William Garnett esce dal carcere dopo 18 anni per buona condotta, grazie anche alla ritrovata fede nella religione musulmana. Deciso a lasciarsi alle spalle il difficile passato, tenta di cominciare una nuova vita in una piccola cittadina al confine col Nuovo Messico, con l'aiuto dell'agente di sorveglianza Emily Smith ma il passato riemerge a causa del vecchio socio di attività criminose e dello sceriffo (ex galeotto) Bill Agati, in cerca di vendetta.
Il regista Rachid Bouchareb ha affermato che il personaggio di William Garnett è stato sviluppato pensando sin dall'inizio all'attore Forest Whitaker: «Quando ho incontrato Forest non avevo un film, nessuna storia. Volevamo solo lavorare insieme, costruire qualcosa. Volevo coinvolgerlo in questa storia di immigrazione perché è un argomento che mi affascina».[3]
Colonna sonora
La colonna sonora del film, composta da Éric Neveux, è stata pubblicata il 5 maggio 2014.[4]
In alcuni Paesi, tra cui Norvegia, Svezia e Finlandia, è stato distribuito direttamente in versione home video, mentre in Giappone ha avuto un passaggio televisivo in prima visione il 12 novembre 2015.[5]
Brasile (Dois Homens Contra Uma Cidade) - 12 novembre 2015
Critica
Il film ha ricevuto un giudizio misto da parte dalla critica. Il sito Rotten Tomatoes riporta il 47% di recensioni professionali con giudizio positivo e un voto medio di 5,4 su 10, mentre il sito Metacritic assegna al film un punteggio di 56 su 100 basato su 6 recensioni.[6][7]
Sul sito The A.V. Club è stato definito «un film di complicate tensioni interpersonali e interculturali»,[8] mentre Bilge Ebiri ha scritto su New York Magazine/Vulture: «Sarà facile per alcuni liquidarlo come una storia familiare raccontata troppo freddamente, ma guardate più da vicino e vedrete che ha un cuore violento».[9] Molti hanno sottolineato le performance dei protagonisti, in particolare Forest Whitaker e Harvey Keitel che Glenn Kenny su RogerEbert.com ha definito «inventivi e sorprendenti»,[10] e Brenda Blethyn, giudicata da Sherilyn Connelly di The Village Voice «meravigliosa come donna di mezza età che mantiene una posizione di autorità sugli uomini violenti»,[11]
Altri critici hanno espresso giudizi meno positivi, pur apprezzando la prova del cast, l'ambientazione e la fotografia di Yves Cape. Il critico Jay Weissberg ha scritto sulla rivista Variety: «Un dramma ordinario ambientato nel Nuovo Messico, in cui i grandi spazi aperti evidenziano le grandi lacune nella logica... Yves Cape compensa la narrazione faticosa con immagini desolatamente magnifiche di vaste pianure desertiche e lontane catene montuose che testimoniano silenziosamente la crudeltà umana. Bouchareb è particolarmente desideroso di mostrare l'Islam in una buona luce, enfatizzando le influenze calmanti della religione, ma le troppo frequenti pause con Garnett in preghiera, accompagnate da una musica progettata per trasmettere pensieri positivi, sono eccessivamente calcolate e dolorosamente ovvie».[12]