Attivo sul grande schermo e in televisione per quasi sessant'anni, è considerato una figura chiave per lo sviluppo del cinema ceco nel secondo dopoguerra.[1] Tra i ruoli per i quali è maggiormente ricordato quelli di Jakob Heym nel film del 1975 Jakob il bugiardo, che gli valse l'Orso d'argento come miglior attore al Festival di Berlino,[2] e quello del re nella serie televisiva Arabela del 1979.
Con una delle ultime interpretazioni, quella del pensionato František Hána nel film del 2001 Babí léto, ha ottenuto il suo unico Leone Ceco come miglior attore.[2]
Era il padre degli attori Marek Brodský e Tereza Brodská.[3]
Biografia
Nato nel 1920 nel quartiere di Hrušov a Ostrava, negli anni quaranta Vlastimil Brodský si trasferì a Praga dove iniziò a recitare a teatro, comparendo in commedie dirette da Emil František Burian (Il fantasma di Canterville), Josef Šmída (Lancelot a Alexandrina) e Jiří Frejka (Sogno di una notte di mezza estate).[1] L'esordio come attore cinematografico avvenne nel 1944 con un'apparizione nel cortometraggio Bohema di Karel Baroch, ma fu nel lungometraggio del 1949 Vzbourení na vsi, diretto da Josef Mach, che interpretò il primo ruolo di rilievo.[4]
Il primo successo arrivò nel 1953 con Tajemství krve di Martin Frič, in cui per la prima volta interpretò il ruolo di "eroe della vita quotidiana" che lo avrebbe contraddistinto in seguito. La critica fu entusiasta della sua prova ma negli anni successivi il cinema non fu in grado di offrirgli ruoli dello stesso livello.[1]
Nel 1958 durante la lavorazione di Mezi zemí a nebem, di cui Brodský era autore della sceneggiatura oltre a interpretare il ruolo di protagonista, avvenne l'incontro con Zdeněk Podskalský. Il regista offrì all'attore per la prima volta l'opportunità di utilizzare il lato comico del suo talento e la collaborazione proseguì con le commedie Dove non arriva il diavolo (1960), Spadla s mesíce (1961) e Bílá paní (1965).[4]
Il talento comico di Brodsky fu valorizzato anche da altri registi, ma le migliori opportunità gli furono offerte dagli esponenti della cosiddetta "New Wave cecoslovacca" degli anni Sessanta, in particolare Vojtěch Jasný in C'era una volta un gatto (1963), Evald Schorm in Il coraggio quotidiano (1964) e Morte di un parroco (1969) e Jiří Menzel in Treni strettamente sorvegliati (1966) e Un'estate capricciosa (1968).[4] Fu grazie a questi registi che Brodský poté sviluppare un altro talento che sarebbe poi diventato predominante: la capacità di esprimere, sotto una patina di apparente leggerezza, la tristezza causata dal contrasto tra gli ideali e la loro realizzazione nella vita e il flusso irreversibile del tempo.[1]
Tra gli anni settanta e gli anni ottanta, Brodský affiancò a una già intensa attività cinematografica quella televisiva comparendo in numerosi film tv e serie quali Pan Tau e Arabela.[4] Nel 1974 fu protagonista di Jakob il bugiardo, film diretto da Frank Beyer per il quale ottenne l'Orso d'argento come miglior attore al Festival di Berlino,[2] e lo stesso anno recitò per l'ultima volta a teatro nella commedia I ragazzi irresistibili di Neil Simon.
Nel 1990 interpretò il ruolo del professore in Allodole sul filo di Jiří Menzel, film che vinse l'Orso d'oro a Berlino, e nel 1995 pubblicò l'autobiografia Drobečky z půjčovny duší.[5] Un altro importante riconoscimento arrivò nel 2001, quando Brodský si aggiudicò il Leone Ceco come miglior attore per Babí léto di Vladimír Michálek.[2]
Vlastimil Brodsky è morto il 20 aprile del 2002, all'età di 81 anni, nella sua casa nella campagna della Boemia settentrionale. Anche se la famiglia non ha reso note le cause della morte, i giornali non hanno escluso la possibilità che si sia trattato di un suicidio.[6] Pochi mesi dopo, come riconoscimento per una carriera che nell'arco di sessant'anni lo ha visto interprete di oltre 160 produzioni, è stato omaggiato al Festival di Karlovy Vary con un premio speciale per il significativo contributo al mondo del cinema.[2]
Vita personale
È stato sposato con l'attrice Jana Brejchová e con la ballerina Bozena Křepelková, dalle quali ha avuto rispettivamente i figli Tereza e Marek. Entrambi i matrimoni sono terminati con il divorzio.[7]