Deve il suo nome alle numerose attività commerciali e artigiane prive di finestre, quindi oscure (latino: Ad Apothecas Obscuras), che durante il Medioevo avevano sede tra le rovine del Teatro di Balbo. Le indicazioni stradali indicano che la via deve il suo nome «agli archi un tempo semisepolti del teatro e della crypta di Balbo».
Al civico 31 della via è sito l'ingresso al pubblico della sede museale della Crypta Balbi. Dirimpetto, al numero civico 32, vi è l'ingresso di Palazzo Caetani della prima metà del XVI secolo fatto edificare da Alessandro della famiglia Mattei, dal 1963 sede della Fondazione Camillo Caetani. Il palazzo, dal 1948 al 1960, è stato sede della redazione della rivista letteraria cosmopolitaBotteghe Oscure, diretta da Marguerite Caetani e curata da Giorgio Bassani.
Infine, una delle traverse di via delle Botteghe Oscure è via Michelangelo Caetani, ove le BR fecero ritrovare il cadavere di Aldo Moro da loro assassinato.
Monumenti e luoghi d'interesse
Percorrendo la strada da via d'Aracoeli, si trovano questi monumenti di interesse storico-artistico:
^Il precedente proprietario era stato Leone Caetani (cfr. Giorgio Levi Della Vida, "La soffitta delle Botteghe Oscure", in: Fantasmi ritrovati, Venezia, Neri Pozza, 1966, rist. Napoli, Liguori, 2004); Claudio Rendina, La grande bellezza di Roma, v. Casa dei Margani
Riccardo Santangeli Valenzani, Rinvenimenti archeologici in via delle Botteghe Oscure in Gli anni del Governatorato (1926-1944), pp. 89–91, Collana Quaderni dei monumenti, Roma, Edizioni Kappa, 1995. ISBN 88-7890-181-4.