Misura fino a 12–13 cm circa di lunghezza, compresa la coda, per un peso che può sfiorare i 10 g[3].
Aspetto
Si tratta di uccelli dall'aspetto robusto, muniti di lunga coda rettangolare e becco conico e appuntito.
La livrea è bruno-grigiastra su fronte, vertice, nuca, dorso e ali, mentre faccia, guance, gola, petto, fianchi, coda e codione sono di colore azzurro: il ventre è di colore beige, mentre nel maschio è presente una macchia di colore rosso cremisi su ciascuna guancia, assente invece nella femmina (che possiede anche colorazione azzurra meno brillante e generalmente meno estesa). In ambedue i sessi il becco è violaceo con punta più scura, gli occhi sono bruni e le zampe sono di color carnicino.
Biologia
Si tratta di uccelli diurni, che vivono perlopiù in coppie o in piccoli gruppi familiari che contano al massimo una decina d'individui, dai quali si isolano le coppie durante il periodo riproduttivo: essi passano la maggior parte della giornata al suolo, fra l'erba alta o fra i cespugli, alla ricerca di cibo.
Alimentazione
Il cordon blu è un uccello prevalentemente granivoro, che cerca il proprio cibo al suolo: la sua dieta si compone essenzialmente di piccoli semi di graminacee, ma questo uccello la integra di tanto in tanto con insetti ed altri piccoli invertebrati (perlopiù termiti), bacche, frutta e germogli. Questi uccelli sono stati inoltre osservati mentre si nutrivano di cera d'api[4].
Riproduzione
La stagione riproduttiva cade generalmente nella fase finale della stagione delle piogge: il maschio corteggia insistentemente la femmina tenendo un filo d'erba nel becco, saltellandole attorno e cantando, fino a quando essa gli segnala la propria disponibilità all'accoppiamento accovacciandosi e spostando lateralmente la coda. Anche la femmina è in grado di eseguire un rituale di corteggiamento e di cantare[5].
Il nido viene costruito da ambedue i sessi nel folto della vegetazione, scegliendo generalmente un punto nel folto di un roveto o nei pressi di un nido di vespe, in maniera tale da fornire una maggiore protezione dai predatori[6]: esso ha forma sferica ed è composto da erba e fibre vegetali intrecciati ed imbottito internamente con piume e pelo. Sporadicamente, questi uccelli si servono anche di nidi abbandonati di uccelli tessitori[6].
All'interno del nido la femmina depone 4-5 uova biancastre, che essa provvede a covare alternandosi col maschio per circa due settimane, al termine delle quali schiudono pulli ciechi ed implumi. Essi vengono accuditi da ambedue i genitori, e sono in grado d'involarsi attorno alle tre settimane di vita: generalmente, però, i nidiacei tendono a rimanere nei pressi del nido per altre due o tre settimane prima di allontanarsene in maniera definitiva.
Distribuzione e habitat
Il cordon blu occupa un areale assai ampio, che comprende buona parte dell'Africa subsahariana dal Senegal al Corno d'Africa e a sud fino all'Angola, allo Zambia ed al Mozambico settentrionali: la specie è stata inoltre segnalata a Capo Verde nel 1924 ed in Egitto negli anni sessanta, tuttavia trattandosi di avvistamenti isolati e non ripetuti nel tempo si pensa che si trattasse in questi due casi di esemplari sfuggiti alla cattività[7]. Questi uccelli sono stati inoltre introdotti alle Hawaii, sulle isole di Hawaii e Oahu[8].
L'habitat d'elezione di questi uccelli è rappresentato dalle aree di savana con presenza di macchie cespugliose ed alberate, fino a 2400 m d'altezza[6][9]: si tratta tuttavia di uccelli molto adattabili, che colonizzano praticamente tutti gli ambienti a disposizione, meno che la foresta pluviale, dalla quale infatti mancano[10]. Essi si spingono inoltre nelle aree antropizzate, estendendo il proprio areale a campi coltivati, giardini, parchi e villaggi.
Tassonomia
Nel descrivere scientificamente questi uccelli, Linneo li ascrisse al genereFringilla, sottintendendone una parentela col fringuello nostrano[11]: in seguito, il cordon blu è stato spostato nel genere Uraeginthus, che condivide con altre specie simili.
^ab(EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Estrildidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 10 maggio 2014.
^ John Barnard Dunning, Jr., CRC Handbook of Avian Body Masses, 2ª ed., CRC Press, 2008, p. 506, ISBN978-1-4200-6444-5.
^ Marler P. & Slabbekoorn H. W., Nature's Music: The Science of Birdsong, vol. 1, Academic Press, 2004, p. 76–77, ISBN0-12-473070-1.
^abc Nicolai J., Steinbacher J., van den Elzen R., Hofmann G., Mettke-Hofmann C., Prachtfinken - Afrika, Serie Handbuch der Vogelpflege, Eugen Ulmer, 2007, p. 188, ISBN978-3-8001-4964-3.
^ Stanley Cramp, Handbook of the Birds of Europe, the Middle East and North Africa, VIII: Crows to Finches, Oxford University Press, 1994, p. 420, ISBN978-0-19-854679-5.