Dopo la vittoria nella grande battaglia sul Volga, Čujkov continuò a guidare la sua armata fino al termine della guerra, partecipando con un ruolo decisivo anche alla battaglia di Berlino. Alcuni storici ritengono che Čujkov sia stato il "più abile comandante di prima linea" e il "generale più aggressivo della seconda guerra mondiale"[1].
Origini
Nacque da una famiglia contadina nel villaggio di Serebrjanye Prudy, nell'Oblast' di Tula (oggi però appartenente a quello di Mosca). Durante i disordini della rivoluzione russa del 1917, Čujkov rimase disoccupato. Nello stesso anno, un fratello maggiore fece in modo che Čujkov fosse reclutato nelle Guardie Rosse;
Guerra civile e formazione militare
Si arruolò come volontario nell'Armata Rossa nel 1918, durante la Guerra civile. Trascorse i primi quattro mesi in addestramento, quindi venne nominato, giovanissimo, comandante di compagnia. Quello stesso anno si iscrisse al Partito Comunista.
L'anno seguente, nel 1919, Čujkov operò, a quel punto comandante di reggimento, nel fronte orientale contro le armate bianche e successivamente, nel 1920, nel fronte polacco durante la guerra sovietico-polacca. Al termine del conflitto interno, Čujkov lasciò il reggimento per compiere i propri studi presso l'Accademia militare "M.V. Frunze", per poi passare all'Accademia di meccanizzazione e motorizzazione "J. V. Stalin".
Nel maggio del 1942 Čujkov venne nominato a Tula comandante di un'armata della riserva che prese quella estate la denominazione di 64ª Armata ed entrò in servizio nelle steppe del Don. L'abilità del generale emerse già in questa prima fase: a digiuno di esperienza di guerra moderna, dopo gli anni passati in oriente lontano dal fronte, studiò a fondo la tattica di guerra tedesca, individuandone i punti deboli. In particolar modo, Čujkov approfondì il rapporto fra le truppe a terra della Wehrmacht e le incursioni aeree, concludendo che la Luftwaffe era chiamata ad intervenire in battaglia ogni volta che i tedeschi preparavano un attacco o provavano a disperdere le concentrazioni di soldati sovietici oltre la linea del fronte.
Il generale provò allora subito a scombinare la tattica dell'avversario spingendo continuamente avanti le proprie truppe e piazzandole il più vicino possibile a quelle della Wehrmacht, in modo da rendere di fatto impossibile l'intervento aereo e sfruttare le macerie del campo di battaglia come teatro dei combattimenti corpo a corpo, in cui i soldati sovietici erano più esperti. Le sue audaci manovre difensive permisero al resto delle truppe del Fronte del Don di schierarsi lungo il Volga, a difesa di Stalingrado.
Stalingrado
L'11 settembre Čujkov fu convocato presso il comando del fronte, dove lo attendevano il generale Erëmenko ed il commissario politico Chruščëv. Gli comunicarono di aver destituito il comandante della 62ª Armata, generale Lopatin, perché sfiduciato di poter continuare a tenere Stalingrado nella disumana battaglia ingaggiata coi tedeschi, e gli offrirono il comando.
Čujkov rispose con le seguenti parole, da lui stesso riportate nelle sue memorie:
«Non possiamo lasciare Stalingrado al nemico; la città è particolarmente cara a tutti i sovietici, e la sua resa avrebbe un'influenza nefasta sul morale della popolazione. Verrà fatto l'impossibile pur di mantenere la città; per il momento non ho alcuna richiesta da avanzare al consiglio di guerra, ma vorrei che lo stesso mi accordasse gli aiuti che le necessità della lotta indicheranno. Quanto a me giuro di non lasciare la città; noi terremo Stalingrado o vi moriremo".[2]»
Si considerò quindi scherzosamente il "fondatore" dell'Accademia di combattimento urbano di Stalingrado, fatto che spinse l'allora corrispondente di guerraVasilij Grossman, presente a Stalingrado durante la battaglia, ad attribuirgli il soprannome di "Accademico"[3].
Nel 1945, infine, prese parte all'Operazione Vistola-Oder ed alla battaglia di Berlino. Fu Čujkov ad incontrare il generale Hans Krebs, che, dopo il suicidio di Hitler, tentò invano di aprire una trattativa di pace con i sovietici per conto del nuovo governo.
— 26 ottobre 1943, 19 marzo 1944, 21 febbraio 1945, 11 febbraio 1950, 11 febbraio 1960, 12 febbraio 1970, 11 febbraio 1975, 21 febbraio 1978 e 11 febbraio 1980