacco premeditato e scritto. Va notato che Vallat non si accontenta di aggredire Léon Blum, ma se la prende anche, per inciso, con Georges Mandel - che presenta come «Jéroboam Rothschild» - benché considerato uno dei suoi amici politici. »
^La Légion française des combattants (LFC) (1940-1944) fu un'organizzazione istituita dal regime di Vichy e nata dalla fusione di tutte le associazioni di ex combattenti. Fu formalmente creata con legge del 29 agosto 1940 dal maresciallo Pétain su proposta di Xavier Vallat, con sede a Vichy.
La sua missione era di «rigenerare la Nazione, con la virtù dell'esempio del sacrificio del 1914-1918». Tuttavia non tutti i veterani si unirono alla Legion nonostante lo scioglimento delle loro associazioni.
^L'Union générale des israélites de France (UGIF) fu un'organizzazione creata da una legge del governo di Vichy del 29 novembre 1941, su richiesta degli occupanti tedeschi, con sede a Parigi, al 19, rue de Teheran (8e). La sua esistenza legale fu conclusa dall'ordinanza del Governo provvisorio della Repubblica francese del 9 agosto 1944.
Formalmente, la missione dell'UGIF era di assicurare la rappresentanza degli ebrei presso i poteri pubblici, in particolare per le questioni di assistenza, previdenza e riqualificazione sociale. Sostanzialmente, le altre associazioni ebraiche erano state sciolte e i loro beni incorporati dall'UGIF; tutti gli ebrei residenti in Francia erano obbligati ad aderirvi, e gli amministratori erano nominati dal Commissariato generale per le questioni ebraiche scelti per la maggior parte tra la borghesia ebraica francese. Per finanziare le proprie attività, inoltre, l'UGIF attingeva ad un "fondo di solidarietà" alimentato dai proventi della confisca dei beni ebraici.
^Il dottor Nora affermò davanti all'Alta Corte che Xavier Vallat lo aveva avvertito della retata del Velodromo d'Inverno del 16 luglio 1942 e che questa informazione confidenziale aveva permesso di salvare circa 10.000 ebrei dei 25.000 che i tedeschi avevano deciso di arrestare.
Questa affermazione è inesatta perché volutamente esagerata da Gaston Nora. Inoltre, nel suo processo, lo stesso Vallat corresse la testimonianza a discarico:
«Gli ho moltiplicato i consigli di prudenza; ma non ho potuto indicare una data del rastrellamento, perché io stesso ne sono stato informato solo a posteriori»
Questa voce di Xavier Vallat che salva 10.000 ebrei continuò tuttavia a circolare nel corso dei decenni.
Per il processo a Vallat si veda in Charles Enderlin, Les Juifs de France entre République et sionisme, Éditions du Seuil, 2020
Bibliografia
Xavier Vallat 1891-1972, par Les amis de Xavier Vallat, plaquette souvenir, 1977, Eugène Frot
Laurent Joly, Xavier Vallat (1891-1972) : du nationalisme chrétien à l'antisémitisme d'État, Paris, Éditions Grasset, 2001, 446 p. (ISBN 978-2-246-60831-8).
Michel Laffitte, «L'UGIF, collaboration ou résistance? », in Revue d'histoire de la Shoah, 2006/2, no 185, p. 45-64.