Nelle successive stagioni rimase sempre legato al team con cui ha debuttato tra i pro, anche quando questo venne rinominato prima in Telekom e poi in Deutsche Telekom.
Nella sua lunga carriera ha conquistato numerosi successi, tra i quali si segnalano una tappa al Giro d'Italia 1992, la Clásica de San Sebastián, tre titoli di campione nazionale su strada in linea ed un Critérium du Dauphiné Libéré, palmarès che lo colloca tra i ciclisti tedeschi più titolati.
Fu anche valido gregario di Bjarne Riis e Jan Ullrich, contribuendo al successo dei propri capitani alle edizioni 1996 e 1997 del Tour de France. Partecipò a dodici edizioni della corsa francese, portandole tutte a termine, ottenendo un nono posto come miglior risultato nella classifica finale.
Nel 2003 passò al Team Gerolsteiner, con cui concluse la carriera al termine della stagione.
Dopo aver appeso la bicicletta al chiodo rimase nel mondo del ciclismo assumendo, sempre nella Gerolsteiner, il ruolo di direttore sportivo, responsabile della preparazione, delle strategie di gara e dei contatti con gli altri teams.
Nel 2007, nell'ambito dello scandalo doping che coinvolse il Team T-Mobile, Bölts ammise pubblicamente di aver utilizzato sostanze illecite quali EPO e ormone della crescita in preparazione al Tour de France 1996[1], al pari del suo capitano Bjarne Riis, dimettendosi quindi dal ruolo di direttore sportivo della squadra tedesca.